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Prosegue l’indagine antidampig della Cina sui vini europei

La Cina prosegue la sua indagine anti-dumping e anti-sussidi – avviata lo scorso luglio – sulle importazioni di vini europei. Il 28 novembre scorso – rende noto la Commissione Ue – Pechino ha richiesto un questionario supplementare alla Commissione europea e agli Stati interessati con un termine per la risposta di appena sette giorni. L’obiettivo: completare e chiarire l’informazione già trasmessa nel corso dell’inchiesta, la cui chiusura é prevista per il primo luglio 2014. La Commissione europea tiene a sottolineare che sulla questione “sta lavorando in stretto contatto con gli Stati membri interessati per cooperare al meglio con le autorità cinesi”. L’indagine antidumping e anti-sussidi nei confronti delle importazioni di vino europeo e’ stata aperta ufficialmente dalla Cina lo scorso primo luglio, all’indomani della decisione Ue di applicare dei dazi sui pannelli solari cinesi.

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Il fondo monetario internazionale rivede al ribasso le stime di crescita cinesi

Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ritocca le stime di crescita dell’economia mondiale, la cui ripresa resta debole e con rischi al ribasso. Ecco di seguito le nuove stime di crescita del Fmi. Fra parentesi sono riportate le variazioni in punti percentuali rispetto alle previsioni di luglio. ============================================================== 2013 2014 ————————————————————– MONDO +2,9% (-0,3) +3,6% (-0,2) STATI UNITI +1,6% (-0,1) +2,6% (-0,2) AREA EURO -0,4% (+0,1) +1,0% (0,0) – GERMANIA +0,5% (+0,2) +1,4% (+0,1) – FRANCIA +0,2% (+0,3) +1,0% (+0,1) – ITALIA -1,8% (-) +0,7% (-) – SPAGNA -1,3% (+0,3) +0,2% (+0,1) REGNO UNITO +1,4% (+0,5) +1,9% (+0,4) GIAPPONE +2,0% (-0,1) +1,2% (+0,1) CANADA +1,6% (-0,1) +2,2% (-0,1) RUSSIA +1,5% (-1,0) +3,0% (-0,3) CINA +7,6% (-0,2) +7,3% (-0,4) INDIA +3,8% (-1,8) +5,1% (-1,1) BRASILE +2,5% (-) +2,5% (-0,7) RUSSIA +2,5% (-) +3,3% (-) – ECONOMIE AVANZATE +1,2% (-) +2,0% (-0,1) – ECONOMIE EMERGENTI +4,6% (-0,5) +5,1% (-0,4).

fonte: ANSA

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Aumenta a settembre il settore dei servizi

Aumenta a settembre l’indice degli acquisti dei manager (Purchasing Managers’ Index, Pmi), relativo al settore non manifatturiero, considerato un buon indicatore per lo stato dell’economia. Secondo i dati diffusi poco fa dall’ufficio nazionale di statistica cinese e dalla federazione cinese di logistica e acquisti, il dato di settembre è stato registrato al 55,4% rispetto al 53,9% di agosto. Un dato superiore al 50% indica crescita, mentre al di sotto significa stagnazione. L’aumento dell’indice deriva anche dalla forte crescita nel settore dei servizi di consumo grazie all’aumento delle vendite al dettaglio a settembre in vista delle feste nazionali di questi giorni. L’indice comprende settori come i servizi, le edilizia, l’informatico, l’aviazione, i trasporti ferroviari e l’immobiliare. Ieri l’indice Pmi del manifatturiero aveva fatto registrare il massimo da 17 mesi, con una crescita a settembre al 51,1%.

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A settembre indice Pmi più alto da maggio 2012

L’attività manifatturiera in Cina a settembre è salita al punto più alto in 17 mesi, secondo i dati diffusi oggi dall’ufficio nazionale di statistica di Pechino. Il Purchasing Managers’ Index (Pmi) il mese scorso è stato registrato al 51,1%, rispetto al 51% di agosto, facendo registrare il terzo mese consecutivo di aumento e un record da maggio 2012. Un dato sotto il 50% indica stagnazione, sopra invece indica crescita.

