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Adozioni sempre più difficili, aumentano vendite di bambini anche se in campo nuove regole

Solitudine, famiglie lontane, figlio unico. Tutti ingredienti che hanno portato ad un aumento in Cina del traffico di bambini, tanto da spingere il governo cinese ad adottare nuove e più stringenti contromisure. Pochi giorni fa, infatti, è stato emanato un nuovo regolamento che vieta a chiunque di prendere un bambino abbandonato senza essere passato per le normali vie degli orfanotrofi. Quello che ai più sembra scontato, in Cina non lo era. La vastità del paese, l’assenza di un welfare capillare in questo campo, l’assenza di strutture ricettive per bambini abbandonati, le migrazioni di molti lavoratori nelle grandi città costretti a lasciarsi dietro bambini e la legge del figlio unico, hanno aumentato il numero dei bambini abbandonati o, comunque, che non vivono con i genitori. Secondo alcune statistiche, ci sarebbero almeno 58 milioni di bambini nati in aree rurali lasciati a parenti o amici dai genitori andati a lavorare nelle città. Spesso questi non tornano e i bambini vengono di fatto adottati, dall’altra famiglia, ma più spesso venduti. Secondo altre statistiche sono almeno 200.000 i bambini che spariscono ogni anno in Cina che, probabilmente, vanno ad ingrossare il traffico di minori. La mossa del governo, che obbliga tutti a denunciare alle autorità un bambino abbandonato vietando di tenerlo per se, arriva soprattutto dopo che lo scorso gennaio sei bambini, ospiti di un orfanotrofio illegale, morirono nell’incendio della struttura. Da oggi, le adozioni possono avvenire solo tramite strutture pubbliche, che però sono insufficienti e piene di bambine e di piccoli malati. Già perché anche se la legge del figlio unico permette deroghe a coloro che hanno avuto il primo figlio malato concedendo la possibilità di concepirne un secondo, sono in molti quelli che abbandonano i malati non essendo in grado di mantenerne due. Stesso discorso per le bambine. Il tutto, alimenta il mercato nero. Secondo un’inchiesta della radio nazionale cinese, il costo di un bambino va dai 24.000 ai 100.000 yuan, (tra i 3.000 e gli 11mila euro circa). Le bambine costano meno, i maschietti in salute, di più. Il mercato si sviluppa nei modi più vari: dagli annunci sui giornali a quelli negli ospedali, fino alla rete. Qui sono nati molti forum dove il mercato è spesso senza censure, anche se illegale. Qui si incontrano la disperazione di madri che non possono mantenere i figli e la domanda di coppie che aspettano tempi lunghissimi per adottare figli, a causa della carenza di strutture e, soprattutto, di bambini sani negli orfanotrofi. Il mercato interessa anche gli stranieri. La Cina è il primo paese per le adozioni di bambini da parte di coppie statunitensi. Nel 2012, degli 8.688 bambini stranieri adottati da americani, 2.697 erano cinesi. Gli americani attendono circa 267 giorni per adottare un bambino cinese e spendono in media 15.600 dollari. Troppo per le casse di molti cinesi medi. Per questo, oltre al fatto che in tanti hanno fiutato l’affare e vendono a metà prezzo a stranieri i loro figli, tanti cinesi si lamentano su internet che, dal momento che gli americani spendono molto, i bambini non vengono fatti adottare in patria ma dati all’estero per guadagnarci di più.

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I microblog che fanno ritrovare i bambini rapiti

