Quattro imbarcazioni della marina cinese continuano oggi a pattugliare le acque delle isole contese con il Giappone, le Diaoyu/Senkaku. Lo riferisce l’agenzia Nuova Cina. Secondo l’amministrazione statale degli oceani, che ha informato la stampa tramite un comunicati, i quattro pattugliatori continueranno l’operà portata già una settimana fa. Sabato si erano alzati in volo anche degli F-15 giapponesi per scoraggiare un aereo cinese della stessa amministrazione oceanica cinese, che si era avvicinato allo spazio aereo delle isole che il Giappone ritiene proprie e che la Cina continua a definire come territorio cinese.ue
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Tokyo rafforza le spese della difesa dopo crisi con Cina su isole contese
Il Giappone rafforza le spese della difesa per la prima volta in 11 anni, in risposta alle tensioni con la Cina sulla sovranità delle Senkaku/Diaoyu, le isole nel controllo di Tokyo e rivendicate da Pechino. Le intenzioni del premier Shinzo Aze, sostenitore in campagna elettorale di una posizione più ferma nelle controversie territoriali con la Cina, prenderanno forma molto presto dopo l’ annuncio, fatto a seguito dell’ampia vittoria alle politiche del 16 dicembre, che la questione Senkaku “non è negoziabile”. Tokyo rivedrà anche i programmi sulla Difesa nazionale in un’ottica di lungo termine, recependo i cambiamenti di uno scenario in cui la Cina mostra sempre più dinamismo militare. Il ministro della Difesa nipponico, Itsunori Onodera, ha affermato che il governo di Abe esaminerà i piani, inclusi quelli di medio termine, adottati nel 2010 dalle amministrazioni guidate dal partito Democratico (DpJ). Nel dettaglio, scrive il quotidiano Mainichi senza citare fonti, il budget 2013-14 che inizia ad aprile dovrebbe contenere un rialzo del 2%, fino a poco più di 4.700 miliardi di yen (41 miliardi di euro), degli stanziamenti a favore della difesa. La spesa aggiuntiva, ha riportato invece il quotidiano Asahi, sarà usata per rafforzare il numero di uomini dell’esercito e per ammodernare le attrezzature e i mezzi in dotazione alle forze armate. Il ministero della Difesa ha messo in campo anche oggi i jet F-15 da combattimento per scoraggiare un aereo cinese dell’ Amministrazione oceanica, avvicinatosi a circa 100 km dallo spazio delle isole senza però alcuna intrusione: i velivoli a turboelica hanno iniziato dal 13 dicembre, in modo irregolare, a muoversi di concerto con le motovedette di sorveglianza di Pechino impegnate in una estenuante “guerra psicologica” con le unità della guardia costiera giapponese. La crisi tra i due Paesi, le cui economie sono legate a doppio filo, è scoppiata lo scorso settembre a seguito della decisione di Tokyo di completare la nazionalizzazione di tre delle cinque isole principali del piccolo arcipelago disabitato, causando la immediata e dura reazione di Pechino con centinaia di manifestazioni anti-nipponiche organizzate in tutto il Paese e spesso sfociate in danneggiamenti e devastazioni. Le nuove risorse pensate dal governo nipponico saliranno agli stessi livelli del 2009, avvicinandosi al picco di 4.960 miliardi di yen toccato nel 2002.
