Vuole essere preso seriamente Chen Guangbiao, uno degli uomini più ricchi della Cina, che nei giorni scorsi ha annunciato l’intenzione di acquistare il New York Times. L’uomo, tra i 400 più ricchi del paese, già noto per le sue stravaganze (vendette lattine di aria fresca ai residenti di Pechino imbottigliati nello smog, ha distribuito soldi in giro, ha comprato spazi pubblicitari sui giornali stranieri – Nyt compreso – per rivendicare la proprietà cinese sulle isole contese con il Giapone), la settimana scorsa aveva annunciato la sua intenzione di acquistare lo storico giornale americano. Qualche giorno dopo è stato fotografato all’aeroporto Jfk di New York. Dopo il suo annuncio, in rete ci sono state molte discussioni al riguardo, con smentite varie, ma Chen ha scritto una lettera al Global Times ribadendo la sua intenzione e chiedendo di essere preso sul serio. L’uomo, che ha fatto la sua fortuna con una società di rifiuti, risorse rinnovabili e riciclo, ha detto di aver trovato anche un socio di Hong Kong per questa iniziativa. Attualmente, il sito del New York Times cinese è oscurato, dopo che il giornale ha pubblicato una inchiesta sulle presunte fortune dell’ex premier Wen Jiabao.
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Magnate cinese annuncia di voler comprare il New York Times e chiede di essere preso sul serio
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Magnate si inventa il business dell’aria pulita in bottiglia. Non era stato già fatto a Napoli?
Magnate cinese si inventa il business della vendita dell’aria pura in bottiglia. Lo riferisce il South China Morning Post. Inutile dire che la cosa l’avevano pensata già i napoletani, basta guardare qui e qui. Il miliardario Chen Guangbiao, titolare di una società che si occupa di riciclo di materiali, é apparso in televisione munito di un martello e, dopo aver distrutto a scopo dimostrativo una dozzina di biciclette con batterie elettriche contenenti piombo, ha rivelato il suo piano, ossia vendere aria. L’uomo, il cui soprannome è “Low carbon Chen” ha spiegato in tv che “le batterie sono come armi nucleari che rilasciano radiazioni invisibili”. Il magnate cinese ha poi detto di aver deciso di imbottigliare aria fresca, proveniente da zone remote e non inquinate come Shangri-La nello Yunnan o Jinggangshan nel Jiangxi, vendendola poi per un prezzo tra i 4 e i 5 yuan a bottiglia (intorno ai 50 centesimi di euro). Le bottiglie – ha spiegato ancora l’estroso miliardario cinese – saranno disponibili soprattutto nelle grandi città come Pechino e Shanghai dove la qualità dell’aria è tutt’altro che buona e la gente necessita di prendere delle boccate di aria fresca. Non è chiaro quale sia la tecnica adottata per l’imbottigliamento dell’aria, ma Chen ha assicurato che dopo aver aperto la bottiglia è possibile aspirare senza problemi l’aria pura che é all’interno, traendone beneficio. Il nuovo business della vendita dell’aria dovrebbe, nelle intenzioni del magnate, avere anche uno scopo sociale assicurando molti nuovi posti di lavoro nei luoghi dove l’aria dovrà essere raccolta e imbottigliata. Il progetto è di pagare la gente del luogo che farà questo lavoro 10 centesimi di yuan (poco più di 10 centesimi di euro) per ogni bottiglia riempita di aria. Il nuovo prodotto prenderà il nome dal suo inventore e si chiamerà “Chen Guangbiao, persona perbene”. Chen divenne una celebrità in Cina nel 2008 quando donò 180 milioni di yuan (oltre 18 milioni di euro) per le vittime del terremoto che quell’anno colpì la provincia meridionale cinese del Sichuan.
Miliardario cinese fa beneficenza a Taiwan
Il piu’ famoso benefattore cinese e uno degli uomini piu’ ricchi della Cina, Chen Guangbiao, e’ arrivato a Taiwan per distribuire denaro e doni alla gente povera del luogo in prossimita’ dell’inizio delle festivita’ (in questi giorni si celebra il capodanno cinese). Lo riferisce la stampa locale cinese. Chen, 43 anni, amministratore delegato di una societa’ che si occupa di recupero di materiali da costruzione nella provincia orientale del Jiangsu, e’ stato ricevuto al suo arrivo dalle autorita’ di Taipei che gli hanno dato il benvenuto. Chen e’ balzato agli onori delle cronache lo scorso settembre quando affermo’ di voler donare alla sua morte tutta la sua ricchezza in beneficenza e di voler convincere anche altri miliardari cinesi a fare lo stesso. Il magnate cinese ha deciso di donare a Taiwan circa 500 milioni di dollari taiwanesi (circa 15 milioni di euro) per aiutare le famiglie in difficolta’ ma anche in segno di ringraziamento verso Taiwan che, ha detto Chen, ha dimostrato generosita’ nei confronti della Cina aiutandola in occasione di calamita’ naturali. La visita del benefattore non e’ stata tuttavia accolta favorevolmente da tutti. All’arrivo della sua delegazione (Chen e’ accompagnato da un gruppo di imprenditori) un gruppo di manifestanti anti-cinesi hanno innalzato striscioni con la scritta ”benvenuti ipocriti”.