Un uomo ha ritrovato il figlio scomparso da tre anni grazie ad un messaggio ricevuto tramite un microblog. Peng Gaofeng, 32 anni, della provincia dell’Hubei nella Cina centrale, ha potuto riabbracciare tra le lacrime suo figlio, un bambino di 6 anni, scomparso da oltre 3 anni e del quale non si sapeva piu’ nulla. La notizia e’ stata riportata con grande risalto da tutta la stampa cinese. Del piccolo si erano perse le tracce il 25 marzo 2008 quando era sparito mentre giocava per strada a Shenzhen. Solo due giorni fa si era avuta notizia di un analogo ritrovamento in un’altra zona della Cina. Dal 2008 Peng e sua moglie hanno fatto di tutto per ritrovare il piccolo, incluso offrire 100.000 yuan (oltre diecimila euro) a chiunque potesse fornire notizie utili su di lui. Internet e’ stato da subito per il papa’ del bambino un mezzo di cui servirsi nella speranza di raggiungere qualche risultato. L’uomo ha aperto diversi blog, ha messo online messaggi con richieste di aiuto. Lo scorso 2 febbraio Peng ha ricevuto una telefonata di un internauta anonimo che diceva di aver visto suo figlio. Dopo i primi momenti di esitazione e di dubbio ha cominciato a credere che la segnalazione potesse essere fondata; soprattutto dopo che l’internauta gli ha inviato una foto del bambino nella quale Peng e sua moglie hanno inequivocabilmente riconosciuto, sebbene cresciuto, il loro figlio. Allertata la polizia locale l’uomo si e’ recato, scortato dalle autorita’, nella cittadina indicata e ha ritrovato il bambino, che sembra lo abbia immediatamente riconosciuto. Dalle prime informazioni emerse sembra che il piccolo fosse stato rapito da un uomo, ora defunto, che avendo solo una figlia femmina desiderava ardentemente un maschio. Morto l’uomo il bambino e’ stato poi allevato da sua moglie. I microblogs stanno diventando sempre di piu’ strumenti con cui combattere il fenomeno del rapimento e del traffico di minori. Yu Jianrong, professore all’accademia cinese di scienze sociali e’ stato il promotore di una campagna, lanciata lo scorso 25 gennaio sul sito sina.com mirata appunto a raccogliere informazioni di bambini scomparsi, pubblicare le loro foto, dare supporto alle loro famiglie. Da allora gia’ oltre 83.000 persone hanno partecipato alla campagna, che ha anche ricevuto il beneplacito di funzionari del Ministero della pubblica sicurezza come pure di legislatori e consiglieri politici. Secondo Zhang Zhiwei, avvocato e volontario di organizzazioni non governative che si occupano di queste tematiche, tra le quali ”Baby Come Home”, ha detto che i micro blogs stanno rapidamente acquisendo un ruolo sempre crescente nella societa’. Solo qualche giorno fa un altro bambino di 4 anni, che era stato rapito due giorni prima, e’ stato ritrovato e ha potuto tornare a casa grazie agli oltre 50.000 messaggi pubblicati su un microblog che hanno permesso alle autorita’ di mettersi rapidamente sulle sue tracce.

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Bambino rapito e ritrovato grazie ai microblog

Ritrovato e riportato a casa dai suoi genitori grazie a oltre 50.000 messaggi pubblicati su un microblog cinese. E’ quanto accaduto ad un bambino di soli 4 anni che era stato rapito lo scorso 2 febbraio nella provincia del Fujian. Il giorno successivo al rapimento un microblog ha diffuso la notizia, descrivendo nei particolari il piccolo. In soli 2 giorni il post e’ diventato uno dei piu’ visitati, con oltre 50.000 accessi. In circostanze che non sono ancora rese note la polizia il 4 febbraio, dopo soli due giorni, ha fatto sapere che il piccolo e’ stato ritrovato. Non si sa ancora se si sia trattato di un rapimento finalizzato al traffico di bambini o meno, come pure non si sa se il ritrovamento e’ stato agevolato o reso possibile da qualcuno dei post pubblicati nel blog. Il periodo dello Spring Festival (il capodanno cinese) e’ considerato dalla polizia uno dei piu’ a rischio per i rapimenti, specie di minori, e per l’aumento dei casi di traffico di esseri umani. Questo perche’, secondo le forze dell’ordine, il grande affollamento di questo periodo all’interno di centri commerciali, ristoranti, treni rende piu’ facile poter sequestrare delle persone senza dare eccessivamente nell’occhio.

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Oltre 16000 persone liberate dalla schiavitù

La polizia cinese ha liberato, dallo scorso mese di aprile e fino al 6 settembre scorso, 10.621 donne e 5.896 bambini che erano stati rapiti per essere destinati al traffico di esseri umani. Lo riferisce l’Agenzia Nuova Cina. Il Ministero della Pubblica Sicurezza, lo scorso aprile, aveva lanciato una campagna per combattere questo tipo di reati. Durante la campagna, la polizia ha sgominato 2.398 bande dedite al traffico di esseri umani. Inoltre 15.673 sospettati sono stati arrestati ed a 1.518 persone sono state inflitte sanzioni amministrative. La polizia cinese ha anche cercato per garantire il ritorno dei bambini coinvolti nei sequestri alle loro famiglie di origine. Grazie al database creato con il DNA dei bambini rapiti e dei loro genitori e’ stato possibile esaminare i minori ritrovati e 813 bambini hanno potuto riunirsi ai loro veri genitori. Negli ultimi mesi sono aumentate le condanne relative ai casi di reati di traffico di esseri umani, ma nonostante questo, secondo la Suprema Corte del Popolo, si tratta di reati purtroppo in aumento nel paese. La legge cinese prevede che coloro che rapiscono piu’ di tre bambini, possono essere condannati a pene che variano da cinque anni di carcere alla pena di morte. La legge cinese inoltre prevede che coloro che riportano alla polizia la vittima di un rapimento e cooperano con la polizia, non vengano condannati.

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