fonte: ANSA
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Tre motovedette di Pechino nelle acque delle isole contese con il Giappone
Tre motovedette cinesi sono entrate questa mattina nelle acque territoriali delle Senkaku, le isole contese nel controllo di Tokyo e rivendicate da Pechino. Lo riferisce la guardia costiera nipponica, secondo cui si tratta della prima incursione da domenica scorsa, da quando cioe’ il partito Liberaldemocratico di Shinzo Abe, che sara’ nominato premier il 26 dicembre, ha vinto le elezioni politiche anticipate ritornando al potere. COn quello di oggi, si tratta del 19/mo blitz fatto nelle acque territoriali delle Senkaku/Diaoyu da parte delle motovedette cinesi nell’ambito delle azioni dimostrative seguite alla nazionalizzazione di tre delle cinque isole principali effettuata a settembre dal governo giapponese. Abe, dopo l’ampio successo elettorale riportato domenica, ha ribadito che la sovranita’ sul piccolo arcipelago disabitato nel mar Cinese orientale ”non e’ negoziabile”. Per altro verso, Shinsuke Sugiyama, direttore generale della Divisione Asia e Oceania del ministero degli Esteri giapponese, ha presentato una protesta contro l’intrusione delle motovedette presso l’ambasciata cinese a Tokyo.
fonte: ANSA
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Monito di Abe sulle isole contese con la Cina, Pechino si dichiara “molto preoccupato”
La sovranità nipponica sulle isole Senkaku, controllate da Tokyo e rivendicate da Pechino, “non è negoziabile”: il premier in pectore, il ‘falco’ conservatore Shinzo Abe, vincitore delle politiche in Giappone, ha messo in chiaro i piani sulla questione, tracciando però sul fronte interno le priorità basate sul rilancio dell’economia con fondi pubblici e sulla politica monetaria anti-deflazione senza limiti, i cosiddetti pilastri della ‘Abenomics’. L’arcipelago “é parte del territorio giapponese. Il Giappone – ha detto facendo riferimento alle isole disabitate in una conferenza stampa nella sede del partito all’indomani dell’esito delle urne – controlla le isole in base al diritto internazionale e questo non è negoziabile”. La risposta di Pechino non si è fatta attendere. “Siamo molto preoccupati – ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying – Le Diaoyu (nome cinese della Senkaku, ndr) sono parte della Cina. Il problema più urgente è che il Giappone deve mostrare sincerità e adottare misure concrete per migliorare le relazioni bilaterali”. Anche la Corea del Sud, altro vicino con cui il Giappone ha un contenzioso territoriale (isole Takeshima/Dokdo) e un pesante contrasto sulle donne coreane fatte prostituire per i militari nipponici durante il periodo bellico, ha lanciato l’auspicio che i Liberaldemocratici “migliorino i rapporti”, ha riportato l’agenzia Yonhap citando una fonte del ministero degli Esteri. Abe ha ribadito l’importanza dell’alleanza con gli Usa (“farò il primo viaggio all’estero a Washington a gennaio o inizio febbraio”, ha precisato) e dei rapporti solidi con altri partner (quali India e Australia), mentre dopo la netta vittoria elettorale (294 seggi sui 480 della Camera Bassa, cui aggiungere i 31 dell’alleato New Komeito), si prepara a premere sulla Bank of Japan per stimoli monetari e frenata del ‘super-yen’, oggi sceso ai minimi degli ultimi 20 mesi sul dollaro. Una volta formato il governo il 26 dicembre, infatti, Abe ha detto di volere concordare una nota con l’istituto centrale per fissare un target di inflazione al 2%, il doppio dell’obiettivo datosi dalla stessa BoJ. “E’ stato un argomento atipico per una campagna elettorale”, ha ammesso il politico conservatore, più sciolto rispetto a ieri, sfoggiando una cravatta di colore rosa salmone. “Spero che la Bank of Japan tenga conto di questo già nel prossimo board”, in programma in settimana. Entro fine anno Abe, che punterebbe a nominare l’ex premier Taro Aso come suo vice, ha anticipato un extra-budget finanziato a debito per rilanciare l’economia fino a 10.000 miliardi di yen (90 miliardi di euro). La Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo (a +0,94%), ma la prudenza già si è fatta valere tra l’incertezza di una BoJ morbida e i conti pubblici in peggioramento. Malgrado le apparenze, la vittoria di Abe “é frutto della sconfitta dei Democratici del premier Noda”, ha fatto notare Koichi Nakano, professore di Scienze politiche della Sophia University di Tokyo. “Una protesta contro le promesse mancate”, costata al DpJ (che sabato sceglierà il nuovo leader dopo le dimissioni di Noda) il crollo dai 308 seggi del 2009 ai 230 prima del voto a causa di diverse scissioni, fino ai 57 di domenica. I Liberaldemocratici, ha concluso Nakano, “con il rinnovo della Camera Alta della prossima estate staranno attenti a non perdere consensi”. Insomma, uno scenario di possibile stallo.
