Niente piu’ funerali fastosi per i membri del partito comunista. Nell’ambito della campagna a favore dell’austerita’ in Cina, secondo quanto riferisce la stampa locale, in un documento reso pubblico ieri, si specifica che d’ora in poi “i pubblici funzionari e i membri del partito dovranno optare per cerimonie funebri semplici e all’insegna della sobrieta’, evitando le pratiche basate sulla superstizione”. In Cina i funerali rappresentano spesso un’occasione per mostrare alla gente la ricchezza e la posizione sociale ed economica raggiunta dal defunto, diventando delle vere e proprie feste con cibarie di lusso. Il documento, che e’ stato redatto congiuntamente dagli uffici generali del Consiglio di Stato e dal Comitato centrale del partito comunista, specifica anche che durante i funerali i familiari del defunto devono evitare di accettare regali in denaro dai visitatori. I funzionari di partito sono anche invitati a donare i loro organi e a scegliere la cremazione. Benvenuta la pratica di piantare alberi o fiori mentre sono vietati i fuochi d’artificio o la pratica di bruciare banconote nei pressi delle attrazioni turistiche. In Cina il costo per un lotto cimiteriale, specie nelle grandi citta’, e’ altissimo. A Pechino e a Shanghai puo’ arrivare a costar decine di migliaia di dollari, superando anche i costi degli appartamenti in alcuni casi.
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Ora è ufficiale: basta pinne di squalo, nidi di rondine e altre costose leccornie dai banchetti ufficiali
Banditi dai pranzi dei governanti cinesi le pinne di squalo, i nidi di rondine e, piu’ in generale i prodotti di lusso. Lo mette nero su bianco un documento del comitato centrale del Partito Comunista cinese e del Consiglio di Stato. In linea con la spending review e la regolamentazione delle spese dei governanti e dei funzionari del partito voluta dal presidente e segretario del partito comunista Xi Jinping, arrivano così nuove regole anti lusso, eliminando consuetudini molto usate nei banchetti e negli incontri ufficiali. Via i cibi con animali selvatici, ma anche sigarette e liquori molto cari. I funzionari in missione fuori dalla loro sede, si legge nel documento, dovranno ridurre le spese e chi li ospita può organizzare una sola cena in loro onore. Vietata l’organizzazione di conferenze e attrazioni turistiche, centri commerciali o di intrattenimento e vietato l’uso di fondi pubblici per spese turistiche o ricreative personali. Niente suite d’albergo per i funzionari al di sotto del livello provinciale e stop a regali, anche in soldi, o souvenire a funzionari. Ridotto anche il numero di funzionari delle delegazioni e banditi tappeti rossi in aeroporti o per accogliere delegazioni. Tagli anche per le auto blu e quelle della polizia, ridotte al seguito di delegazioni o eventi. Ci sarà la supervisione pubblica, grazie alla pubblicazione dei dettagli, per tutte le spese. Il documento diffuso anche dall’agenzia Nuova Cina, spiega che le nuove regole miramo alla “frugalità” opponendosi a “stravaganze” per “stringere la lotta alla corruzione”. Saranno interessati dal regolamento anche le società statali, le istituzioni finanziarie e le organizzazioni statali.
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Figlia ex premier Li Peng smentisce accuse corruzione
Li Xiaolin, la figlia dell’ex premier cinese Li Peng, ha smentito oggi di aver svolto una mediazione per un accordo da milioni di sterline con il quale la Zurich assicurazioni è riuscita ad entrare nel mercato cinese anni prima di quanto possibile per altre societa’ del settore. La smentita è stata resa necessaria dopo una inchiesta del Telegraph secondo la quale la figlia dell’ex premier, ora alla guida della China Power International Development (produttore energetico cinese quotato ad Hong Kong), avrebbe presentato nel 1995 Zurich a diversi soggetti della New China Life, il più grande assicuratore privato cinese. La Zurich avrebbe poi pagato 16,9 milioni di dollari su un conto alle Bahamas (servito a pagare tangenti a funzionari cinesi e elargire premi a Li e alla sua famiglia) ottenendo in cambio la possibilità di acquistare un quarto delle quote della società di cinese. In un comunicato affidato su internet tramite la sua società, Li Xiaolin ha smentito tutte le accuse, ma si è attirata molte critiche e dubbi in rete. Li Peng è anche conosciuto come “il macellaio di Tiananmen”, avendo guidato nel 1989 la repressione nel sangue del movimento che chiedeva più democrazia in Cina.
