Le autorità della provincia centrale cinese dell’Henan hanno arrestato un attivista per aver pubblicato on line una foto che lo ritrae mentre mostra una foto di Mao Zedong spezzata in due parti. Lo riferisce il sito di Radio Free Asia. Secondo quanto hanno riferito alcuni testimoni oculari, Cao Xiaodong, questo il nome dell’attivista, è stato portato via dalla propria abitazione dalla polizia senza ricevere spiegazioni. La notizia dell’arresto si è subito diffusa sui microblog cinesi e molti internauti hanno espresso on line nei loro commenti solidarietà a Cao, promuovendo anche una petizione per chiedere alle autorità cinesi di liberarlo al più presto. La Cina ha lanciato, in vista dell’ormai imminente inizio del Congresso nazionale previsto per il prossimo 8 novembre, una campagna di repressione contro attivisti e dissidenti, arrestando molti di questi o confinandoli in campi di lavoro. Secondo quanto ha riferito un gruppo per la tutela dei diritti umani dell’Hubei, nella provincia orientale dello Shandong il capo del villaggio di Shikuanglan è stato arrestato insieme a due suoi fratelli e al momento nessuno sa dove i tre siano stati portati. Un altro attivista, Liu Zhengyou, nella provincia meridionale del Sichuan, è stato portato via dalla sua casa dalla polizia un paio di giorni fa mentre, sempre nel Sichuan, un altro attivista, Li Yu, è stato rimandato forzatamente nella sua città di origine e messo agli arresti domiciliari. Nel frattempo, le autorità della provincia del Guangdong hanno rifiutato ad un gruppo di persone, per lo più funzionari in pensione, di creare una organizzazione per la difesa dei loro diritti. “Si tratta di un’organizzazione – ha detto uno dei fondatori, Tao Changshi – che vorrebbe occuparsi di questioni come la lotta alla corruzione, i diritti della gente, la religione. Le autorità della contea hanno detto che non avrebbero dato l’approvazione perché non avrebbero osato farlo, trattandosi di temi troppo sensibili”.
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Chen a New York studia inglese su dichiarazione indipendenza
Per imparare l’inglese, l’attivista cieco cinese Chen Guangcheng ha scelto, di sicuro non a caso, la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti. E’ gia’ passato un mese da quando, al termine di una vicenda che ha rischiato di tramutarsi in una grave crisi diplomatica tra Washington e Pechino, Chen e’ infine arrivato a New York con un visto di studio, e ora sembra essersi integrato quasi perfettamente nel rutilante Greenwich Village della Grande Mela. Negli ultimi tempi i riflettori della stampa internazionale che per giorni lo ha seguito passo passo, si sono spenti, ma non l’interesse di una piccola corte che e’ sorta attorno a lui. Le sue giornate sono molto piene, scrive oggi il Washington Post, notando che ogni mattina, per due ore, Chen esercita il suo inglese leggendo assieme ad un docente della facolta’ di legge della University of New York lo storico documento, che con 236 anni di eta’, e’ un po’ difficile da interpretare, ma che e’ particolarmente adatto alle aspirazioni del noto dissidente. Eludendo la sorveglianza degli agenti nel suo villaggio di Dongshigu nella provincia cinese dello Shangdong, Chen era scappato lo scorso 22 aprile rifugiandosi nell’ambasciata americana di Pechino. Le porte della residenza diplomatica per il dissidente si erano aperte poco prima che arrivasse in Cina Hillary Clinton, che doveva incontrare i vertici cinesi nell’ ambito del dialogo economico. Un visto per studio negli Usa e’ stato l’escamotage trovato infine dalle autorita’ cinesi e americane per fare un passo indietro evitando la crisi profonda. Tutti elementi che negli Usa hanno stimolato l’interesse di una gran quantita’ di persone e, allora, Chen ha ora bisogno di un ‘PR manager’, di un servizio di sicurezza, di alcuni interpreti, oltre ad una serie di docenti che curano il suo inglese e i suoi studi in legge. Alla sua porta bussano infatti uomini politici e attivisti che vogliono coinvolgerlo in varie battaglie per i diritti civili, associazioni di disabili che vogliono offrirgli un cane-guida per non vedenti, o gruppi di cristiani-cinesi che vogliono offrirgli le loro case per le vacanze. Ma anche produttori di Hollywood, che vogliono assicurarsi i diritti della sua storia, o produttori Tv che lo vogliono nei loro show e agenti letterari interessati ad un suo eventuale libro. Lui annota tutto, ringrazia con cortesia tutta orientale, ma non prende impegni. Prima deve imparare in maniera adeguata l’inglese. Ha gia’ fatto sapere che il prossimo passo sara’ sulla Costituzione. Ma soprattutto vuole mantenere, almeno per il momento, un basso profilo, per non pregiudicare le sue possibilita’ di tornare in Cina, quando, come lui afferma, concetti espressi nel suo ‘libro di inglese’ e ora astratti, come ”diritti inalienabili”, diventeranno una realta’.