fonte: ANSA
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Blitz areo cinese su isole contese, Tokyo muove i caccia
Il Giappone ha mobilitato un’intera pattuglia di sei caccia F-15 questa mattina dopo l’apparizione sui radar di un aereo cinese in volo sulle Senkaku/Diaoyu, isole nel controllo di Tokyo e fortemente rivendicate da Pechino. Una mossa forte – seguita da una protesta formale rispedita pero’ al mittente – in risposta a quella che il ministero della Difesa nipponico definisce la prima intrusione da parte della Cina dello spazio aereo giapponese da quando e’ iniziata la raccolta dei dati nel lontano 1958. Mossa che conferma anche come la tensione tra le due superpotenze economiche dell’Estremo Oriente resti sempre ad altissimo rischio. L’episodio, all’indomani del clamoroso successo del lancio del razzo/missile della Corea del Nord, e’ avvenuto alle 11.06 (le 3.06 in Italia) a seguito dell’avvistamento di un velivolo dell’Amministrazione oceanica cinese nei pressi di Uotsuri, l’ isola principale dell’arcipelago nel mar Cinese orientale. I dettagli sulla missione dell’aereo non militare cinesi li ha forniti il capo di gabinetto nipponico Osamu Fujimura, insieme a quelli sul blitz di quattro motovedette di pattugliamento cinesi entrate contestualmente nelle acque delle Senkaku/Diaoyu, per il terzo giorno di fila e per la 17/ma volta dallo scoppio della crisi sulla sovranita’ dell’arcipelago disabitato i cui fondali sono ritenuti essere ricchi di gas naturale. La guardia costiera di Okinawa ha riferito che all’invito a lasciare le acque territoriali, una delle unita’ di Pechino ha replicato che le isole sono territorio cinese ”fin dai tempi antichi”. ”E’ un fatto estremamente deplorevole”, ha notato Fujimura, nella conferenza stampa quotidiana. ”Siamo pero’ determinati ad affrontare con fermezza un’azione che viola la sovranita’ del nostro Paese nel rispetto di leggi e regolamenti nazionali”, ha aggiunto esprimendo disappunto perche’, ”malgrado i nostri ripetuti avvertimenti, le navi dello Stato cinese sono entrate nelle nostre acque territoriali per tre giorni di fila”. In aggiunta, ”c’e’ stata l’intrusione nel nostro spazio aereo in questo modo”, ha concluso, anticipando il ricorso ai canali diplomatici per la protesta formale. Da parte sua, Pechino ha definito ”perfettamente normale” la ricognizione del velivolo: il portavoce del ministero degli Esteri Hong Lei ha ricordato che le isole ”fanno parte della Cina sin dai tempi antichi” ed e’ per questo che la Cina chiede ai giapponesi di ”sospendere le loro attivita’ illegali nelle acque e nello spazio aereo delle isole”. In una nota sul sito web, l’Amministrazione oceanica ha chiarito che il suo B-3837 di sorveglianza marittima ha operato d’intesa con le 4 motovedette che, a loro volta, hanno esortato la guardia costiera nipponica a ”uscire immediatamente dalle acque territoriali della Cina”. Il premier Yoshihiko Noda ha assicurato che Tokyo avrebbe rafforzato la sorveglianza delle zone contese, assicurando una risposta ”decisa contro questa violazione di sovranita”’. L’incursione nello spazio aereo, ultimo capitolo del braccio di ferro tra i due Paesi dopo la nazionalizzazione completata dal governo di Tokyo a settembre di tre delle 5 isole principali del piccolo arcipelago, potrebbe spingere la controversia a un nuovo stadio stadio vista la comparsa di mezzi militari. La vicenda, riportata con grande enfasi dai media locali, avra’ un ruolo sulle elezioni politiche anticipate di domenica che, in base ai sondaggi, dovrebbero portare al governo in Giappone il blocco conservatore/nazionalista guidato dai Liberlademocratici. Il suo leader, l’ex premier Shinzo Abe, in pole per la presa del potere, ha criticato duramente Noda per la gestione dei contenziosi territoriali chiedendo un approccio di confronto piu’ deciso, incentrato sulla ”potenza fisica” piuttosto che sulla semplice diplomazia.