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Oltre 800 segnalazioni al giorno a sito anticorruzione
L’osservatorio di disciplina istituito sul sito internet ufficiale del partito comunista ha ricevuto una media giornaliera di 827 segnalazioni di corruzione dalla sua apertura lo scorso due settembre. Lo riferisce il Global Times. Nel primo mese sono state 24.800 le segnalazioni postate. Il sito, http://www.ccdi.gov.cn, è stato aperto congiuntamente dalla Commissione Centrale di disciplina del Partito comunista e dal ministero della Supervisione, con lo scopo di combattere più efficacemente la corruzione e interagire con i cittadini. Al due ottobre, 4.200 persone si erano registrate sul sito che consiste di 10 sezioni, compreso un forum dove è possibile dire la propria opinione, lasciare commenti o fare proposte.
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Cina assicura protezione ad utenti che denunciano online la corruzione
Le autorità cinesi assicurano che proteggeranno coloro che, attraverso il sito anticorruzione dello stato, denunceranno funzionari o altri colpevoli di corruzione e tangenti. Lo ha annunciato, in un messaggio pubblicato sullo stesso sito, il segretario generale dell’agenzia anticorruzione del partito comunista cinese, Cui Shaopeng. Cui ha assicurato l’anonimato a tutti coloro che lasceranno sul sito le loro denunce, che cominciano già ad arrivare copiose. Le autorità, spinti dal presidente cinese Xi Jinping, hanno messo in campo una poderosa azione anti corruzione e l’apertura del nuovo sito, da alcune settimane, è solo l’ultima mossa in questo senso. Sullo stesso sito, l’autorità ha annunciato nei giorni scorsi diverse inchieste su funzionari accusati di corruzione. Per favorire le denunce, Cui ha informato che verrà data priorità alle denunce fatte da persone che lasciano anche i propri dati, così da agevolare le verifiche ed evitare false accuse e vendette personali.
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Funzionario condannato a 11 anni, posedeva 22 case
E’ stato condannato a 11 anni e mezzo di carcere per corruzione ‘fratello casa’, il funzionario di polizia che aveva un patrimonio immobiliare segreto di 22 case. Cai Bin, secondo la stampa cinese che cita il tribunale del distretto di Haizhu a Guangzhou, l’ex Canton, capoluogo della provincia meridionale del Guangdong, avrebbe accettato tangenti per quasi 400 mila euro, dal 1993 al 2012. L’uomo è stato rimosso dal suo posto ad ottobre del 2012 dopo che alcuni utenti su internet avevano scritto che era il proprietario di oltre 20 case. Il processo è stato celebrato a luglio. Cai non è l’unico ad essere stato processato dopo le denunce online. La settimana scorsa è stato condannato a 14 anni di carcere per tangenti, Yang Dacai, ‘fratello orologio’, l’ex capo della commissione provinciale dello Shaanxi per la sicurezza del lavoro. Foto dell’uomo che sorrideva sul luogo di un grave incidente stradale e altre nelle quali indossava orologi costosi, sono apparse online e ne hanno provocato l’arresto, il processo e la condanna.
