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Accordo Fiera Milano in Cina per importante evento food, wine e hospitality

Continua l’espansione in Cina di Fiera Milano. Come aveva lasciato intendere Enrico Pazzali, amministratore delegato della società, pochi giorni fa in una intervista all’ANSA, la società fieristica milanese ha stretto un accordo con uno dei più importanti organizzatori di fiere del vino in Cina per realizzare insieme un importante evento fieristico nel sud della Cina il prossimo novembre. Worldex, società cinese del gruppo Fiera Milano attiva nelle province di Guangdong e Hainan, titolare di Food Hospitality World e la Canton Universal Fair Group Ltd, organizzatrice di Interwine China, hanno deciso di unire le forze e di tenere insieme quello che si annuncia essere il più importante evento fieristico della Cina dedicato al vino, agli alcolici, al food e all’hospitality. L’annuncio dell’accordo è stato dato a Chengdu, capitale della provincia sud occidentale del Sichuan, importante centro per il commercio del vino, da Rita Jia, amministratore delegato di Canton Universal Fair Group Ltd e da Dario Rota, country manager per la Cina di Fiera Milano. Interwine China, si tiene a Guangzhou, ex Canton, ogni sei mesi e vede la partecipazione di aziende produttrici sia cinesi che straniere, importatori locali e della vicinissima Hong Kong, oltre a distributori e grossisti nazionali. Food Hospitality World è una mostra professionale il cui format è stato appositamente ideato da Fiera Milano per i nuovi grandi mercati extraeuropei, che sta facendo il giro del mondo: debutterà in maggio in Sudafrica, dopo aver toccato Brasile, India e Cina. “La Cina – spiega Enrico Pazzali – è un mercato strategico per il made in Italy, molto apprezzato anche per i suoi eccellenti prodotti alimentari. Per questo Fiera Milano ha intensificato negli ultimi anni i suoi investimenti in questo paese con l’obiettivo di offrire alle nostre aziende una efficace piattaforma in loco di penetrazione commerciale. L’intesa conclusa con Interwine va in questa direzione e costituisce un ulteriore passo avanti nel disegno di lungo termine che ci vede impegnati”. “Siamo onorati – conclude l’amministratore delegato di Fiera Milano – di poter chiudere questo accordo con Interwine, che rappresenta una punto di riferimento per il mercato enologico cinese ed è il più importante appuntamento fieristico b2b del sud della Cina. Insieme a Food Hospitality World offrirà agli operatori una proposta integrata che unisce cibo, vino e alcolici. Fiera Milano vuole dotare il comparto alimentare italiano di un palcoscenico fieristico all’altezza dell’eccellenza mondiale dei suoi prodotti, attraverso un evento B2B in Italia altamente qualificato (la manifestazione Tuttofood), e una serie di gemmazioni nei nuovi mercati extraeuropei (i diversi Food Hospitality World). Si tratta di un progetto complesso che ha richiesto alcuni anni per essere messo a punto. Ma che ora, a tre anni dalla sua nascita, ci sta dando grandi soddisfazioni”.

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Educational su cibo e vino italiani a Pechino e Guangzhou

Il cibo e il vino italiano sono stai i protagonisti di due educational organizzati a Pechino e a Guangzhou, l’ex Canton, dall’agenzia Ice e rivolti ad operatori cinesi del settore e stampa specializzata. “Maestri del gusto” non è stata una classica fiera, ma più un momento educativo, nel quale oltre 150 operatori cinesi nelle due città hanno potuto imparare l’utilizzo dei prodotti e del vino italiani, l’accostamento con i cibi, le qualità dei prodotti, nel quale non sono mancati anche momenti promozionali. Per quanto riguarda il vino, un momento è stato dedicato anche all’accostamento dei vini italiani ai piatti cinesi. L’evento di Pechino si e’ tenuto al Ritz Carlton Chaoyang dove gli invitati hanno degustato 23 combinazioni cibo/vino realizzate da un esperto di settore, John Isacs, che ha svolto anche il ruolo di “Master of Ceremony” illustrando agli ospiti le caratteristiche dei vini, dei cibi, e degli abbinamenti proposti. Per l’occasione e’ stata inoltre realizzata una guida/catalogo dell’iniziativa dove gli ospiti hanno potuto trovare le descrizioni dei vini e dei cibi. A Guangzhou teatro della iniziativa e’ stato il ristorante Arte Cafe’ dove gli ospiti invitati hanno potuto assistere alla preparazione delle pietanze proposte dallo Chef Nicola Bacchi.

