Archivi tag: Asian Infrastructure Investment Bank

Nella neonata banca asiatica per investimenti, voluta dalla Cina, ruoli importanti a Germania e Uk

La Germania si avvia a ricoprire la vicepresidenza più pesante della Aiib, la Asian Infrastructure Investment Bank fortemente voluta dalla Cina, conquistando le deleghe da chief operating officer, mentre la Gran Bretagna quelle alle comunicazioni e all’organizzazione dei meeting nella persona di Danny Alexander, molto vicino al Cancelliere dello Scacchiere George Osborne. Una scelta, quest’ultima, che, anticipata dal Financial Times la scorsa settimana, avrebbe deluso Pechino per la “debole” esperienza nel settore su cui intende focalizzarsi l’iniziativa multilaterale cinese, illustrata per la prima volta dal presidente Xi Jinping a ottobre 2013. Oltre alla Germania, tra i grandi contributori della Aiib, nel board per conto della costituency dell’Eurozona, le altre tre vicepresidenze sono ad appannaggio di India (chief financial officer), Corea del Sud (risk-affairs) e Indonesia (chief administrative officer). La ratifica delle cariche sarà sottoposta “a breve” dal presidente Jin Liqun per mettere “la banca nelle condizioni di poter operare dopo il lancio ufficiale di due settimane fa. Le posizioni – secondo fonti locali vicine all’Aiib – sono quelle tipiche di una banca multilaterale, come l’Asian Development Bank (la rivale asiatica a guida Usa-Giappone, ndr), più o meno organizzata allo stesso modo”. Tra i 12 componenti del board dei direttori, tre sono in base agli accordi costitutivi in quota extra-Asia (vale a dire “soci non regionali”): in partenza, quindi, saranno Germania quale rappresentante di Eurolandia, Gran Bretagna della costituency “resto d’Europa” e Brasile. In generale, tutti i Paesi si alterneranno nella posizione di direttore esecutivo.

 

fonte: Ansa

Lascia un commento

Archiviato in E renare (i soldi e l'economia), Senza Categoria

Pronta la banca cinese di investimenti, primi progetti nel 2016

La Asian Infrastructure Investment Bank (Aiib) “is open for business”: e’ il presidente Jin Liqun, fresco di nomina da parte del Board of Governors, ad annunciare nella sala al secondo piano del Westin hotel, a pochi metri dal suo quartier generale nel distretto finanziario di Pechino, che l’iniziativa multilaterale a trazione cinese è operativa. Entro fine anno saranno pronti i piani di co-finanziamento di progetti con altre banche internazionali per lo sviluppo o in solitario, con i prestiti – ha aggiunto Jin – che saranno fatti in dollari e con la raccolta che potrà spaziare su altre valute, come euro e yuan. I settori di riferimento, in base a quanto appreso dall’ANSA, saranno “trasporti, acqua ed energia, tutti strategici allo sviluppo dell’Asia”. I primi passi punteranno, in scia alle “migliori pratiche in corso di affinamento su governance, trasparenza e sistemi di controllo molto rassicuranti, a strappare come ogni start-up un ottimo rating di partenza” che nelle previsioni dovrebbe essere la Tripla A. La soddisfazione è molta visto che sulla “Banca mondiale cinese”, vista come “rivale” della World Bank a guida Usa, il presidente Xi Jinping (con il premier Li Keqiang) ha ribadito nell’intenso weekend di lancio che la Aiib è strumento che aiuterà a governare il sistema di sviluppo dell’economia mondiale “in direzione più congrua, ragionevole ed efficiente”. Niente male considerando che dal piano illustrato a ottobre del 2013, Xi è riuscito a coinvolgere 57 Paesi pur tra l’opposizione di Usa e Giappone verso cui “la porta è sempre aperta”, ha detto Jin, a capo del Board of Directors composto da 12 membri che si riunirà anche domani. “Sono 30 le nazioni che hanno ratificato l’adesione da soci fondatori – ha notato ancora il presidente Aiib, con esperienze sia alla World Bank sia alla Asian Development Bank – in rappresentanza di oltre il 74% delle azioni, mentre altri 20 lo faranno fine dell’anno”. Tra questi Francia, Spagna e Italia, che si attesta al 12/mo posto nella compagine dei soci con il 2,62% in uno schema volto sia allo sviluppo economico e finanziario dell’area asiatica e sia alla internazionalizzazione del sistema economico del Belpaese, tra industria e servizi. La Cina, che detiene diritti di voto oltre il 25% e di veto, ha varato una sottoscrizione iniziale di 29,78 miliardi di dollari per la Aiib, su un totale di 100 miliardi.

