La para polizia urbana cinese, anche nota come ”chengguan”, è stata denunciata oggi dall’organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch che l’ accusa di commettere gravi abusi, nei confronti dei quali i cittadini cinesi non hanno possibilita’ di ricorso legale. In una conferenza stampa al Foreign Correspondent’s Club di Hong Kong, oggi, Sophie Richardson, Direttrice delle ricerche sulla Cina del gruppo, ha presentato un rapporto, intitolato ”Picchialo, rubagli tutto quello che ha” dove vengono descritti alcuni dei piu’ gravi abusi attribuiti a questa forza para-poliziesca, istituita per mantenere l’ordine nelle citta’. ”Si tratta di un gruppo relativamente poco noto all’estero, ma molto conosciuto in tutta la Cina, dato che i suoi metodi sono particolarmente violenti. I membri della Chengguan non hanno diritto di condurre arresti, ma di imporre multe, e ciò malgrado rinchiudono persone in prigioni illegali, portano avanti atti di estrema violenza e per quanto in teoria potrebbero essere citati in giudizio, ciò non avviene nei fatti”, ha detto. Creata circa quindici anni fa per supervisionare operazioni urbane quali i programmi di abbellimento delle città e la gestione del traffico, e promuovere la stabilità sociale,la Chengguang e’ ”di una brutalità che lascia sgomenti”, al punto che ”la sua esistenza sta portando ad una destabilizzazione sociale, e a un aumentare della violenza: l’ odio nei loro confronti, e l’ impossibilità di vedere giustizia fatta davanti ai loro abusi, e’ tale, che si hanno casi in cui alcuni ‘chengguan’ sono stati uccisi”, ha aggiunto Richardson. ”Non esistono dei codici di condotta applicati a loro che siano resi pubblici. Qualche anno fa siamo capitati su un manuale destinato ai ‘chengguan’, che dava precise istruzioni su come evitare di lasciare segni di violenza sul corpo di chi viene sottoposto a violenza. Un segnale molto inquietante del livello di impunita’ nel quale agiscono”, sottolinea Richardson, presentando dettagliate interviste con 25 persone, per casi di abusi che sono avvenuti dal 2009 al 2011. Per quanto sia difficile quantificare il numero di ”chengguan”, Human Rights Watch stima che nella sola Pechino vi siano circa 6000 uomini incaricati di ”mantenere la stabilita”’, e che il numero a livello nazionale potrebbe essere di alcune centinaia di migliaia di persone. ”Molte delle persone che vengono brutalizzate dai ‘chengguan’ sono venditori ambulanti, che vengono costretti a pagare multe meglio descrivibili come un ‘pizzo’, senza il quale non possono operare. I venditori ambulanti sono per lo più migranti interni, una delle categorie più vulnerabili,”, ha spiegato Richardson. Il rapporto dettaglia casi in cui i venditori ambulanti sono stati percossi, i loro carretti di mercanzia distrutti e la loro merce derubata. ”Non indossano divise” ha aggiunto Richardson, ”il che può rispondere alla domanda su chi fossero quelle persone in civile che stavano a guardia di Chen Guangcheng (il dissidente cieco emigrato sbato scorso negli Usa), nello Shandong: bulli e picchiatori, che spesso vengono arruolati nella chengguan”. Membri della forza para-poliziesca, inoltre, sono spesso associati ai violenti espropri e sgombri forzati di abitazioni, uno dei piu’ frequenti casi di abuso di cui si trovano vittime i cittadini. Fra le raccomandazioni dell’organizzazione, che questo gruppo teoricamente votato a che la legge sia applicata sia sottomesso ai normali parametri giuridici nazionali.
fonte: ANSA
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