fonte: ANSA
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Nave cinese in acque isole contese con Giappone
Una nave della marina militare cinese è entrata brevemente oggi nelle acque territoriali delle isole contese nel Mar della Cina Orientale, che sono controllate dal Giappone. Lo affermano fonti giapponesi, secondo le quali la nave è rimasta nei pressi delle isole Senkaku/Diaoyu, che sono amministrate da Tokyo ma rivendicate da Pechino e da Taiwan, per una decina di minuti. Latente da decenni, la questione delle isole contese è esplosa in settembre, quando il governo nipponico le ha acquistate da un privato cittadino giapponese che se ne era proclamato proprietario. La “nazionalizzazione” delle isole contese ha provocato un’ aspra reazione di Pechino, che ha orchestrato delle manifestazioni anti-giapponesi che in alcuni casi sono sfociate in violenze. La crisi si è estesa anche alle relazioni economiche tra i due Paesi asiatici, ed è considerata la più grave degli ultimi decenni.
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India preoccupata per modernizzazione flotta navale militare cinese
La modernizzazione della marina cinese rappresenta una ”preoccupazione maggiore” per l’India che comunque e’ determinata a far valere i propri interessi nel Mar cinese meridionale. Lo ha sostenuto oggi il comandante della marina indiana, ammiraglio D.K. Joshi. Rispondendo alla domanda di un giornalista, riferisce l’agenzia di stampa Pti, l’alto ufficiale ha esclamato: ”Si’, lei ha ragione. La modernizzazione (della marina cinese) e’ veramente impressionante” ed e’ ”attualmente per noi una preoccupazione maggiore che continuiamo a valutare sviluppando le nostre opzioni e strategie”. L’ammiraglio Joshi ha spiegato che la presenza indiana nel Mar cinese meridionale ”non e’ molto molto frequente”, ma che i temi importanti sono ”la libera navigazione e lo sfruttamento delle risorse naturali”. A questo riguardo si deve ricordare che la società statale indiana ONGC ha firmato con una compagnia del Vietnam un accordo per la prospezione e lo sfruttamento di greggio e gas nella zona. ”Non ci aspettiamo di andare in quelle acque frequentemente – ha concluso – ma se vi fosse una esigenza legata agli interessi del paese, siamo pronti a partire e ci stiamo addestrando per questo”. L’India, che ha combattuto nel 1962 una breve guerra nel 1962, e’ inquieta anche per le sempre piu’ frequenti incursioni cinesi nell’Oceano Indiano.