 

fonte: Ansa

Lascia un commento

Archiviato in 'E renare (i soldi, Senza Categoria

Sfida a Usa, Roma-Berlino-Parigi in banca intrastrutture e investimenti della Cina

Francia, Germania e Italia intendono diventare membri fondatori dell’Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB), ‘sfidando’ di fatto gli Stati Uniti contrari fin dal 2013 all’istituto creato dalla Cina potenziale rivale della Banca Mondiale, che ha base a Washington ed e’ guidata per tradizione da un americano. L’AIIB ha invece base a Shanghai e la Cina e’ il maggiore azionista. Una sfida a distanza, con gli alleati in mezzo, quella fra Washington e Pechino che riflette – riporta il Financial Times – gli equilibri e i giochi di potere nel 21mo secolo, con le due maggiori economie al mondo che cercano di imporsi ognuna a suo modo. La Cina nella consapevolezza che la sua carta piu’ importante e’ la crescita economica, gli Stati Uniti con la loro rete di trattati per la sicurezza. E in questo contesto gli alleati si trovano in una posizione scomoda: l’annuncio della partecipazione della Gran Bretagna e’ stato visto come uno schiaffo all’alleato storico americano. Il dilemma dell’adesione o meno e’ ora per Giappone, Australia, Filippine e Corea del Sud, tutti paesi che hanno trattati di sicurezza con gli Stati Uniti ma anche importanti scambi commerciali con la Cina. ”La storia dell’Asian Infrastructure Investment Bank si sta rivelando una debacle diplomatica per gli Stati Uniti”, che rischiano con la loro opposizione di sembrare ”isolati e petulanti” afferma il Financial Times. E la Cina ne trae beneficio, anche grazie al suo cambio di atteggiamento: invece dei continui scontri, Pechino preme ora sul desiderio di relazioni economiche solide nella speranza di persuadere i paesi asiatici a unirsi alla sua iniziativa e trarne guadagni in crescita. E i progetti dell’AIIB sono ambiziosi: dalla via della Seta con infrastrutture in tutta l’Asia centrale, alla via della seta marittima nei mari del sud est asiatico. La AIIB – spiega via XX Settembre – può svolgere un ruolo di rilievo nel finanziamento dell’ampio fabbisogno infrastrutturale dell’Asia. Francia, Germania e Italia, operando in stretto raccordo con i partner europei e internazionali, – aggiunge la nota del Mef – intendono lavorare con i membri fondatori della AIIB per costruire un’istituzione che segua i migliori principi e le migliori pratiche in materia di governo societario e di politiche di salvaguardia, di sostenibilità del debito e di appalti. E sono proprio gli standard di finanziamento a preoccupare gli Stati Uniti. Pur riconoscendo la necessita’ di maggiori investimenti infrastrutturali nel mondo, il Tesoro americano si dice preoccupato per i possibili piu’ bassi standard di finanziamento dell’AIIB. La nuova istituzione – mette in evidenza – dovrebbe ”incorporare gli alti standard che la comunita’ internazionale ha stabilito.

fonte: ANSA

Lascia un commento

Archiviato in E renare (i soldi e l'economia)