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Salumi italiani protagonisti a Hong Kong

Inaugurata ad Hong Kong ”Salumiamo”, un’iniziativa promozionale organizzata dall’Agenzia Ice dell’ex colonia britannica in collaborazione con l’IVSI (Istituto Valorizzazione Salumi Italiani), dedicata ai salumi italiani. ßAll’evento di lancio, che si e’ tenuto lo scorso 19 novembre presso il ristorante Isola, al quale hanno partecipato giornalisti e opinion leaders, sono anche state fatte delle dimostrazioni culinarie dello chef Fabio Ugoletti di Alma (la scuola internazionale di Cucina Italiana). Sono poi previsti in dieci ristoranti dell’ex colonia britannica e di Macao degli ”happy hour” con degustazione gratuita di salumi. In due catene commerciali (AEON dal 15 al 23 novembre e City Super dal 24 novembre al 1 dicembre) e in 10 punti vendita si svolgerà poi una promozione dei prodotti mentre sono stati poi organizzati dei corsi di cucinaß presso scuole di cucina di Hong Kong e Macao, con 4 lezioni tenute dallo Chef Fabio Ugoletti che spiegherà in particolare le caratteristiche dei salumi italiani e le varie modalità per servirli. Prevista infine anche una brochure, in 15.000 copie, con descrizione delle caratteristiche e delle qualità organolettiche dei salumi, che viene distribuita gratuitamente in occasione delle varie attività promozionali.

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Oltre 100 aziende italiane a fiera food in Cina

Si è aperta stamani a Shanghai la 17/a edizione della fiera Food & Hospitality China, una delle più importanti in Asia del settore. Anche quest’anno, l’Italia è uno dei paesi più rappresentati tra i 70 presenti, con oltre 100 aziende, diverse delle quali ospitate nel padiglione realizzato come di consueto dall’Agenzia Ice. Nell’area italiana, non solo aziende: una zona è destinata ad una serie di seminari tematici sui prodotti italiani del cibo e del vino, con l’intento di accompagnare i numerosi buyers cinesi, l’80% degli oltre 30.000 visitatori dell’anno scorso, sulla qualità dei prodotti italiani, sul loro uso, sulla loro versatilità, sulle loro caratteristiche. “Quest’anno – ha detto all’inaugurazione il console generale Vincenzo De Luca – abbiamo avuto segnali incoraggianti nel settore, avendo registrato fino a settembre +15% di aumento nella vendita di vini e +20% nel food made in Italy. L’anno scorso erano più bassi. I nostri competitor, pur vendendo più di noi, hanno avuto crescite inferiori”. “La qualità dei prodotti italiani – ha proseguito De Luca – ripaga sia nella ristorazione italiana, che sta crescendo molto qui, sia grazie ad aumento dei visitatori cinesi in Italia, che, visitando il nostro paese, assaggiano e ritornando comprano. Quest’anno sono presenti molte più aziende del settore oliario, ma manca una buona presenza del settore dei prodotti da forno, nel quale siamo cresciuti del 47% pur in assenza di grandi gruppi”. “Secondo i dati in nostro possesso – spiega Claudio Pasqualucci, direttore Ice Shanghai – le importazioni settoriali cinesi sono in costante crescita, arrivando nel 2012 a 86,1 miliardi dollari, con un aumento in valore del 20,6% rispetto al 2011. Nello stesso periodo l’Italia ha esportato prodotti agroalimentari e bevande per 323 milioni dollari, in crescita del 7,7%, con una quota di mercato pari allo 0,4%. I prodotti maggiormente esportati sono la cioccolata, i vini, l’olio d’oliva, le conserve alimentari, il caffè e la pasta”. “Se osserviamo i dati dei primi 9 mesi del 2013 – continua Pasqualucci – la Cina ha importato prodotti agroalimentari e bevande per 67,8 miliardi USD, con una crescita del 7,3%, mentre le esportazioni del made in Italy in Cina hanno toccato 263 milioni USD (+22% rispetto allo stesso periodo del 2012)”. “L’Italia occupa la 26/a posizione – ha concluso Pasqualucci – Se però andiamo ad osservare i prodotti di punta del made in Italy, nei primi nove mesi del 2013 essi hanno consolidato e, in alcuni casi, perfino migliorato la loro posizione di primo piano nel mercato locale: primo posto per cioccolato, secondo per olio d’oliva, spumante, pasta e acque minerali; terzo per vino imbottigliato; quarto per caffè; quinto per i formaggi”.

