Le autorità della provincia centrale cinese dell’Henan hanno arrestato un attivista per aver pubblicato on line una foto che lo ritrae mentre mostra una foto di Mao Zedong spezzata in due parti. Lo riferisce il sito di Radio Free Asia. Secondo quanto hanno riferito alcuni testimoni oculari, Cao Xiaodong, questo il nome dell’attivista, è stato portato via dalla propria abitazione dalla polizia senza ricevere spiegazioni. La notizia dell’arresto si è subito diffusa sui microblog cinesi e molti internauti hanno espresso on line nei loro commenti solidarietà a Cao, promuovendo anche una petizione per chiedere alle autorità cinesi di liberarlo al più presto. La Cina ha lanciato, in vista dell’ormai imminente inizio del Congresso nazionale previsto per il prossimo 8 novembre, una campagna di repressione contro attivisti e dissidenti, arrestando molti di questi o confinandoli in campi di lavoro. Secondo quanto ha riferito un gruppo per la tutela dei diritti umani dell’Hubei, nella provincia orientale dello Shandong il capo del villaggio di Shikuanglan è stato arrestato insieme a due suoi fratelli e al momento nessuno sa dove i tre siano stati portati. Un altro attivista, Liu Zhengyou, nella provincia meridionale del Sichuan, è stato portato via dalla sua casa dalla polizia un paio di giorni fa mentre, sempre nel Sichuan, un altro attivista, Li Yu, è stato rimandato forzatamente nella sua città di origine e messo agli arresti domiciliari. Nel frattempo, le autorità della provincia del Guangdong hanno rifiutato ad un gruppo di persone, per lo più funzionari in pensione, di creare una organizzazione per la difesa dei loro diritti. “Si tratta di un’organizzazione – ha detto uno dei fondatori, Tao Changshi – che vorrebbe occuparsi di questioni come la lotta alla corruzione, i diritti della gente, la religione. Le autorità della contea hanno detto che non avrebbero dato l’approvazione perché non avrebbero osato farlo, trattandosi di temi troppo sensibili”.
Archivi tag: avvelenamento da piombo
Arrestato per avere pubblicato sua foto con immagine Mao spezzata
Archiviato in Diritti incivili
Con tag ai wei wei, ai weiwei, avvelenamento, avvelenamento da metalli, avvelenamento da piombo, avvocati, aziende inquinanti, bahrein, bambini avvelenati, bjork, blowin in the wind, bob dylan, cadmio, carta 08, censura, censura su stampa, chen guangcheng, Chen Wei, clinton, concerti, concerti in cina, controlli, dipartimento di stato, diritti civili, dui hua, dylan, eagles, Gao Zhisheng, gelsomini, giornalisti stranieri, Glenn Frey, Go Chuan, inquinamento, inquinamento aria, inquinamento falde, Jian Tianyong, Jiang Tianyong, jiang yu, Joe Walsh, Li Fangping, Li Tiantian, libia, Liu Shihui, Liu Xia, liu xiaobo, ma zhaoxu, manifestazioni, manifestazioni antigovernative, manifestazioni in cina, mao zedong, menestrello del rock, mercedes benz arena, metalli pesanti, musica per la libertà, pechino, piazza tiananmen, piombo, polizia cinese, premio nobel per la pace, proteste, proteste anti governative, proteste in cina, Ran Yunfei, relazioni sino-americane, rivolta dei gelsomini, rivoluzione dei gelsomini, shanghai, sicurezza, siria, Tang Jingling, Tang Jitian, teng biao, Tiananmen, tibet, Timothy B. Schmit, usa, Yang Henjun, zheijiang, zhou yongkang
Dissidente condannato a 8 anni per sovversione
Un tribunale della città sud orientale cinese di Kunming ha condannato ad otto anni un ex gestore di un internet café accusato di sovversione dei poteri dello stato. La severa condanna è stata inflitta a Cao Haibo un giovane di 27 anni che attraverso un social forum aveva mandato messaggi e lanciato un sito, per promuovere cambiamenti costituzionali e governativi in Cina. Aveva anche formato una sorta di nuovo partito repubblicano, che è rimasto in piedi su internet per un solo giorno. La polizia è entrata a casa sua nell’ottobre dell’anno scorso, pochi mesi dopo il suo matrimonio, e lo ha portato via. A maggio è stato giudicato a porte chiuse e ieri è stata emessa la sentenza, annunciata stamattina in una telefonata al suo avvocato, con una azione illegale. La condanna di Gao arriva ad una settimana dal 18mo congresso del partito che cambierà i vertici dello stesso e quelli della nazione. In questi giorni, diversi dissidenti sono stati messi sotto controllo dalle autorità.
