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Il fondo monetario internazionale rivede al ribasso le stime di crescita cinesi

Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ritocca le stime di crescita dell’economia mondiale, la cui ripresa resta debole e con rischi al ribasso. Ecco di seguito le nuove stime di crescita del Fmi. Fra parentesi sono riportate le variazioni in punti percentuali rispetto alle previsioni di luglio. ============================================================== 2013 2014 ————————————————————– MONDO +2,9% (-0,3) +3,6% (-0,2) STATI UNITI +1,6% (-0,1) +2,6% (-0,2) AREA EURO -0,4% (+0,1) +1,0% (0,0) – GERMANIA +0,5% (+0,2) +1,4% (+0,1) – FRANCIA +0,2% (+0,3) +1,0% (+0,1) – ITALIA -1,8% (-) +0,7% (-) – SPAGNA -1,3% (+0,3) +0,2% (+0,1) REGNO UNITO +1,4% (+0,5) +1,9% (+0,4) GIAPPONE +2,0% (-0,1) +1,2% (+0,1) CANADA +1,6% (-0,1) +2,2% (-0,1) RUSSIA +1,5% (-1,0) +3,0% (-0,3) CINA +7,6% (-0,2) +7,3% (-0,4) INDIA +3,8% (-1,8) +5,1% (-1,1) BRASILE +2,5% (-) +2,5% (-0,7) RUSSIA +2,5% (-) +3,3% (-) – ECONOMIE AVANZATE +1,2% (-) +2,0% (-0,1) – ECONOMIE EMERGENTI +4,6% (-0,5) +5,1% (-0,4).

fonte: ANSA

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Aumenta a settembre il settore dei servizi

Aumenta a settembre l’indice degli acquisti dei manager (Purchasing Managers’ Index, Pmi), relativo al settore non manifatturiero, considerato un buon indicatore per lo stato dell’economia. Secondo i dati diffusi poco fa dall’ufficio nazionale di statistica cinese e dalla federazione cinese di logistica e acquisti, il dato di settembre è stato registrato al 55,4% rispetto al 53,9% di agosto. Un dato superiore al 50% indica crescita, mentre al di sotto significa stagnazione. L’aumento dell’indice deriva anche dalla forte crescita nel settore dei servizi di consumo grazie all’aumento delle vendite al dettaglio a settembre in vista delle feste nazionali di questi giorni. L’indice comprende settori come i servizi, le edilizia, l’informatico, l’aviazione, i trasporti ferroviari e l’immobiliare. Ieri l’indice Pmi del manifatturiero aveva fatto registrare il massimo da 17 mesi, con una crescita a settembre al 51,1%.

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A settembre indice Pmi più alto da maggio 2012

L’attività manifatturiera in Cina a settembre è salita al punto più alto in 17 mesi, secondo i dati diffusi oggi dall’ufficio nazionale di statistica di Pechino. Il Purchasing Managers’ Index (Pmi) il mese scorso è stato registrato al 51,1%, rispetto al 51% di agosto, facendo registrare il terzo mese consecutivo di aumento e un record da maggio 2012. Un dato sotto il 50% indica stagnazione, sopra invece indica crescita.

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Fmi: rallentamento Cina più forte attese preoccupa

Un rallentamento più forte del previsto della crescita in Cina e’ una ”preoccupazione al momento” e avrebbe i maggiori effetti sulle economie dell’Asia e dell’America Latina. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) nei capitoli analitici del World Economic Outlook.

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Inflazione cinese scende ad agosto al 2,6%

Scende ad agosto l’inflazione cinese. Secondo i dati resi noti oggi dall’ufficio nazionale di statistica, l’inflazione ad agosto è scesa al 2,6% rispetto al 2,7% che si era registrato per il mese di luglio.

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Obiettivo crescita cinese a 7,5% raggiungibile secondo esperti

La Cina sarà capace di raggiungere l’obiettivo fissato per la crescita di quest’anno al 7,5%. Lo ha detto un portavoce dell’Istituto Nazionale di Statistica di Pechino. Secondo Sheng Laiyun, l’economia cinese si sta stabilizzando, sostenuta da politiche a supporto in Cina e dall’aumento della domanda estera. Il prodotto interno lordo cinese è cresciuto del 7,6% nel primi sei mesi dell’anno, la peggiore performance nei primi sei mesi degli ultimi tre anni, ma in linea con le aspettative del mercato. A luglio la produzione industriale è aumentata del 9,7% rispetto all’anno scorso, con un incremento dello 0,8% rispetto a giugno, indicando una certa fiducia nelle aziende cinesi.