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Due pizzazioli cinesi a Pizza Festival Napoli

Anche due pizzaioli cinesi parteciperanno al Pizza Festival che comincerà domani a Napoli. Ricky, giovane pizzaiolo di Shanghai che ha imparato il mestiere dallo chef napoletano Enzo Carbone (per il quale lavora nella sua pizzeria Matto a Shanghai), ha già partecipato al Pizza Fest, piazzandosi al secondo posto. Sarà invece la prima volta per Luca, al secolo Xuan Dai, di 21 anni, pizzaiolo formatosi sempre alla scuola di Carbone (una istituzione per la pizza in Cina) ma che lavora al Mammamia di Suzhou, ristorante dei napoletani Stefano e Daniela Micillo. La presenza dei due pizzaioli di Shanghai, insieme ai manager dei due locali, fa da preludio al festival della pizza che sarà organizzato a Shanghai nella prima settimana di novembre, nell’ambito della settimana di Napoli a Shanghai “Loro di Napoli” organizzata dal Consolato italiano a Shanghai, l’agenzia Ice, l’Istituto di Cultura italiano a Shanghai, la Regione Campania, il Comune di Napoli e l’Unione industriali di Napoli e alla quale parteciperanno aziende campane in incontri b2b oltre a mostre d’arte, sfilate di moda, mostre fotografiche, concerti e rassegna cinematografica all’insegna di Napoli e della Campania.

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Italia primo paese a fiera alimentare Shanghai

L’Italia è il paese con maggiori espositori tra quelli presenti alla fiera Food Hospitality China, una delle più importanti al mondo del settore alimentare, aperta oggi a Shanghai. Quest’anno il padiglione italiano organizzato come dal 2004 dall’Ice, conta la partecipazione di 36 aziende del settore alimentare e di 12 aziende del settore vinicolo. Al di fuori del padiglione italiano ci sono altre 59 aziende italiane con consorzi nel padiglione dell’Unione europea e in altre zone. In totale in fiera ci sono 1500 aziende provenienti da 77 tra paesi e regioni, registrando un incremento rispetto allo scorso anno quando erano state 1100. I padiglioni nazionali sono per questa sedicesima edizione 47, 20 in più rispetto al 2011. Ma non solo esposizione: nei tre giorni della fiera l’Ice ha anche organizzato 14 seminari mirati sul tema del cibo e del bere italiano (vino, birra e caffé), per aggiungere la cultura del prodotto made in Italy. “La grande presenza di aziende italiane – ha detto all’inaugurazione il console generale italiano Vincenzo De Luca – dimostra non solo l’interesse del nostro paese per questo mercato, ma l’interesse dei cinesi ai nostri prodotti, in continuo aumento”. “Il 2011 – spiega Maurizio Forte, direttore del locale ufficio Ice – ha segnato un importante aumento delle esportazioni italiane in Cina: considerando i prodotti tipici (pasta, prodotti da forno, cioccolata, prosciutto, formaggi, vino, acque minerali, gelati, kiwi, preparati vegetali e confetture), l’Italia si è posizionata al secondo posto dopo la Francia. Le esportazioni italiane hanno raggiunto i 275,61 milioni di dollari, segnando un aumento del 48,2%. Un trend positivo che sta proseguendo anche nel 2012: le esportazioni hanno infatti raggiunto, nei primi nove mesi dell’anno, i 195,03 milioni di dollari segnando un +7,8% rispetto allo stesso periodo del 2011”. Nella classifica del 2011 dei paesi esportatori di prodotti agroalimentari verso la Cina, l’Italia è salita al 25mo posto (dal 28mo nel 2010), con un valore complessivo di 300,09 milioni di dollari, in crescita del 46,7% rispetto all’anno precedente. Tra i prodotti tipici, l’Italia è il primo fornitore di cioccolato (con una quota di mercato del 44,2%) e di pasta (19,01%), mentre è seconda nelle esportazioni di olio d’oliva (23,35%) e di acque minerali (10,6%).