Archiviato in Diritti incivili
Con tag ai wei wei, ai weiwei, avvelenamento, avvelenamento da metalli, avvelenamento da piombo, avvocati, aziende inquinanti, bahrein, bambini avvelenati, bjork, blowin in the wind, bob dylan, cadmio, carta 08, censura, censura su stampa, chen guangcheng, Chen Wei, clinton, concerti, concerti in cina, controlli, dipartimento di stato, diritti civili, dui hua, dylan, eagles, Gao Zhisheng, gelsomini, giornalisti stranieri, Glenn Frey, Go Chuan, inquinamento, inquinamento aria, inquinamento falde, Jian Tianyong, Jiang Tianyong, jiang yu, Joe Walsh, Li Fangping, Li Tiantian, libia, Liu Shihui, Liu Xia, liu xiaobo, ma zhaoxu, manifestazioni, manifestazioni antigovernative, manifestazioni in cina, menestrello del rock, mercedes benz arena, metalli pesanti, musica per la libertà, pechino, piazza tiananmen, piombo, polizia cinese, premio nobel per la pace, proteste, proteste anti governative, proteste in cina, Ran Yunfei, relazioni sino-americane, rivolta dei gelsomini, rivoluzione dei gelsomini, shanghai, sicurezza, siria, Tang Jingling, Tang Jitian, teng biao, Tiananmen, tibet, Timothy B. Schmit, usa, Yang Henjun, zheijiang, zhou yongkang
Preoccupazione per sorte dissidente mongolo Hada
Preoccupano le condizioni di salute di un noto dissidente mongolo agli arresti domiciliari in Cina. Secondo quanto riferisce il sito di Radio Free Asia, la moglie di Hada, questo il nome del dissidente, ha espresso preoccupazione per la salute mentale del marito. Nel 1996 l’uomo era stato condannato a 15 anni di carcere per ”separatismo” e ”spionaggio” per aver difeso la popolazione di etnia mongola in Cina. Hada ìera stato anche condannato a 4 anni di privazione dei diritto politici, con limiti alla libertà di parola e di associazione. Le autorita’ cinesi hanno fatto sapere che il dissidente e’ stato rilasciato nel dicembre 2010. Tuttavia la moglie di Hada, Xinna, ha dichiarato che suo marito e’ ancora ufficiosamente detenuto presso un centro. ”Soffre di disturbi mentali – ha detto la moglie – e di paranoia. Dice che qualcuno sta cercando di avvelenarlo ma io credo che e’ per tutta la pressione che subisce. E’ stato maltrattato e sottratto alla sua famiglia e credo che questo lo abbia colpito molto duramente”. ”Lo fanno vivere in condizioni terribili – ha proseguito la donna – non gli danno nemmeno la carta igienica. Il suo stato mentale si sta deteriorando”. HRIC, Human Rights in China, in una lettera ha invitato le autorita’ cinesi a rilasciare Hada al piu presto possibile ”in modo che egli possa evitare un collasso mentale”. Hada e’ il fondatore dell’Alleanza democratica della Mongolia del sud, che aveva anche chiesto un referendum per il futuro della regione autonoma della Mongolia Interna.
Archiviato in Diritti incivili
Con tag ai wei wei, ai weiwei, avvelenamento, avvelenamento da metalli, avvelenamento da piombo, avvocati, aziende inquinanti, bahrein, bambini avvelenati, bjork, blowin in the wind, bob dylan, cadmio, carta 08, censura, censura su stampa, chen guangcheng, Chen Wei, clinton, concerti, concerti in cina, controlli, dipartimento di stato, diritti civili, dui hua, dylan, eagles, Gao Zhisheng, gelsomini, giornalisti stranieri, Glenn Frey, Go Chuan, inquinamento, inquinamento aria, inquinamento falde, Jian Tianyong, Jiang Tianyong, jiang yu, Joe Walsh, Li Fangping, Li Tiantian, libia, Liu Shihui, Liu Xia, liu xiaobo, ma zhaoxu, manifestazioni, manifestazioni antigovernative, manifestazioni in cina, menestrello del rock, mercedes benz arena, metalli pesanti, musica per la libertà, pechino, piazza tiananmen, piombo, polizia cinese, premio nobel per la pace, proteste, proteste anti governative, proteste in cina, Ran Yunfei, relazioni sino-americane, rivolta dei gelsomini, rivoluzione dei gelsomini, shanghai, sicurezza, siria, Tang Jingling, Tang Jitian, teng biao, Tiananmen, tibet, Timothy B. Schmit, usa, Yang Henjun, zheijiang, zhou yongkang
Centinaia di bambini avvelenati da piombo
I residenti della citta’ di Xingzi nella provincia meridionale cinese del Guangdong hanno denunciato il fatto che centinaia di bambini del posto avrebbero livelli di piombo nel sangue che superano i livelli di sicurezza consentiti, imputando la causa ad una centrale elettrica poco distante. Lo riferisce Radio Free Asia. A seguito di una serie di manifestazioni di protesta avvenute il mese scorso, volte a chiedere la chiusura della centrale e il risarcimento dei danni alla salute dei propri figli, le famiglie della zona hanno continuato a monitorare i livelli di piombo nel sangue dei propri figli, scoprendo cosi’ che piu’ di 700 bambini sono risultati avere livelli di piombo nel sangue superiori al livello consentito di 100 microgrammi per litro.
