Archivi tag: crisi finanziaria

Possibile crisi entro tre anni in Cina, a rischio auto premium

”Una crisi finanziaria si potrebbe sviluppare in Cina nei prossimi tre anni”, lo ha dichiarato Jochen Siebert, direttore generale della JSC Automotive Consulting di Shanghai precisando che ”la Cina si trova di fronte a un bivio che la porterà a diventare una nazione ricca oppure ad inciampare nella trappola del reddito medio, che ha bloccato il Brasile 50 anni fa”. Questo rappresenterebbe un problema per le case automobilistiche e i loro fornitori e particolarmente a rischio sarebbe il mercato delle auto premium. Secondo Siebert, alcune agenzie di rating temono questo scenario già nel 2014 e in questo caso i costruttori tedeschi dovrebbero diventare più flessibili, assumendo lavoratori a tempo determinato. Seguendo questo metodo, già collaudato durante la crisi del 2008-2009, si potrebbero ridurre le settimane lavorative nei periodi di recessione e aumentarle in quelli di maggiore richiesta, senza bisogno di modificare i pagamenti. ”Questa flessibilità sarà molto importante nei prossimi cinque anni”, ha dichiarato ancora Siebert. Secondo Automotive News Europe, in una situazione simile a quella creatasi in Brasile, inizialmente le vendite di auto premium crescerebbero dalle 400.000 unità all’anno fino alle 800.000 del 2019, ma scenderebbero poi lentamente, fino alle 200.000 unità all’anno nel 2050. Se invece la Cina diventasse una nazione ricca, l’incremento nei prossimi anni sarebbe minore, ma il numero crescerebbe costantemente fino a 1,1 milioni nel 2050.

fonte: ANSA

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Il fondo monetario internazionale rivede al ribasso le stime di crescita cinesi

Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ritocca le stime di crescita dell’economia mondiale, la cui ripresa resta debole e con rischi al ribasso. Ecco di seguito le nuove stime di crescita del Fmi. Fra parentesi sono riportate le variazioni in punti percentuali rispetto alle previsioni di luglio. ============================================================== 2013 2014 ————————————————————– MONDO +2,9% (-0,3) +3,6% (-0,2) STATI UNITI +1,6% (-0,1) +2,6% (-0,2) AREA EURO -0,4% (+0,1) +1,0% (0,0) – GERMANIA +0,5% (+0,2) +1,4% (+0,1) – FRANCIA +0,2% (+0,3) +1,0% (+0,1) – ITALIA -1,8% (-) +0,7% (-) – SPAGNA -1,3% (+0,3) +0,2% (+0,1) REGNO UNITO +1,4% (+0,5) +1,9% (+0,4) GIAPPONE +2,0% (-0,1) +1,2% (+0,1) CANADA +1,6% (-0,1) +2,2% (-0,1) RUSSIA +1,5% (-1,0) +3,0% (-0,3) CINA +7,6% (-0,2) +7,3% (-0,4) INDIA +3,8% (-1,8) +5,1% (-1,1) BRASILE +2,5% (-) +2,5% (-0,7) RUSSIA +2,5% (-) +3,3% (-) – ECONOMIE AVANZATE +1,2% (-) +2,0% (-0,1) – ECONOMIE EMERGENTI +4,6% (-0,5) +5,1% (-0,4).

fonte: ANSA

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Aumenta a settembre il settore dei servizi

Aumenta a settembre l’indice degli acquisti dei manager (Purchasing Managers’ Index, Pmi), relativo al settore non manifatturiero, considerato un buon indicatore per lo stato dell’economia. Secondo i dati diffusi poco fa dall’ufficio nazionale di statistica cinese e dalla federazione cinese di logistica e acquisti, il dato di settembre è stato registrato al 55,4% rispetto al 53,9% di agosto. Un dato superiore al 50% indica crescita, mentre al di sotto significa stagnazione. L’aumento dell’indice deriva anche dalla forte crescita nel settore dei servizi di consumo grazie all’aumento delle vendite al dettaglio a settembre in vista delle feste nazionali di questi giorni. L’indice comprende settori come i servizi, le edilizia, l’informatico, l’aviazione, i trasporti ferroviari e l’immobiliare. Ieri l’indice Pmi del manifatturiero aveva fatto registrare il massimo da 17 mesi, con una crescita a settembre al 51,1%.

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A settembre indice Pmi più alto da maggio 2012

L’attività manifatturiera in Cina a settembre è salita al punto più alto in 17 mesi, secondo i dati diffusi oggi dall’ufficio nazionale di statistica di Pechino. Il Purchasing Managers’ Index (Pmi) il mese scorso è stato registrato al 51,1%, rispetto al 51% di agosto, facendo registrare il terzo mese consecutivo di aumento e un record da maggio 2012. Un dato sotto il 50% indica stagnazione, sopra invece indica crescita.