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Prodotti italiani in vetrina ad Auchan Cina

Per la prima volta 54 aziende italiane con 120 prodotti tipici di tutte le regioni d’Italia sono sbarcate in Cina nei 45 punti vendita di Auchan. Grazie all’iniziativa congiunta di Auchan Italia e Auchan Cina, con il sostegno del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (che ha riconosciuto per cinque anni, a partire dal 2012, il suo patrocinio per il marchio Auchan “I Sapori delle Regioni”) e quello dell’Ice, con il contributo del consorzio del Parmigiano Reggiano e di alcune aziende vitivinicole, i consumatori cinesi avranno la possibilità di approcciare una serie di prodotti di qualità da tutta Italia, che vanno ad aggiungersi agli oltre 12.500 prodotti di più di 900 piccole e medie aziende italiane che partecipano al programma di export attivo dal 2009. “I sapori delle Regioni” è operativo nei punti vendita di Pechino e di Shanghai e rappresenta un’importante vetrina per aziende che altrimenti avrebbero difficoltà ad approcciare un mercato complesso ma importante come quello cinese. “Questa scelta – spiega Fabio Sordi, direttore acquisti e mercati di Auchan Italia – è maturata dall’attenzione verso le nuove esigenze del consumatore, per il quale è sempre più importante ritrovare attraverso il cibo il sapore delle proprie origini, dei propri ricordi, ma anche il gusto della ricerca e della scoperta della grande tradizione enogastronomica italiana”. Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato, tra gli altri, anche Maurizio Forte, direttore dell’ufficio Ice di Shanghai, e il Console generale d’Italia a Shanghai, Vincenzo De Luca. “Cina e Italia – ha detto De Luca – condividono, tra gli altri, interessi culturali e gastronomici. Il cibo è un importante biglietto da visita per l’Italia”.

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Corsi Made in Italy per sommelier cinesi

Veri corsi di sommelier ‘Made in Italy’ in Cina, scuole per la formazione tecnica e culturale al vino italiano a Shanghai e a Pechino, pre-corsi di italiano, fornitura di materiale didattico e rilascio di un titolo di Sommelier Associazione Italiana Sommelier. Ecco l’ambizioso progetto nato per formare classi di sommelier cinesi stipulato tra Universita’ per stranieri di Siena, Associazione italiana Sommelier e Enoteca italiana con l’intento di affermare i valori qualitativi e culturali dei vini italiani in Cina. Il protocollo d’intesa, patrocinato dal ministero delle Politiche agricole, e’ stato firmato oggi da Massimo Vedovelli, rettore dell’Universita’ per Stranieri di Siena, Antonello Maietta, presidente Associazione Italiana Sommelier e Claudio Galletti, presidente dell’Ente Vini – Enoteca Italiana, secondo una nota diffusa anche in Cina dall’Enoteca Italiana. I primi due corsi avranno luogo a Shangahi e Pechino, citta’ sedi del progetto ‘100 enoteche italiane” che stanno sorgendo in Cina. In un secondo momento verranno individuate altre citta’ per lo svolgimento dei corsi, in collaborazione con universita’, agenzie cinesi o consorzi italiani presenti nel Celeste Impero. L’Universita’ per Stranieri di Siena reclutera’ gli interessati cinesi, mentre Enoteca Italiana che da 4 anni e’ presente in Cina attraverso la sua rete commerciale, mettera’ a disposizione, oltre ai vini italiani, anche la sua sede di Shanghai, Yishang Wine Business Consulting. I docenti saranno reclutati dall’Associazione italiana sommelier che, oltre a fornire la didattica necessaria, alla fine del corso e se sara’ superato l’esame, rilascera’ il titolo di Sommelier dell’ Ais. Inoltre, per diffondere la cultura del vino italiano tra i partecipanti, e’ previsto anche un pre-corso di italiano.