I bambini, secondo gli esperti, sono particolarmente vulnerabili all’avvelenamento da piombo, che puo’ portare disturbi neurologici, danni al fegato e ai reni, anemia, convulsioni, e nei casi piu’ gravi anche il coma e la morte. I residenti della zona temono che le autorita’ abbiano sottovalutato il problema o ne nascondano la reale portata. Un residente del villaggio di Tianxin ha detto che le autorita’ hanno ammesso l’esistenza di soli 18 casi di avvelenamento da piombo tra i bambini della zona che invece sarebbero moltissimi di piu’. I cittadini dicono che l’inquinamento provocato dalla centrale elettrica vicina ha continuato a peggiorare costantemente nel corso degli ultimi dieci anni. Le manifestazioni del mese scorso si sono tradotte in una chiusura temporanea dello stabilimento per effettuare delle riparazioni e la popolazione locale ha detto che la qualità dell’aria a’ migliorata notevolmente nel periodo della sospensione. La Cina si trova ad affrontare una grave crisi ambientale, con oltre la meta’ delle citta’ colpite da piogge acide e un sesto dei suoi fiumi troppo inquinati.
Negato visto a ex premier norvegese
Negato il visto di ingresso in Cina a Kjell Magne Bondevik, primo ministro norvegese dal 2002 al 2005. L’ex premier avrebbe dovuto recarsi a Nanchino per una riunione del Consiglio Mondiale delle Chiese. “Sicuramente la riunione si farà anche senza di me – ha commentato Bondevik – ma avrei partecipato molto volentieri”, aggiungendo di pensare – in assenza di altre motivazioni – che il rifiuto sia legato al rancore della Cina verso la Norvegia per la decisione di assegnare il Nobel per la pace al dissidente Liu Xiaobo due anni fa. Bondevik ha infatti detto che negli ultimi due anni sono molti i norvegesi a cui è stato negato il visto apparentemente senza motivo. L’ambasciata cinese a Oslo, senza dare ulteriori spiegazioni, si è limitata a dire che non é stato possibile concedere il visto in assenza delle necessarie autorizzazioni da parte delle autorità di Pechino. “Per come la vedo io – ha concluso l’ex capo del governo norvegese – fa tutto parte di una strategia delle autorità. Io non ho niente a che vedere con il premio Nobel ma forse pensano che io ero stato favorevole”. Il ministero degli affari esteri cinese in un comunicato si è limitato a dire che “ai cinesi il visto viene negato spesso, le regole sui visti variano da paese a paese e questo caso non deve essere interpretato in maniera esagerata”.
Archiviato in Diritti incivili
Con tag ai wei wei, ai weiwei, avvelenamento, avvelenamento da metalli, avvelenamento da piombo, avvocati, aziende inquinanti, bahrein, bambini avvelenati, bjork, blowin in the wind, bob dylan, cadmio, carta 08, censura, censura su stampa, chen guangcheng, Chen Wei, clinton, concerti, concerti in cina, controlli, dipartimento di stato, diritti civili, dui hua, dylan, eagles, Gao Zhisheng, gelsomini, giornalisti stranieri, Glenn Frey, Go Chuan, inquinamento, inquinamento aria, inquinamento falde, Jian Tianyong, Jiang Tianyong, jiang yu, Joe Walsh, Li Fangping, Li Tiantian, libia, Liu Shihui, Liu Xia, liu xiaobo, ma zhaoxu, manifestazioni, manifestazioni antigovernative, manifestazioni in cina, menestrello del rock, mercedes benz arena, metalli pesanti, musica per la libertà, pechino, piazza tiananmen, piombo, polizia cinese, premio nobel per la pace, proteste, proteste anti governative, proteste in cina, Ran Yunfei, relazioni sino-americane, rivolta dei gelsomini, rivoluzione dei gelsomini, shanghai, sicurezza, siria, Tang Jingling, Tang Jitian, teng biao, Tiananmen, tibet, Timothy B. Schmit, usa, Yang Henjun, zheijiang, zhou yongkang
Tv taiwanese realizza cartone animato ironico sulla fuga di Chen