fonte: ANSA
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Pechino avverte Usa su isole contese
La Cina ha affermato oggi di essere ”risolutamente contraria” a un emendamento che verra’ sottoposto al Senato americano e che riconosce l’ amministrazione giapponese sulle isole Senkaku/Diaoyu, rivendicate da Pechino. L’emendamento non riconosce peraltro la sovranita’ del Giappone sulle isole, che si trovano nel Mar della Cina Orientale. ”La Cina esprime la sua viva preoccupazione e la sua opposizione risoluta all’ emendamento del Senato americano”, ha sottolineato in una conferenza stampa il portavoce cinese Hong Lei. ”Le isole Diaoyu e le isole vicine fanno parte della Cina dai tempi antichi. La sovranita’ della Cina su di esse e’ indiscutibile”, ha aggiunto. La polemica sulle Senkaku-Diaoyu e’ in corso da decenni e ha subito un’ accelerazione in settembre, quando il governo di Tokyo le ha comprate da un cittadino giapponese che ne era considerato il proprietario. La ”nazionalizzazione” delle isole ha scatenato la reazione cinese e ha portato ad una crisi nelle relazioni politiche ed economiche tra i due Paesi asiatici che e’ ritenuta la piu’ grave degli ultimi decenni.
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Nessun giapponese alla maratona di Pechino
Nessun giapponese correra’ alla maratona di Pechino del 25 novembre e nessuna azienda del Sol Levante sponsorizzera’ l’evento. E’ quanto hanno deciso gli organizzatori dell’annuale evento organizzato nella capitale cinese, temendo per la sicurezza degli atleti dopo le manifestazioni antigiapponesi in Cina del mese scorso seguite all’annuncio di Tokyo di nazionalizzare le isole Senkaku/Diaoyu contese con la Cina. La notizia, partita dal Giappone, e’ rimbalzata sui media cinesi e di Hong Kong. Secondo quanto scrive il South China Morning Post, quotidiano di Hong Kong, secondo gli organizzatori, se i giapponesi decidono di correre sotto un’altra nazionalita’ e bandiera, cinese inclusa, possono partecipare come negli anni passati. Quest’anno la Canon che ogni anno aveva sponsorizzato l’evento, non sara’ fra i sostenitori della manifestazione. Alla maratona si sono gia’ iscritte 26.000 persone di diverse nazionalita’.
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Pechino si oppone a “violazioni della sovranità”, chiaro messaggio al Giappone
La Cina adottera’ misure decise in risposta a qualsiasi azione che possa sfidare o mettere in discussione la sovranita’ del Paese. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri cinese Zhang Zhijun, secondo quanto riferisce l’agenzia Nuova Cina. ”Noi vogliamo vivere in amicizia con tutti i paesi, incluso il Giappone – ha detto Zhang -, ma dobbiamo sostenere con forza i nostri principi di base. Se qualcuno dovesse metterli in discussione, soprattutto per quanto concerne la sovranita’ del Paese, la Cina non avra’ altra scelta che rispondere con forza, cosi’ da rimuovere gli ostacoli e andare avanti sulla via dello sviluppo pacifico”. Il vice ministro ha poi aggiunto che l’acquisto, annunciato lo scorso 10 settembre dal Giappone, delle isole Diaoyu (Senkaku per i giapponesi), alla base della disputa tra Cina e Giappone, ha rappresentato una grave violazione della sovranita’ territoriale della Cina, causando gravi ripercussioni sulle relazioni tra Pechino e Tokyo. ”Le isole Diaoyu – ha detto ancora Zhang – sono parte del territorio cinese, in base alla legge e ai fatti storici. Se il Giappone non affronta la storia, non puo’ esaminare la sua coscienza e correggere i suoi errori e, a prescindere da quanto la sua economia sia sviluppata, non potra’ mai stare in piedi moralmente e psicologicamente”. Il vice ministro ha poi anche detto che la Cina ha espresso la sua opposizione irremovibile all’acquisto illegale delle isole fin dall’inizio, adottando una serie di misure forti per salvaguardare la propria sovranita’ territoriale. ”La Cina – ha proseguito – ha esortato il Giappone ad avere una corretta lettura della situazione, abbandonare ogni illusione e affrontare la realta’. Non vogliamo vedere la situazione fuori controllo. Ma questo, tuttavia, non deve essere deciso dalla parte cinese”.
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