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Fmi: rallentamento Cina più forte attese preoccupa

Un rallentamento più forte del previsto della crescita in Cina e’ una ”preoccupazione al momento” e avrebbe i maggiori effetti sulle economie dell’Asia e dell’America Latina. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) nei capitoli analitici del World Economic Outlook.

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Inflazione cinese scende ad agosto al 2,6%

Scende ad agosto l’inflazione cinese. Secondo i dati resi noti oggi dall’ufficio nazionale di statistica, l’inflazione ad agosto è scesa al 2,6% rispetto al 2,7% che si era registrato per il mese di luglio.

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Obiettivo crescita cinese a 7,5% raggiungibile secondo esperti

La Cina sarà capace di raggiungere l’obiettivo fissato per la crescita di quest’anno al 7,5%. Lo ha detto un portavoce dell’Istituto Nazionale di Statistica di Pechino. Secondo Sheng Laiyun, l’economia cinese si sta stabilizzando, sostenuta da politiche a supporto in Cina e dall’aumento della domanda estera. Il prodotto interno lordo cinese è cresciuto del 7,6% nel primi sei mesi dell’anno, la peggiore performance nei primi sei mesi degli ultimi tre anni, ma in linea con le aspettative del mercato. A luglio la produzione industriale è aumentata del 9,7% rispetto all’anno scorso, con un incremento dello 0,8% rispetto a giugno, indicando una certa fiducia nelle aziende cinesi.

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Bank of China smentisce voci di default

La Bank of China, la piu’ grande banca cinese, ha smentito con una nota nella tarda serata di ieri che in giornata si sia trovata in default per assenza di liquidita’. La nota e’ stata anche pubblicata dall’agenzia Nuova Cina. Era stato un post pubblicato sul sito di microblogging Sina Weibo (l’equivalente di Twitter in Cina) del giornale economico 21st Century Business Herald ad annunciare che la banca aveva interrotto le transazioni per almeno mezz’ora a causa di una carenza di liquidita’. La banca ha smentito questa circostanza, riservandosi azioni legali. Un recente aumento dei tassi di interesse nel mercato interbancario ha aumentato le preoccupazioni su una crisi di liquidita’. Il mercato bancario e’ in forte tensione per questo. La banca centrale cinese e’ intervenuta emettendo prestiti di circa 324 milioni di dollari, ma ha annunciato che dovranno essere le banche ad adottare altre misure, perche’ non immettera’ altra liquidita’.

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Da vino a tubi, da Ue a Cina, commercio cerca intese su dazi

I dazi condizionano ancora pesantemente il commercio mondiale e i negoziati infiniti al riguardo testimoniano quanto sia difficile conciliare i vari interessi. Le imprese italiane hanno più di un motivo per lamentarsi. Secondo Federalimentare è di due miliardi di euro sottratti all’anno il conto delle misure protezionistiche. In allarme sono ora i viticoltori italiani, dopo l’indagine antidumping sull’export del vino Ue (che penalizzerebbe in particolare Italia e Francia) aperta dal gigante asiatico in ritorsione ai dazi imposti sui pannelli solari cinesi. La perdita da superdazi per l’export del ‘nettare di Bacco’ italiano potrebbe essere, secondo i calcoli Coldiretti, di 60 milioni di euro nel 2013. Qualche buona notizia rischiara però il panorama: dal via libera ai negoziati sul libero scambio tra Ue e Usa raggiunto venerdì scorso, l’associazione dei costruttori auto europei (Acea) stima che, togliendo dazi e vari impedimenti regolatori-burocratici, l’export europeo di auto e componenti negli States balzerà del 149% nel periodo 2017-2027. Il presidente dell’Associazione italiana consorzi indicazioni geografiche (Aicig) Giuseppe Liberatore, osserva all’ANSA che “L’export nazionale verso gli Stati Uniti nel 2012 è stato pari a 2,7 miliardi di euro registrando un +9,6 rispetto al 2011. Se i negoziati dovessero portare ad un miglioramento generale delle esportazioni, sicuramente il valore aumenterebbe visto l’interesse sempre manifestato nei confronti dell’agroalimentare italiano. Vista l’attuale situazione economico commerciale nazionale, ogni svolta positiva è da perseguire con forza”. Anche i produttori di vino minacciati dalle ritorsioni cinesi trovano sollievo dalla notizia che l’ India ha proposto di abbassare al 40% i dazi doganali sull’importazione di vino, nel tentativo di sbloccare lo stallo con l’Unione europea sull’accordo di libero scambio in discussione da sei anni. Attualmente New Delhi applica una tassa di circa il 150% sui vini e alcolici stranieri. Ma la guerra commerciale con la Cina è quella che rischia maggiormente di surriscaldarsi dopo che, in risposta alla mossa cinese di aprire l’indagine antidumping sul vino europeo, La Commissione Ue ha lanciato una procedura al Wto contro i dazi del 9,7% all’11,1% imposti dalla Cina sui tubi in acciaio non saldati europei. Anche il Giappone ha presentato un reclamo contro la stessa misura, estesa pure ai tubi giapponesi. La Cina lamenta peraltro forte perdite dalle barriere commerciali a carico delle sue imprese: secondo le aziende cinesi dello Zhejiang, la provincia più dinamica di tutta la Cina e che vanta fortissimi legami con l’Italia, le barriere commerciali hanno causato tre miliardi di dollari di perdite nel 2012. E il comparto alimentare non è il solo rappresentante del Made in Italy a pagare un conto pesante ai dazi. In particolare soffrono settori di eccellenza come l’oreficeria e il calzaturiero. La filiera dell’oreficeria ha lamentato per il settore una perdita pari ad un miliardo di euro nel 2011. Quanto alle scarpe italiane, ricercate in tutto il mondo, costane veramente care ai compratori di alcuni Paesi: in Vietnam arriva dai dazi un ricarico del 38,5%, in Argentina e Brasile è del 35% e poco dietro ci sono Thailandia, Egitto, Indonesia, Cina, India, Russia ed Emirati arabi uniti.
fonte: ANSA