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Bank of China smentisce voci di default

La Bank of China, la piu’ grande banca cinese, ha smentito con una nota nella tarda serata di ieri che in giornata si sia trovata in default per assenza di liquidita’. La nota e’ stata anche pubblicata dall’agenzia Nuova Cina. Era stato un post pubblicato sul sito di microblogging Sina Weibo (l’equivalente di Twitter in Cina) del giornale economico 21st Century Business Herald ad annunciare che la banca aveva interrotto le transazioni per almeno mezz’ora a causa di una carenza di liquidita’. La banca ha smentito questa circostanza, riservandosi azioni legali. Un recente aumento dei tassi di interesse nel mercato interbancario ha aumentato le preoccupazioni su una crisi di liquidita’. Il mercato bancario e’ in forte tensione per questo. La banca centrale cinese e’ intervenuta emettendo prestiti di circa 324 milioni di dollari, ma ha annunciato che dovranno essere le banche ad adottare altre misure, perche’ non immettera’ altra liquidita’.

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Scende inflazione a maggio, ma dati economia deludono

Scende l’inflazione cinese a maggio. Secondo i dati dell’ufficio nazionale di statistica, a maggio l’inflazione e’ salita al 2,1%, in discesa rispetto al 2,4% di aprile.
Il rallentamento della domanda interna e internazionale pesano anche sull’economia cinese i cui ultimi dati deludono e alzano la pressione per il varo di nuove misure di stimolo da parte di Pechino. L’ultima conferma arriva da una serie di dati statistici, tutti sotto le attese degli analisti e condizionati dallo stato dell’economia globale oltre che dall’apprezzamento dello yuan Secondo quanto rileva la Bloomberg, la produzione industriale a maggio e’ salita del 9,2%, sotto le attese degli analisti. Le esportazioni cresciute dell’1%, il minimo degli ultimi 10 mesi, contro il +14,7% di aprile, mentre l’import e’ calato dello 0,3%. Anche i nuovi prestiti in valuta locale sono scesi da 793,2 a 667 miliardi di yuan e segnalano l’affaticamento del sistema bancario locale. Infine i prezzi al consumo sono aumentati del 2,1% contro la stima del 2,5%. Gia’ lo scorso mese inoltre gli analisti contattati dalla Bloomberg avevano tagliato le stime sulla crescita del Pil del secondo trimestre dall’8 al 7,8. Una raffica di dati e previsioni che conferma sempre piu’ il rallentamento del gigante asiatico. Per i vertici del paese tuttavia lo spazio di manovra per eventuali nuove manovre di allentamento monetario o di aumento della spesa ha dei limiti. I rischi sono infatti sia di tipo finanziario che di sovracapacita’ produttiva mentre preoccupa l’impennata dei prezzi del comparto immobiliare ma e’ difficile che vi siano altre alternative. ”La crescita resta non convincente – spiega Louis Kuijs capo economista di Rbs a Hong Kong – e i dati rafforzano ancora di piu’ le richieste di una politica macro espansionistica”.

fonte: ANSA

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Indice Pmi manifatturiero in Cina sale a 50,8 a maggio

In Cina l’indice Pmi manifatturiero e’ salito a sorpresa a maggio a 50,8 da 50,6 di aprile. Il risultato e’ migliore della previsione economisti che avevano preventivato un calo a quota 50, livello che rappresenta la soglia di demarcazione tra espansione e contrazione del ciclo.

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Il Fondo Monetario Internazionale rivede al ribasso le stime di crescita della Cina

Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha abbassato dall’8% a “circa il 7,75%” la sua previsione di crescita della Cina nel 2013. Lo ha annunciato oggi a Pechino il direttore generale aggiunto del Fondo, David Lipton. “In un clima mondiale debole ed incerto, ci attendiamo una crescita dell’economia cinese di circa il 7,75% quest’anno e più o meno lo stesso l’anno prossimo”, a dichiarato Lipton in conferenza stampa. In precedenza l’Fmi aveva gia’ abbassato le sue previsioni della crescita annuale della seconda economia del mondo dall’8,2 all’8%. L’anno scorso la crescita della Cina e’ stata del 7,8%, la piu’ debole degli ultimi 13 anni. Nei primi mesi di quest’anno l’economia cinese ha continuato a rallentare, registrando una crescita del 7,7% nel primo trimestre.

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