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Fmi: rallentamento Cina più forte attese preoccupa

Un rallentamento più forte del previsto della crescita in Cina e’ una ”preoccupazione al momento” e avrebbe i maggiori effetti sulle economie dell’Asia e dell’America Latina. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) nei capitoli analitici del World Economic Outlook.

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Inflazione cinese scende ad agosto al 2,6%

Scende ad agosto l’inflazione cinese. Secondo i dati resi noti oggi dall’ufficio nazionale di statistica, l’inflazione ad agosto è scesa al 2,6% rispetto al 2,7% che si era registrato per il mese di luglio.

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Rivisto al ribasso il pil del 2012, da 7,8 al 7,7%

Le autorità cinesi hanno abbassato il dato della crescita nel 2012 di 0,1 punti percentuali. Come riporta un comunicato diffuso poco fa dall’Istituto Nazionale di Statistica di Pechino, il prodotto interno lordo cinese del 2012 è stato abbassato al 7,7% rispetto al precedente dato del 7,8. La revisione del dato ha ricalcolato il Pil a 51,89 trilioni di yuan (8,51 trilioni di dollari) nel 2012, 38 miliardi di yuan in meno del dato precedente.

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Obiettivo crescita cinese a 7,5% raggiungibile secondo esperti

La Cina sarà capace di raggiungere l’obiettivo fissato per la crescita di quest’anno al 7,5%. Lo ha detto un portavoce dell’Istituto Nazionale di Statistica di Pechino. Secondo Sheng Laiyun, l’economia cinese si sta stabilizzando, sostenuta da politiche a supporto in Cina e dall’aumento della domanda estera. Il prodotto interno lordo cinese è cresciuto del 7,6% nel primi sei mesi dell’anno, la peggiore performance nei primi sei mesi degli ultimi tre anni, ma in linea con le aspettative del mercato. A luglio la produzione industriale è aumentata del 9,7% rispetto all’anno scorso, con un incremento dello 0,8% rispetto a giugno, indicando una certa fiducia nelle aziende cinesi.

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Bank of China smentisce voci di default

La Bank of China, la piu’ grande banca cinese, ha smentito con una nota nella tarda serata di ieri che in giornata si sia trovata in default per assenza di liquidita’. La nota e’ stata anche pubblicata dall’agenzia Nuova Cina. Era stato un post pubblicato sul sito di microblogging Sina Weibo (l’equivalente di Twitter in Cina) del giornale economico 21st Century Business Herald ad annunciare che la banca aveva interrotto le transazioni per almeno mezz’ora a causa di una carenza di liquidita’. La banca ha smentito questa circostanza, riservandosi azioni legali. Un recente aumento dei tassi di interesse nel mercato interbancario ha aumentato le preoccupazioni su una crisi di liquidita’. Il mercato bancario e’ in forte tensione per questo. La banca centrale cinese e’ intervenuta emettendo prestiti di circa 324 milioni di dollari, ma ha annunciato che dovranno essere le banche ad adottare altre misure, perche’ non immettera’ altra liquidita’.

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Scende inflazione a maggio, ma dati economia deludono

Scende l’inflazione cinese a maggio. Secondo i dati dell’ufficio nazionale di statistica, a maggio l’inflazione e’ salita al 2,1%, in discesa rispetto al 2,4% di aprile.
Il rallentamento della domanda interna e internazionale pesano anche sull’economia cinese i cui ultimi dati deludono e alzano la pressione per il varo di nuove misure di stimolo da parte di Pechino. L’ultima conferma arriva da una serie di dati statistici, tutti sotto le attese degli analisti e condizionati dallo stato dell’economia globale oltre che dall’apprezzamento dello yuan Secondo quanto rileva la Bloomberg, la produzione industriale a maggio e’ salita del 9,2%, sotto le attese degli analisti. Le esportazioni cresciute dell’1%, il minimo degli ultimi 10 mesi, contro il +14,7% di aprile, mentre l’import e’ calato dello 0,3%. Anche i nuovi prestiti in valuta locale sono scesi da 793,2 a 667 miliardi di yuan e segnalano l’affaticamento del sistema bancario locale. Infine i prezzi al consumo sono aumentati del 2,1% contro la stima del 2,5%. Gia’ lo scorso mese inoltre gli analisti contattati dalla Bloomberg avevano tagliato le stime sulla crescita del Pil del secondo trimestre dall’8 al 7,8. Una raffica di dati e previsioni che conferma sempre piu’ il rallentamento del gigante asiatico. Per i vertici del paese tuttavia lo spazio di manovra per eventuali nuove manovre di allentamento monetario o di aumento della spesa ha dei limiti. I rischi sono infatti sia di tipo finanziario che di sovracapacita’ produttiva mentre preoccupa l’impennata dei prezzi del comparto immobiliare ma e’ difficile che vi siano altre alternative. ”La crescita resta non convincente – spiega Louis Kuijs capo economista di Rbs a Hong Kong – e i dati rafforzano ancora di piu’ le richieste di una politica macro espansionistica”.

fonte: ANSA

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