Le autorità della provincia occidentale cinese dello Xinjiang, dove vive la comunità turcofona islamica degli uighuri, hanno stanziato circa 40 milioni di euro in ricompense a coloro che aiutino la ricerca e l’arresto dei ‘terroristi’, termine con il quale i funzionari di Pechino chiamano gli uighuri che si battono per l’autodeterminazione del proprio popolo. Una prima parte di ricompense sono state già elargite in una cerimonia pubblica nella prefettura di Hotan ieri, alla quale hanno preso parte 10.000 tra funzionari e residenti. Questi, per aver aiutato le autorità a rintracciare un gruppo di 10 terroristi, hanno ricevuto 500 mila euro in totale. Lo Xinjiang è da alcuni anni al centro di violenti scontri tra la parte musulmana e i cinesi di etnia Han, la cui massiccia e forzata immigrazione in zona ha fatto diventare una minoranza gli uighuri, ai quali è vietato parlare nella propria lingua e seguire i dettami religiosi. Solo nella scorsa settimana, si sono registrate più di cento vittime, in particolare in attacchi nella contea di Kashgar, in quello che è considerato l’attacco più importante da quello che nel luglio 2009 a Urumqi, il capoluogo della regione, fece 197 morti e oltre 1.700 feriti.