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Vinitaly in campo in Cina contro indagine dumping

Vinitaly ha organizzato in Cina una task force con operatori locali, opinion makers e media, per analizzare e approfondire la questione della volontà del governo cinese di applicare dazi antidumping sul vino europeo, unendosi alla richiesta ai governi italiano ed europeo di scongiurare questa possibilità. “Stiamo studiando – spiega Stevie Kim, managing director di Vinitaly International – insieme ai nostri interlocutori cinesi per capire che cosa accadrà da qui a breve. I produttori italiani sono molto preoccupati per l’avvio di un’indagine nei confronti dei vini provenienti dall’Europa. A fine giugno incontreremo a Pechino i vertici della Caws (China Association for Importers & Exporters of Wine and Spirits), l’associazione dedicata al vino, facente capo all’influente Camera di Commercio della capitale (Mofcom), uno dei principali ospiti alla kermesse veronese dello scorso aprile”. Le esportazioni Ue di vino in Cina nel 2012 sono state di 763 milioni di euro, l’8.6% del valore complessivo, di cui 77 per l’Italia, 89 per la Spagna e 546 per la Francia. Cifre significative ma ben diverse dai 21 miliardi di euro di esportazioni dei pannelli solari cinesi in Europa. Ed è ben diverso l’ammontare dei sussidi Ue al settore vitivinicolo: 1.1 miliardi di euro l’anno, secondo una nota diffusa da Vinitaly in Cina, di cui la metà per migliorarne la qualità (ma a scapito dei volumi), 40% per le aziende e solo 100 milioni di promozione, in linea con quanto consentito dal Wto, nei Paesi terzi. Dal 2008 a oggi su dati Istat, le esportazioni nazionali in valore in Cina sono passate da 19 milioni di euro a 77 milioni, e anche i primi due mesi dell’anno hanno confermato il trend, con un aumento record del 42%. I primi Paesi per l’export in Cina sono Francia, Australia, Cile, Spagna e Italia, tre dei cinque sono europei. Le importazioni mondiali di vino – stando alle cifre del Mofcom – sono pari a 3.87 trilioni di euro. Attualmente, ai dazi doganali (14%), si deve aggiungere l’Iva (17%) e la tassa di consumo che ammonta al 10%. Paesi come Nuova Zelanda e Cile hanno siglato accordi bilaterali con Cina e hanno vantaggi per quanto riguarda solo i dazi doganali, non l’Iva né la tassa sul consumo.

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