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Inaugurata a Shanghai sezione Accademia Italiana della Cucina

Le tradizioni culinarie natalizie italiane attraverso la degustazione dei più significativi piatti che nelle diverse regioni si cucinano durante le feste, hanno fatto da cornice all’inaugurazione a Shanghai della locale sezione dell’Accademia Italiana della Cucina. Con oltre 50 tra imprenditori, manager ed operatori culturali italiani nonché esponenti qualificati cinesi delle università, del mondo imprenditoriale e delle istituzioni, il delegato dell’Accademia a Shanghai, il console generale italiano Vincenzo de Luca e il vice delegato, il responsabile della sezione locale dell’Ice Maurizio Forte, hanno illustrato gli scopi dell’Accademia e hanno ripercorso la storia della cucina italiana. A Shanghai è di cucina italiana il maggior numero di ristoranti tra quelli di cucina non cinese, a riprova del grande interesse che i cinesi hanno per la cucina italiana. “A Shanghai – ha detto il console De Luca – vi è stato un notevole incremento della ristorazione italiana con un parallelo aumento sia della diffusione del vino che di prodotti alimentari Made in Italy. La creazione dell’Accademia è stata molto apprezzata dai numerosi ospiti che hanno partecipato all’evento di inaugurazione e nel prossimo anno sono in programma numerosi eventi con l’obbiettivo di far conoscere la tradizione della cucina italiana nelle sue varie declinazioni regionali e territoriali. La prestigiosa istituzione consentirà anche di far conoscere meglio la ristorazione italiana a Shanghai, che sta rappresentando un veicolo importante anche per la penetrazione in questo mercato della produzione agro-alimentare italiana e della nostra tradizione culinaria di eccellenza”.

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Triplicato il consumo di vino italiano in Cina secondo la Coldiretti

Vola l’export del vino italiano in Cina: nel 2010 le bottiglie made in Italy giunte sulle tavole cinesi sono più che triplicate rispetto all’anno precedente, facendo registrare un balzo del 242%. Il dato emerge da una analisi condotta dalla Coldiretti sulla base dei dati Istat e divulgata oggi in occasione della visita del primo ministro cinese Wen Jiabao in Italia. Secondo le analisi dell’associazione agricola il segno più nell’export non riguarderebbe solo in vino: l’agroalimentare nel suo complesso avrebbe infatti registrato una crescita di esportazioni nel Paese asiatico pari all’86%. Un aumento, secondo l’associazione agricola, che potrebbe ulteriormente ingigantirsi “col superamento di vincoli burocratici che spesso ostacolano le esportazioni alimentari”. Il superamento di tali ostacoli, per la Coldiretti, consentirebbe inoltre di “riequilibrare la bilancia commerciale agroalimentare tra Cina ed Italia”: il nostro Paese importerebbe infatti dal gigante asiatico prodotti agroalimentari pari a tre volte il valore delle nostre esportazioni. A tale preoccupazione si aggiunge inoltre quella sulle “garanzie di sicurezza alimentare dei cibi proveniente dalla Cina, in particolare dopo i recenti allarmi sul latte contaminato dalla melamina”. Il prodotto agroalimentare maggiormente importato dalla Cina, afferma Coldiretti, è il concentrato di pomodoro, per il quale si è registrato un aumento del 18% degli arrivi nel primo semestre 2010. Quest’anno, secondo stime dell’associazione, arriveranno in Italia 100 milioni di chili di concentrato dalla Cina destinato ad essere “spacciato” come Made in Italy, perché, ha concluso la Coldiretti “non è ancora obbligatorio indicare in etichetta la zona di coltivazione della materia prima agricola”.

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