La fuga dell’attivista cieco Chen Guangcheng dalla sua abitazione-prigione, l’ospitalita’ trovata nell’ambasciata americana di Pechino, il suo ricovero in ospedale (dove si trova tutt’ora) e la promessa di potersi recare negli Stati Uniti per ragioni di studio, sono diventati un cartone animato grazie ad una societa’ di Taiwan, non nuova a simili iniziative. Dopo infatti il Bunga Bunga di Berlusconi, gli ultimi momenti di vita di Bin Laden e il naufragio del comandante Schettino, la Next Media Animation (Nma) di Taipei ha pubblicato due video che spiegano uno la fuga e l’altro il futuro di Chen Guangcheng. Nel primo si vede che il dissidente cieco, aiutato da un cane guida (che dopo guida anche l’auto che lo portera’ a Pechino), riesce a scappare da casa eludendo il controllo di due guardie cinesi che nel filmato sono dei panda, impegnati a guardare la tv. In ambasciata Chen incontra l’ambasciatore americano intento a sorseggiare un caffe’ di Starbucks con uno zainetto sulle spalle (come era stato immortalato nel giorno in cui e’ arrivato in Cina). L’ambasciatore ha avvisato al telefono il presidente americano Barack Obama che a sua volta ha informato Hillary Clinton in aereo mentre arrivava in Cina. Questa incontra i vertici cinesi (sempre rappresentati dal Panda) che mettono sul piatto il debito americano. Obama tira un sospiro di sollievo e si fuma una sigaretta quando capisce la storia di aver ospitato Chen puo’ essergli utile in termini elettorali. Nel secondo filmato, invece, Chen cerca di scappare sull’aereo della Clinton, ma questa apre la porta dell’aereo e lo fa cadere nell’oceano. L’attivista cieco allora nuota fino ad una costa dove viene accolto da persone che gli mettono una corona di fiori al collo. E il video finisce con Chen sotto il cartello ”Benvenuto a Taiwan” e la scritta che recita ”Chen, la prossima volta che vuoi scappare, chiedi di andare in un un posto dove ti possono garantire aiuto”.
Archiviato in Diritti incivili
Con tag ai wei wei, ai weiwei, avvelenamento, avvelenamento da metalli, avvelenamento da piombo, avvocati, aziende inquinanti, bahrein, bambini avvelenati, bjork, blowin in the wind, bob dylan, cadmio, carta 08, censura, censura su stampa, chen guangcheng, Chen Wei, concerti, concerti in cina, controlli, dipartimento di stato, diritti civili, dui hua, dylan, eagles, Gao Zhisheng, gelsomini, giornalisti stranieri, Glenn Frey, Go Chuan, inquinamento, inquinamento aria, inquinamento falde, Jian Tianyong, Jiang Tianyong, jiang yu, Joe Walsh, Li Fangping, Li Tiantian, libia, Liu Shihui, Liu Xia, liu xiaobo, ma zhaoxu, manifestazioni, manifestazioni antigovernative, manifestazioni in cina, menestrello del rock, mercedes benz arena, metalli pesanti, musica per la libertà, pechino, piazza tiananmen, piombo, polizia cinese, premio nobel per la pace, proteste, proteste anti governative, proteste in cina, Ran Yunfei, relazioni sino-americane, rivolta dei gelsomini, rivoluzione dei gelsomini, shanghai, sicurezza, siria, Tang Jingling, Tang Jitian, teng biao, Tiananmen, tibet, Timothy B. Schmit, usa, Yang Henjun, zheijiang, zhou yongkang
Chen all’Ansa: parto ma torno presto
Il dissidente cinese Chen Guangcheng e’ fiducioso di poter partire ”presto” per gli Usa ed e’ preoccupato per i membri della sua famiglia rimasti nella sua provincia natale dello Shandong. Lo ha detto lo stesso Chen, raggiunto per telefono dall’ ANSA nell’ ospedale di Chaoyang, dove e’ ricoverato dalla scorsa settimana. ”Ma non diventero’ un esiliato, ho tutta l’intenzione di tornare in Cina, e’ un mio diritto”, ha detto il dissidente, che ha avuto una borsa di studio dall’ Universita’ di New York. Chen ha precisato che un funzionario del governo di Pechino si sta occupando dei passaporti per lui, la moglie e i loro due figli. ”Non dovro’ tornare nello Shandong”, ha aggiunto, dove le autorita’ locali lo hanno tenuto per 19 mesi, illegalmente, agli arresti domiciliari. Chen ha espresso la sua preoccupazione per i suoi parenti rimasti nello Shandong e in particolare per il nipote Chen Kegui, 33 anni, che e’ stato arrestato dopo una colluttazione con gli agenti. ”La moglie gli ha trovato un avvocato, ma sembra che anche lui ora sia agli arresti domiciliari”, ha spiegato. Il dissidente ha precisato che intende restare negli Usa ”per un periodo limitato di studio e per riposarmi”. Alla domanda se, una volta rientrato in Cina, intende proseguire nella sua attivita’ di difensore dei diritti civili Chen, che ha passato oltre quattro anni in prigione per aver denunciato la pratica degli aborti e delle sterilizzazioni forzate, non si e’ sbilanciato: ”Dipende, vedro’ la situazione in quel momento. Forse