fonte: ANSA
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Chen Guangcheng giovedi’ parlerà in pubblico a New York
Il dissidente cinese cieco Chen Guangchen, arrivato da qualche giorno a New York dopo una drammatica fuga dagli arresti domiciliari in Cina e dopo essere stato al centro di tensioni diplomatiche tra Pechino e Washington, parlerà in pubblico giovedì al Council of Foreign Relations di Manhattan. Alla manifestazione prenderà parte anche il suo mentore, il professore della New York University (Nyu) Jerome Cohen. Chen, che ora vive negli alloggi della Nyu insieme alla moglie e ai figli e si appresta ad iniziare un corso di legge presso l’ateneo, ha conosciuto il docente nel 2003, quando era arrivato a New York grazie ad un programma del Dipartimento di Stato. I due sono rimasti in contatto per anni, e hanno comunicato nuovamente mentre il dissidente era rinchiuso nell’ambasciata americana a Pechino.
fonte: ANSA
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Tornato a casa il fratello di Chen Guangcheng
E’ tornato a casa nel suo villaggio del nord est della Cina, Chen Guangfu, il fratello dell’attivista cieco Chen Guangcheng, che era stato dato per disperso ieri. Un suo avvocato, raggiunto da alcuni giornalisti, ha detto di aver ricevuto ieri sera un messaggio dell’uomo nel quale Chen gli diceva di essere a casa. Ieri si era diffusa la notizia della sparizione di Chen Guangfu da Pechino, citta’ che aveva raggiunto qualche giorno fa, per cercare un avvocato per suo figlio. La scorsa settimana, riuscendo come il fratello ad eludere la sorveglianza della polizia messa a controllo della sua casa pur senza accuse, Chen Guangfu aveva raggiunto Pechino per tentare di aiutare il figlio. Poco dopo la rocambolesca fuga dell’attivista cieco Chen Guangcheng lo scorso aprile da Dongshigu, nella provincia dello Shandong, gli agenti hanno assediato la casa dei familiari dell’attivista cieco. Durante una perquisizione che gli attivisti definiscono brutale, Chen Kegui, nipote di Chen Guangcheng, nel tentativo di difendere i suoi genitori che venivano picchiati dalla polizia, ha assalito gli agenti brandendo un coltello. Da qui l’arresto per ”omicidio volontario”, anche se il giovane figlio di Chen Guangfu non ha ucciso nessuno, ma ferito due agenti. Detenuto, il giovane potrebbe essere condannato alla pena di morte. Da qui la fuga di suo padre verso Pechino per cercare un avvocato che lo possa aiutare. Di Chen Guangfu e di Chen Kegui ha piu’ volte parlato dagli Stati Uniti, dove ‘ arrivato la settimana scorsa, Chen Guangcheng, temendo per loro e chiedendo alle autorita’ cinesi di astenersi dal punirli e alla comunita’ internazionale di vigilare su loro. In aprile Chen Guangcheng era riuscito a fuggire dalla sua abitazione, dove era detenuto illegalmente da 19 mesi dalle autorita’ locali, e a raggiungere Pechino. Dopo due settimane di dramma, durante le quali e’ stato ospitato per alcuni giorni nell’ambasciata americana e successivamente ricoverato in ospedale, Chen ha raggiunto gli Usa, dove gli e’ stata offerta una borsa di studio dalla New York University.
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Secondo avvocato, sparito a Pechino fratello dissidente Chen
Il fratello del dissidente cieco Chen Guangcheng è sparito dopo essere fuggito dal suo villaggio natale nel nordest della Cina ed aver raggiunto Pechino. Lo ha affermato oggi il suo avvocato Liu Weiguo, secondo il quale ieri Chen non ha fatto ritorno al suo albergo. L’uomo, Chen Guangfu, si era recato nella capitale per cercare aiuto per suo figlio Chen Kegui, che è stato arrestato con l’ accusa di tentato omicidio. Kegui, secondo la sua famiglia, ha cercato di difendere i genitori che erano stati assaliti nella loro abitazione nel villaggio di Dongshigu da tre individui in borghese. Il giovane ha ferito a colpi di coltello i tre aggressori, che solo dopo essere stati respinti si sono qualificati come agenti di polizia. In aprile Chen Guangcheng era riuscito a fuggire dalla sua abitazione, dove era detenuto illegalmente dalle autorità locali, e a raggiungere Pechino. Dopo due settimane di dramma, durante le quali il è stato ospitato per alcuni giorni nell’ ambasciata americana e successivamente ricoverato in ospedale, Chen ha raggiunto una settimana fa gli Usa, dove gli è stata offerta una borsa di studio dalla New York University. Nelle interviste che ha rilasciato dal suo arrivo negli Usa, Chen Guangcheng ha più volte espresso preoccupazione per la situazione della sua famiglia.