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Due funzionari cacciati dal partito per la corruzione
Non si ferma la furia delle epurazioni da parte delle autorità cinesi nei confronti di funzionari ritenuti corrotti. Oggi è stata la volta di due alti papaveri regionali ad essere espulsi dal partito ed essere messi sotto inchiesta per “sere violazioni di disciplina”, la formula usata per intendere la corruzione. Il primo a cadere, secondo quanto riferisce il neonato sito della Commissione centrale del partito per l’ispezione e la disciplina, è stato Wang Suyi, ex alto funzionario della provincia autonoma della Mongolia interna. Secondo le prime indagini, Wang avrebbe accettato tangenti e regalie per se’ e i suoi familiari. Nella rete dell’anticorruzione è caduto poi Li Daqiu, ex vice presidente del comitato del Guangxi della Conferenza Politico-Consultiva ed ex capo del sindacato provinciale. Questi due sono gli ultimi di una serie di funzionari rimossi in seguito alla campagna promossa dal presidente cinese e segretario del partito Xi Jinoping contro la diffusa corruzione nella nomenklatura.
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Con spending review è crisi per i dolci tradizionali
La spending review e il richiamo alla sobrietà per i funzionari pubblici e del partito fatta dal presidente cinese Xi Jinping, toccherà quest’anno anche i moon cake, tradizionali dolci che in Cina si scambiano come omaggio durante il festival di mezzo autunno. La settimana scorsa le autorità cinesi hanno emesso un regolamento che vieta l’acquisto dei dolcetti con denaro pubblico. La cosa ha gettato nel panico molti produttori, perchè soprattutto la vendita di moon cake di fascia alta (alcuni con foglie d’argento e d’oro), rischia di azzerarsi e di creare una crisi nelle vendite. In crisi anche i produttori delle scatole, molte delle quali con gioielli, che racchiudono i dolcetti o le loro copie fatte in oro. Ma non tutti sembrano aver preso sul serio la richiesta delle autorità. E qualcuno, per evitare controlli, li ha ordinati a Hong Kong.
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Censura preventiva su show Tv in nome della sobiertà
La scure della sobrietà, che si sta abbattendo in diversi settori pubblici cinesi dall’avvento al potere del presidente Xi Jinping, tocca ora anche gli show televisivi. Secondo un nuovo regolamento, le tv dovranno presentare in anticipo alle autorità i progetti dei programmi e dovranno registrarli ben due mesi prima della messa in onda, per permettere alla censura di bloccare trasmissioni troppo sfarzose e sensazionaliste e di orientarle invece verso ”arricchimenti spirituali ed estetici”. Il nuovo regolamento, diffuso ieri dall’Amministrazione generale statale per la stampa, le pubblicazioni, la radio, i film e la televisione, prevede che tutte le stazioni televisive cinesi siano obbligate d’ora in poi a depositare prima i loro piani per i programmi, soprattutto i gala televisivi. L’intento è quello di promuovere, come scrive l’agenzia Nuova Cina ”la frugalità” e di “frenare programmi fatti con lo stampino”, tagliando il superfluo. Non solo: tutti i programmi dovranno essere registrati due mesi prima di andare in onda, così che le autorità possano decidere in qualsiasi momento di tagliarli o di bloccarli, evitando così che vadano in onda programmi ritenuti ”superflui” e ”eccessivi”. Il regolamento, come sottolinea l’agenzia di stampa cinese, non solo intende tagliare le stravaganze dagli show televisivi, ma anche focalizzarli sugli ”arricchimenti spirituali ed estetici, evitando ostentazione e sensazionalismo”. Promossa di più anche la partecipazione dei cittadini. Il nuovo regolamento chiede alle televisioni di fare in modo che il pubblico partecipi ai gala più attivamente, così da ridurre il tempo e le spese usate per per ospitare le star. L’approvazione delle autorità deve avvenire per tutti i gala e i programmi, e sono previste sanzioni per le reti che non si adeguano. Il regolamento si applicherà anche al consueto gala di inizio d’anno, che tiene incollati per una intera giornata alla televisione tutti i cinesi, che in quell’unica occasione si riuniscono tutti intorno alla tavola con i familiari. Proprio di questo gala regina indiscussa per anni è stata Peng Liyuan, attuale moglie del presidente cinese Xi Jinping, l’uomo dietro questa ondata di moralizzazione e taglio del superfluo nella politica e nell’amministrazione cinese. Da quando lo scorso marzo è diventato l’uomo più potente di Cina, Xi si è adoperato in una serie di attività volte a ripulire l’immagine di un partito e di politici troppo corrotti, che spendono molti soldi per il superfluo. E così via dai banchetti i cibi costosi, niente tappeti rossi, auto di lusso ed altre misure. Pochi giorni fa la notizia secondo la quale saranno anche tagliati i gala e le feste che i politici e i ministeri organizzano, incoraggiando soltanto eventi frugali, evitando spese folli, lusso e stravaganze. Il nuovo regolamento prevede tra l’altro che non si debbano usare soldi pubblici per finanziare gala commerciali o per invitare star e questo vale anche per le grosse imprese statali cinesi.