ci sara’ qualcuno che lo fa meglio di me, potrei considerare di smettere altrimenti, certo, continuero’ a fare quello che ho fatto fino ad oggi”. Il dissidente ha aggiunto di aver parlato venerdi’ scorso con un medico e con il numero due dell’ ambasciata americana di Pechino, Robert Wang, e di non aver avuto altri contatti con funzionari americani. In un messaggio diffuso oggi su Twitter il responsabile della comunicazione dell’ ambasciata, Richard Baungan, ha confermato che il processo di preparazione dei documenti per l’ espatrio del dissidente e della sua famiglia ”sta procedendo”. Chen, 40 anni, avvocato autodidatta, cieco fin da bambino per una malattia congenita, e’ riuscito a fuggire dagli arresti domiciliari il 22 aprile scorso, eludendo la sorveglianza della polizia locale. Nel corso della fuga si e’ rotto un piede e le sue generali condizioni di salute non sono buone. ”Non so quanto dovro’ rimanere ancora in ospedale”, ha detto all’ANSA il dissidente, al quale e’ stata riscontrata un’infezione intestinale. Con l’ aiuto di alcuni amici, Chen e’ riuscito a raggiungere Pechino, dove dopo tre giorni in clandestinita’ ha chiesto aiuto all’ambasciata americana, che l’ha ospitato per sei giorni. Chen ne e’ uscito dopo aver avuto dal governo garanzie per se’ e per la sua famiglia. Arrivato in ospedale e vistosi isolato, ha avuto un ripensamento, e ha espresso il desiderio di recarsi negli Usa. La richiesta del dissidente ha portato Cina e Usa sull’ orlo di una crisi diplomatica, risolta dall’offerta dell’ Universita’ di New York.
fonte: ANSA
Archiviato in Diritti incivili
Con tag ai wei wei, ai weiwei, avvelenamento, avvelenamento da metalli, avvelenamento da piombo, avvocati, aziende inquinanti, bahrein, bambini avvelenati, bjork, blowin in the wind, bob dylan, cadmio, carta 08, censura, censura su stampa, chen guangcheng, Chen Wei, clinton, concerti, concerti in cina, controlli, dipartimento di stato, diritti civili, dui hua, dylan, eagles, Gao Zhisheng, gelsomini, giornalisti stranieri, Glenn Frey, Go Chuan, inquinamento, inquinamento aria, inquinamento falde, Jian Tianyong, Jiang Tianyong, jiang yu, Joe Walsh, Li Fangping, Li Tiantian, libia, Liu Shihui, Liu Xia, liu xiaobo, ma zhaoxu, manifestazioni, manifestazioni antigovernative, manifestazioni in cina, menestrello del rock, mercedes benz arena, metalli pesanti, musica per la libertà, pechino, piazza tiananmen, piombo, polizia cinese, premio nobel per la pace, proteste, proteste anti governative, proteste in cina, Ran Yunfei, relazioni sino-americane, rivolta dei gelsomini, rivoluzione dei gelsomini, shanghai, sicurezza, siria, Tang Jingling, Tang Jitian, teng biao, Tiananmen, tibet, Timothy B. Schmit, usa, Yang Henjun, zheijiang, zhou yongkang
Pressione su dissidenti dopo fuga Chen
La polizia cinese ha intensificato oggi la pressione sui dissidenti che hanno aiutato l’ avvocato cieco Chen Guangcheng a fuggire dagli arresti domiciliari. Chen, secondo il sito web di esuli cinesi ChinaAid , e’ ”sotto la protezione di diplomatici statunitensi”, probabilmente nei locali dell’ ambasciata americana di Pechino, circostanza che rischia di complicare le gia’ difficili relazioni tra Cina e Stati Uniti. He Peirong, conosciuta su Internet come Pearl He, insegnante d’ inglese a Nanchino e attivista, e’ ”scomparsa” dal 27 aprile, dopo aver dato notizia con un messaggio su Twitter della fuga di Chen. He si e’ guadagnata sulla rete la qualifica di ”eroina” per aver ammesso di aver aiutato Chen a raggiungere Pechino, dopo che aveva eluso in modo rocambolesco la sorveglianza dei suoi carcerieri. Hu Jia, un altro attivista e popolare blogger che ha pubblicamente ammesso di aver incontrato Chen mentre era nascosto a Pechino, e’ stato trattenuto dalla polizia e interrogato per circa 24 ore, prima di essere ricondotto nella sua abitazione di Pechino. Hu Jia ha finito di scontare nel giugno del 2011 una condanna a tre anni e mezzo di prigione per ”istigazione alla sovversione”. Non e’ chiaro lo status attuale del dissidente che, secondo la polizia, deve ancora finire di scontare la condanna supplementare ad un anno di ”privazione dei diritti civili” e non puo’ rilasciare