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Incerta la presenza di cinesi alla cena di beneficenza di Bill Gates
A 24 ore dalla cena di beneficenza organizzata per domani sera a Pechino dai miliardari americani Bill Gates e Warren Buffet ancora non è chiara la lista dei partecipanti. Tra i capitalisti cinesi più in vista solo uno, il 42enne Cehn Guangbiao, arricchitosi con il riciclaggio, le energie rinnovabili e – dicono alcuni analisti – grazie ai suoi ottimi legami con i vertici del Partito Comunista Cinese, ha aderito entusiasticamente all’ iniziativa. Chen, il cui patrimonio è stato valutato in 440 milioni di dollari, ha annunciato che alla sua morte donerà a istituti di carità tutto il suo patrimonio e ha invitato pubblicamente altri super ricchi a partecipare alla cena. Finora non è chiaro quante persone abbiano accolto l’ invito. Rupert Hoogewerf, fondatore della rivista Hurun specializzata nel seguire le carriere dei super ricchi cinesi, sottolinea che l’ anno scorso le donazioni ad istituti di beneficenza sono state di circa 583 milioni di dollari, sei volte la cifra di quattro anni fa. “Sono sicuro – ha aggiunto – che (alla cena) ci sarà una vasta partecipazione”. Molte motivazioni sono state date in questi giorni alla reticenza a fare beneficenza dei ricchi cinesi. Zhang Moxue, un giornalista sino-americano, ha scritto oggi sul quotidiano Global Times che il principale impedimento è costituito dall’ impossibilità di creare organizzazioni indipendenti dato che anche gli istituti caritatevoli “sono fortemente limitati dal controllo governativo”. Lo stesso Hoogerwerf ha ricordato che i super ricchi cinesi hanno fatto fortuna più rapidamente dei miliardari occidentali e sono in media nettamente più giovani. Dal canto loro Gates e Buffet si sono sforzati di chiarire che non intendono “forzare” nessuno a fare delle donazioni ma che intendono “condividere le loro esperienze” con i ricchi cinesi e cercare di convincerli.
fonte: ANSA
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Un milionario filantropo che fa proseliti
Un milionario cinese ha convinto altri cento supericchi cinesi a devolvere in beneficienza tutta la loro ricchezza personale. Lo afferma oggi la stampa cinese a pochi giorni dalla data fissata per una cena di beneficienza organizzata a Pechino dagli imprenditori americani Bill Gates, della Microsoft, e Warren Buffet. Chen Gunangbiao, il cui patrimonio ammonta a 440 milioni di dollari secondo la rivista Hurun, specializzata nelle classifiche degli uomini piu’ ricchi della Cina, ha dichiarato che dopo la sua morte lascera’ tutta la sua ricchezza agli istituti di beneficenza. ”Voglio dare un esempio e influenzare le idee di altre persone sulla ricchezza, la vita e convincerle a dare qualcosa in cambio alla societa”’, ha dichiarato Chen annunciando la sua partecipazione alla cena di Gates e Buffet, che si terra’ il 29 settembre. Nato in una famiglia contadina Chen Guangbiao oggi ha 42 anni ed e’ il presidente di una compagnia che si occupa di riciclaggio e di risorse rinnovabili nella provincia del Jiangsu, sulla costa orientale della Cina. Il filantropo sostiene che piu’ di cento uomini d’ affari hanno ”risposto all’ appello” che ha lanciato perche’ ”donino tutta la loro ricchezza personale alla societa”’. ”Anche se hanno chiesto che i loro nomi non vengano rivelati rispetto sinceramente il loro spirito caritatevole”, ha aggiunto. Secondo Chen ”molti cinesi che sono diventati ricchi pensano di essersi guadagnati la loro fortuna con il duro lavoro. Non pensano alla societa’ ma solo a lasciare la loro ricchezza ai figli”. In Cina le regole sono spesso poco chiare e i casi di ricchi che finiscono invischiati in casi di corruzione sono frequenti. Huang Guangyu, che pochi anni fa era considerato l’ uomo piu’ ricco della Cina, sta scontando una pena a 14 anni di prigione per truffe in Borsa e altri crimini economici. Hurun ha calcolato che in Cina ci sono 130 miliardari, lo stesso numero che negli Usa ma su una popolazione di 1,3 miliardi di persone. I milionari sono invece almeno 875mila. Il fondatore di Hurun, Rupert Hoogewerf, ha spiegato che i milionari cinesi hanno in media 39 anni, cioe’ 15 in meno dei loro colleghi americani. Inoltre, le loro fortune vengono accumulate molto piu’ rapidamente che in Occidente. ”Non ci si puo’ aspettare – sostiene – che un quarantenne dedichi alla filantropia la stessa energia e lo stesso impegno che mette nell’ accumulare ricchezza”, sottolinea. Zhang Xin, 45 anni, co-fondatrice di una delle piu’ grandi imprese immobiliari della Cina, la Soho, ha scritto sul suo blog che in Cina le donazioni ”non sono il metodo migliore per dare qualcosa in cambio alla societa”’ anche perche’ non esiste ancora una legge che le regolamenti e il fisco non ha in atto una politica che le favorisca. Secondo Xu Yongguang, uno dei fondatori della Narada Foundation, che si occupa di aiutare i giovani cinesi e in particolare gli immigrati nelle citta’, gli imprenditori cinesi sono ancora in una fase nelle quale la carita’ non puo’ essere in testa alle loro preoccupazioni. Prima, ha scritto sul sito web della Fondazione, devono preoccuparsi di fornire ai clienti prodotti di qualita’, di proteggere i diritti dei loro dipendenti, di difendere l’ ambiente e di pagare le tasse. ”Solo quando avranno fatto queste cose – ha aggiunto – potranno essere considerati socialmente responsabili”.
fonte: ANSA
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