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Xi Jinping continua battaglia contro stravaganze a nomenklatura
Nuova iniziativa del presidente cinese Xi Jinping per cercare di fermare la corruzione e il malcostume dilaganti nel Paese e nei ranghi della nomenklatura del Partito comunista. Una “campagna della durata di un anno”, secondo un dispaccio dell’ agenzia ufficiale Nuova Cina, verrà lanciata contro “gli stili di lavoro indesiderabili come il formalismo, il burocratismo, il lassismo e le stravaganze” dei mandarini del potere rosso. Si tratta di un passo avanti – almeno sulla carta – di una più vasta campagna contro “gli sprechi e la corruzione” promessa dal sessantenne Xi Jinping dopo la sua elezione a segretario generale del Partito Comunista Cinese, in novembre. Nuova Cina riferisce che l’onnipotente Politburo del Comitato Centrale comunista – il massimo organo decisionale del Paese, guidato da un ristretto “comitato permanente” di sette persone – ha deciso in aprile di avviare il ‘repulisti’ per “rafforzare i legami tra i membri del partito e il resto della popolazione nella seconda parte dell’ anno”. Intervenendo in seno al sinedrio, Xi – che in marzo ha assunto anche le cariche di presidente della Repubblica e della importantissima commissione militare centrale – ha affermato con un apparente eufemismo che “il compito principale” di questa campagna sarà quello di “costruire nuovi stili di lavoro”. Xi Jinping ha inaugurato in effetti un nuovo “stile” informale fra i vertici del partito: predicando sobrietà, apparendo spesso in maniche di camicia e rinunciando allo sfarzo delle cerimonie e dei banchetti tanto amati dai dirigenti provinciali e dell’ amministrazione. Secondo alcuni articoli apparsi sulla stampa cinese, l’ impatto del “nuovo corso” di Xi sarebbe stato così forte da provocare una sensibile diminuzione dell’ importazione in Cina di beni di lusso – un’affermazione che finora non ha trovato peraltro riscontri statistici concreti. Sul piano della lotta alla corruzione vera e propria, l’iniziativa di più alto profilo degli ultimi mesi resta comunque l’ apertura, il 9 giugno, del processo contro l’ ex-ministro delle ferrovie Liu Zhijun. Liu – un “superpotente” che ha gestito le mastodontiche ferrovie cinesi come un feudo privato – è accusato di corruzione, favoritismi e abusi di potere. Nella prima fase del processo egli ha confessato “i suoi crimini”, ha aiutato gli investigatori e ha restituito una parte imprecisata del maltolto, riferiscono le cronache ufficiali. Ma non è certo che questo sarà sufficiente ad evitargli una condanna a morte, che riscuoterebbe l’ approvazione della grande maggioranza dell’ opinione pubblica cinese.
fonte: ANSA
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