interviste. Non e’ stato dichiarato che e’ agli arresti domiciliari ma i giornalisti che hanno cercato di avvicinarlo sono stati bloccati dagli agenti. La moglie di Hu Jia, Zeng JInyan, anche lei attivista e nota blogger, ha espresso preoccupazione e chiesto ”la liberazione” della moglie, della figlia di sei anni, del fratello maggiore e del nipote di Chen. Quest’ ultimo, Chen Kegui, e’ stato certamente arrestato, degli altri si ignora lo status. Da venerdi’ scorso non si hanno notizie di Guo Yushan, un professore di Pechino amico di Chen sospettato di avere avuto un ruolo nella sua fuga. Ne’ gli Usa ne’ la Cina hanno finora confermato la presenza di Chen nell’ ambasciata americana di Pechino ma oggi e’ arrivato nella capitale il vicesegretario di Stato americano Kurt Campbell, con quattro giorni di anticipo sulla visita del suo capo Hillary Clinton e del segretario al tesoro Timothy Geithner, che il 3 e 4 maggio parteciperanno alla prevista sessione del ”dialogo strategico ed economico” tra i due Paesi. Clinton e’ attesa domani nelle Filippine per discutere dei legami politici e militari tra Washington e Manila. La marina militare filippine e quella cinese sono impegnate da settimane in confronto-sfida nei pressi della Secca di Scarborough, in una zona del Mar cinese meridionale rivendicata da entrambi i Paesi. Filippine e Usa hanno svolto nei giorni scorsi manovre navali congiunte non lontano dall’ area contesa, suscitando aspre critiche da parte di Pechino. Chen Guangcheng, 40 anni, avvocato autodidatta cieco dall’ infanzia era tenuto illegalmente dalle autorita’ locali agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Dongshigu, nella provincia orientale dello Shandong dal settembre 2010, quando aveva finito di scontare oltre quattro anni di prigione per ”violenze” commesse durante una manifestazione di protesta. In realta’, secondo i dissidenti, Chen era stato punito per aver denunciato, nel 2005, la pratica degli aborti e delle sterilizzazioni forzate seguita dalle autorita’ locali per imporre il rispetto della legge in base alla quale le coppie cinesi non possono avere piu’ di un figlio.
fonte: ANSA
Archiviato in Diritti incivili
Con tag ai wei wei, ai weiwei, avvelenamento, avvelenamento da metalli, avvelenamento da piombo, avvocati, aziende inquinanti, bahrein, bambini avvelenati, bjork, blowin in the wind, bob dylan, cadmio, carta 08, censura, censura su stampa, chen guangcheng, Chen Wei, clinton, concerti, concerti in cina, controlli, dipartimento di stato, diritti civili, dui hua, dylan, eagles, Gao Zhisheng, gelsomini, giornalisti stranieri, Glenn Frey, Go Chuan, inquinamento, inquinamento aria, inquinamento falde, Jian Tianyong, Jiang Tianyong, jiang yu, Joe Walsh, Li Fangping, Li Tiantian, libia, Liu Shihui, Liu Xia, liu xiaobo, ma zhaoxu, manifestazioni, manifestazioni antigovernative, manifestazioni in cina, menestrello del rock, mercedes benz arena, metalli pesanti, musica per la libertà, pechino, piazza tiananmen, piombo, polizia cinese, premio nobel per la pace, proteste, proteste anti governative, proteste in cina, Ran Yunfei, relazioni sino-americane, rivolta dei gelsomini, rivoluzione dei gelsomini, shanghai, sicurezza, siria, Tang Jingling, Tang Jitian, teng biao, Tiananmen, tibet, Timothy B. Schmit, usa, Yang Henjun, zheijiang, zhou yongkang
Chi sono i dissidenti che sfidano il potere a Pechino
Oltre all’ avvocato cieco Chen Guangcheng, al centro del dramma che si sta svolgendo in queste ore a Pechino, i principali dissidenti cinesi sono: – Liu Xiaobo, 57 anni, insegnate, critico letterario e scrittore, sta scontando una condanna a undici anni di prigione per ”istigazione alla sovversione” per aver promosso la petizione Charta08 a favore di un sistema democratico. Nel 2010 e’ stato il primo cittadino cinese residente in Cina a ricevere il premio Nobel per la pace. Da 18 mesi sua moglie, Liu Xia, e’ tenuta agli arresti domiciliari nella sua residenza di Pechino pur non essendo accusata di alcun reato. – Hu Jia, 39 anni, ambientalista e difensore dei diritti dei malati di Aids, si e’ conquistato un vasto seguito, soprattutto tra i giovani, con il suo popolare blog su Internet. A giugno