fonte: ANSA
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Chi ce l’ha più grosso: Pechino pubblica tredicesimo rapporto sui diritti umani negli Usa “sono antidemocratici”
La Cina ha pubblicato uno studio sui diritti umani negli Stati Uniti, in risposta e in polemica con gli Usa, che avevano presentato un analogo rapporto contro Pechino. Lo riferisce l’agenzia Nuova Cina. Il “Libro sui diritti umani negli Stati Uniti nel 2011”, tredicesimo del suo genere, è stato pubblicato dall’ufficio informazioni del Consiglio di stato cinese, ed è una “risposta al reportage del paese sui diritti umani nel 2011, pubblicato dal Dipartimento di Stato Usa il 24 maggio”. Il rapporto americano, secondo l’agenzia Nuova Cina, è “eccessivamente pieno di osservazioni critiche sulla situazione dei diritti umani in quasi 200 paesi e regioni, così come di distorsioni e di accuse riguardanti le cause dei diritti umani in Cina”. Secondo il ritorsivo rapporto, lo studio è destinato a rivelare la “vera situazione dei diritti umani” degli Stati Uniti al mondo e “sollecitare gli Usa a confrontarsi con le proprie azioni”. Il rapporto cinese riguarda questioni dei diritti umani legate a sei temi: la vita, la proprietà e sicurezza personale, i diritti civili e politici, i diritti economici, sociali e culturali, la discriminazione razziale, i diritti delle donne e dei bambini e le violazioni degli Stati Uniti nei diritti umani in altri paesi. Il documento pubblicato da Pechino afferma che le violazioni dei diritti civili e politici sono state ‘gravi’ negli Stati Uniti, aggiungendo che il paese sta “mentendo a sé stesso” quando si riferisce a sé come alla “terra della libertà”. Tra gli esempi di antidemocrazia americana, il rapporto cinese cita il duro trattamento dei manifestanti che hanno partecipato al movimento Occupy Wall Street, affermando che quegli arresti hanno fornito un “assaggio di verità sulla cosiddetta libertà è democrazia degli Stati Uniti”. Secondo dati del quotidiano sino-americano World Journal, citato dalla Xinhua, l’ultimo decennio ha visto un aumento di arresti fatti dalla polizia di New York, che ha registrato 600.000 casi nel 2010, quasi il doppio di quelli del 2004. Nei primi tre mesi del 2011, circa 180.000 persone sono state fermate o arrestate, e ben l’88% di queste si sono poi rivelate innocenti, secondo il reportage. Gli Stati Uniti, affermano i cinesi, restano il paese con la più grande “popolazione carceraria” e col più alto numero di detenuti al mondo, in condizioni di detenzione ‘terribili’. Per il Dipartimento della Giustizia americano, il numero dei detenuti è pari a 2,3 milioni nel 2009 e uno ogni 132 cittadini americani è dietro le sbarre. Nel frattempo, più di 140.000 stanno scontando condanne a vita. Critiche anche alla situazione delle donne, che per i cinesi sono negli Usa soggette a discriminazioni e aggressioni sessuali. Oltre due milioni di americane hanno subito violenze domestiche. E’ difficile anche la situazione per i bambini, che secondo il rapporto cinese sono esposti in maniera continua a violenze e pornografia: e il numero record di bambini uccisi da parenti è attorno ai 20.000.
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Fratello Chen a Pechino, cerca avvocati per figlio
Il fratello dell’attivista cieco Chen Guangcheng e’ riuscito anche lui a fuggire dal suo villaggio natale, Linyi nella provincia dello Shandong, dove e’ perseguitato dalle autorita’ locali e ha raggiunto la capitale, Pechino. Lo ha affermato il suo avvocato. Chen Guangfu, fratello maggiore del dissidente, vuole trovare nella capitale degli avvocati in grado di difendere il figlio, che e’ stato arrestato a Linyi e accusato di tentato omicidio. Il giovane, Chen Kegui, ha colpito a coltellate tre uomini che, senza identificarsi, avevano fatto irruzione nella sua abitazione picchiando i suoi genitori. Solo dopo essere stati feriti dal giovane, gli aggressori si sono identificati come agenti di polizia, secondo la versione dei fatti fornita nei giorni scorsi dallo stesso Chen Guangcheng. Chen, 40 anni, cieco e avvocato autodidatta, ha raggiunto sabato scorso New York, dove una locale Universita’ gli ha offerto una borsa di studio. Il dissidente era riuscito a fuggire dagli arresti domiciliari ai quali era tenuto illegalmente dalle autorita’ locali per aver denunciato gli aborti e le sterilizzazioni forzate nella provincia. Dopo aver trascorso sei giorni nell’ambasciata americana di Pechino e due settimane in un ospedale di Pechino, Chen ha avuto i documenti necessari sabato scorso e ha raggiunto gli Usa.
fonte: ANSA
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