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Corsi Made in Italy per sommelier cinesi

Veri corsi di sommelier ‘Made in Italy’ in Cina, scuole per la formazione tecnica e culturale al vino italiano a Shanghai e a Pechino, pre-corsi di italiano, fornitura di materiale didattico e rilascio di un titolo di Sommelier Associazione Italiana Sommelier. Ecco l’ambizioso progetto nato per formare classi di sommelier cinesi stipulato tra Universita’ per stranieri di Siena, Associazione italiana Sommelier e Enoteca italiana con l’intento di affermare i valori qualitativi e culturali dei vini italiani in Cina. Il protocollo d’intesa, patrocinato dal ministero delle Politiche agricole, e’ stato firmato oggi da Massimo Vedovelli, rettore dell’Universita’ per Stranieri di Siena, Antonello Maietta, presidente Associazione Italiana Sommelier e Claudio Galletti, presidente dell’Ente Vini – Enoteca Italiana, secondo una nota diffusa anche in Cina dall’Enoteca Italiana. I primi due corsi avranno luogo a Shangahi e Pechino, citta’ sedi del progetto ‘100 enoteche italiane” che stanno sorgendo in Cina. In un secondo momento verranno individuate altre citta’ per lo svolgimento dei corsi, in collaborazione con universita’, agenzie cinesi o consorzi italiani presenti nel Celeste Impero. L’Universita’ per Stranieri di Siena reclutera’ gli interessati cinesi, mentre Enoteca Italiana che da 4 anni e’ presente in Cina attraverso la sua rete commerciale, mettera’ a disposizione, oltre ai vini italiani, anche la sua sede di Shanghai, Yishang Wine Business Consulting. I docenti saranno reclutati dall’Associazione italiana sommelier che, oltre a fornire la didattica necessaria, alla fine del corso e se sara’ superato l’esame, rilascera’ il titolo di Sommelier dell’ Ais. Inoltre, per diffondere la cultura del vino italiano tra i partecipanti, e’ previsto anche un pre-corso di italiano.

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Gara con blasonati vini francesi, vincono sconosciuti vini cinesi

Vino cinese migliore del più rinomato e conosciuto prodotto francese. E’ quanto ha deciso una giuria di esperti, cinque francesi e altrettanti cinesi, chiamati a giudicare vini provenienti da vitigni di Bordeaux e di Ningxia, sperduta regione settentrionale cinese ai confini con la Mongolia interna. I giurati hanno provato cinque vini da ogni regione, prodotti nel 2008 e 2009, aggiudicando ai vini cinesi i primi quattro posti, con il francese Bordeaux Medoc Lafite al quinto posto. I cinesi, tra l’altro, sono tutti vini di medio costo, dai 25 ai 45 euro, contro i francesi che invece, vuoi anche per gli altri tassi di importazione, raggiungono cifre astronomiche. Secondo esperti, la Cina diventerà il più grande consumatore di vino al mondo nei prossimi 20 anni, superando gli Usa. Fino ad oggi i cinesi si sono contraddistinti sia per la produzione di vino di bassa qualità che per il crescente acquisto di vino straniero, francese in testa, con l’Italia che difende la sua quarta posizione dopo Australia e Cile. Ma, negli ultimi anni, si sta diffondendo molto la coltivazione di vitigni importati e la regione di Ningxia sta diventando il centro della produzione enologica cinese di alta qualità.

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