del 2011 ha finito di scontare una condanna a tre anni e mezzo di prigione, anche lui condannato per ”istigazione alla sovversione”. Nel 2008 ha ricevuto il premio del Parlamento Europeo per i diritti umani – Gao Zhisheng, 46 anni, avvocato, e’ stato piu’ volte in prigione fino a ”scomparire” dopo una breve apparizione a Pechino, nel 2010. All’ inizio dell’ anno il fratello ha ricevuto una comunicazione ufficiale secondo la quale si trova in prigione nel nordovest della Cina. Come avvocato, ha difeso esponenti dei gruppi religiosi perseguitati tra cui membri della setta del Falun Gong. – Li Yulan, avvocatessa, si e’ battuta per la liberta’ di espressione e per i diritti delle vittime delle demolizioni di case. Sta scontando una condanna, la terza, a due anni o otto mesi di prigione. La stessa pena e’ stata inflitta al marito, Dong Jiqin. Durante una precedente detenzione, nel 2008, e’ stata selvaggiamente picchiata e da allora e’ costretta su una sedia a rotelle. – Ai Weiwei, 55 anni, e’ forse l’ artista cinese piu’ famoso in patria e all’ estero. Apertamente critico del regime a partito unico, si e’ battuto per i diritti delle vittime del terremoto del Sichuan del 2008, organizzando un censimento dei ragazzi morti per il crollo delle loro scuole, costruite con materiale scadente grazie alla complicita’ di funzionari corrotti. Nel 2011 e’ stato detenuto segretamente per 81 giorni senza essere accusato di alcun reato. Una societa’ a lui legata e’ stata accusata di evasione fiscale e condannata a una multa di 1,7 milioni di euro. Ha presentato ricorso e la disputa non e’ ancora stata risolta. – Teng Biao, avvocato, promotore della necessita’ di uno stato di diritto e della liberta’ di espressione. Nel 2005, insieme a Chen Guangcheng, ha denunciato la pratica degli aborti forzati nella provincia dello Shandong. Detenuto segretamente per quasi tre mesi nel 2011, e’ stato rilasciato senza essere accusato di alcun reato e gli e’ stato vietato di parlare con la stampa straniera.
fonte: ANSA
Archiviato in Diritti incivili
Con tag ai wei wei, ai weiwei, avvelenamento, avvelenamento da metalli, avvelenamento da piombo, avvocati, aziende inquinanti, bahrein, bambini avvelenati, bjork, blowin in the wind, bob dylan, cadmio, carta 08, censura, censura su stampa, chen guangcheng, Chen Wei, clinton, concerti, concerti in cina, controlli, dipartimento di stato, diritti civili, dui hua, dylan, eagles, Gao Zhisheng, gelsomini, giornalisti stranieri, Glenn Frey, Go Chuan, inquinamento, inquinamento aria, inquinamento falde, Jian Tianyong, Jiang Tianyong, jiang yu, Joe Walsh, Li Fangping, Li Tiantian, libia, Liu Shihui, Liu Xia, liu xiaobo, ma zhaoxu, manifestazioni, manifestazioni antigovernative, manifestazioni in cina, menestrello del rock, mercedes benz arena, metalli pesanti, musica per la libertà, pechino, piazza tiananmen, piombo, polizia cinese, premio nobel per la pace, proteste, proteste anti governative, proteste in cina, Ran Yunfei, relazioni sino-americane, rivolta dei gelsomini, rivoluzione dei gelsomini, shanghai, sicurezza, siria, Tang Jingling, Tang Jitian, teng biao, Tiananmen, tibet, Timothy B. Schmit, usa, Yang Henjun, zheijiang, zhou yongkang
Dissidente cieco in fuga è “sotto protezione” Usa
Il dissidente cieco Chen Guangcheng, fuggito dalla sua abitazione dopo essere stato tenuto illegalmente agli arresti domiciliari per 19 mesi, si trova ora “sotto la protezione di diplomatici americani” a Pechino, secondo un gruppo di esuli cinesi. Non ci sono conferme ufficiali da parte americana, né da parte del governo cinese. ll caso rischia di oscurare il “vertice strategico ed economico” tra Cina e Usa in programma la prossima settimana a Pechino, dove sono attesi il segretario di Stato americano Hillary Clinton e il segretario al tesoro Timothy Geithner. In un comunicato diffuso sul suo sito web il direttore della ChinaAid Association (Caa) Bob Fu afferma di aver saputo “da una fonte vicina a Chen” che “colloqui ad alto livello” tra i due Paesi sono in corso in queste ore. “A causa della vasta popolarità di Chen, l’ Ammnistrazione Obama deve rimanere saldamente al suo fianco o rischiare di perdere credibilità come sostenitrice dei diritti umani e dello stato di diritto.Se c’ è una ragione per la quale i dissidenti cinesi ammirano gli Usa è per momenti come questo”, aggiunge Fu. In precedenza un altro noto dissidente, Hu Jia, aveva affermato di ritenere che Chen si trovi nei locali dell’ ambasciata, aggiungendo di averlo incontrato “nelle ultime 72 ore”. In seguito, Hu Jia è stato “prelevato” dalla polizia che “potrebbe trattenerlo per otto ore”, secondo messaggi diffusi su Internet dalla moglie Zeng Jinyan e da altri dissidenti. Lo stessa Zeng è stata convocata dalla polizia. A Pechino è stato fermato un amico di Chen, Guo Yushan, mentre la dissidente He Peirong, che ha affermato di averlo aiutato a fuggire, è stata arrestata a Nanchino, dove risiede. Nel villaggio natale di Chen, nella provincia nordorientale dello Shandong, sono stati arresti il fratello maggiore e il nipote del dissidente. Nessun commento finora da parte cinese. In un briefing per la stampa sul vertice con gli Usa, il viceministro degli esteri Cui Tiankai ha sostenuto di “non avere informazioni” sulla vicenda e di non ritenere che essa avrà un ruolo preminente nei colloqui. La vicenda cade mentre è ancora in corso il dramma legato a Wang Lijun, l’ex-capo della polizia di Chongqing che si era rifugiato in una sede diplomatica americana dopo la rottura col suo mentore Bo Xilai, il carismatico leader comunista di Chongqing. L’ asilo politico non gli è stato concesso e, dopo essere stato preso in consegna dalle autorità di Pechino, Wang ha rivelato una fosca storia che ha portato al licenziamento di Bo da tutte le sue cariche e all’ arresto della moglie Gu Kailai, accusata di aver ordinato l’ assassinio del faccendiere britannico Neil Heywood. L’ ultimo dissidente ad essersi rifugiato nell’ ambasciata americana e ad ottenere asilo politico è stato nel 1989 lo scienziato Fang Lizhi, il “Sakharov cinese”, che si era schierato a fianco dei giovani che avevano occupato piazza Tiananmen reclamando la democrazia. Fang è morto all’ inizio di aprile negli Usa. Nella sua dichiarazione Bob Fu, cristiano e dissidente, anche lui legato al movimento democratico dell’ 89, esprime la speranza che Chen diventi “un secondo Fang Lizhi e non un secondo Wang Lijun”. Chen, 40 anni, è un avvocato autodidatta diventato cieco a causa di una malattia congenita. Nel 2005 ha denunciato la pratica degli aborti e delle sterilizzazioni forzate nella sua provincia, lo Shandong, documentando migliaia di casi. Nel 2006 é stato condannato a oltre quattro anni di prigione per “violenze” che avrebbe commesso nel corso di una manifestazione di protesta. Finita di scontare la pena, nell’ autunno del 2010, è stato tenuto agli arresti domiciliari con tutte la sua famiglia illegalmente, dato che non è accusato di alcun reato. In un video diffuso ieri, si è rivolto al premier Wen Jiabao denunciando le violenze e i pestaggi subiti in questi mesi da lui e dai suoi familiari e chiedendogli di punite i responsabili “secondo la legge”.
fonte: ANSA
Archiviato in Diritti incivili
Con tag ai wei wei, ai weiwei, avvelenamento, avvelenamento da metalli, avvelenamento da piombo, avvocati, aziende inquinanti, bahrein, bambini avvelenati, bjork, blowin in the wind, bob dylan, cadmio, carta 08, censura, censura su stampa, chen guangcheng, Chen Wei, clinton, concerti, concerti in cina, controlli, dipartimento di stato, diritti civili, dui hua, dylan, eagles, Gao Zhisheng, gelsomini, giornalisti stranieri, Glenn Frey, Go Chuan, inquinamento, inquinamento aria, inquinamento falde, Jian Tianyong, Jiang Tianyong, jiang yu, Joe Walsh, Li Fangping, Li Tiantian, libia, Liu Shihui, Liu Xia, liu xiaobo, ma zhaoxu, manifestazioni, manifestazioni antigovernative, manifestazioni in cina, menestrello del rock, mercedes benz arena, metalli pesanti, musica per la libertà, pechino, piazza tiananmen, piombo, polizia cinese, premio nobel per la pace, proteste, proteste anti governative, proteste in cina, Ran Yunfei, relazioni sino-americane, rivolta dei gelsomini, rivoluzione dei gelsomini, shanghai, sicurezza, siria, Tang Jingling, Tang Jitian, teng biao, Tiananmen, tibet, Timothy B. Schmit, usa, Yang Henjun, zheijiang, zhou yongkang