Le aziende americane frustrate dalla Cina: le indagini lanciate dal governo di Pechino, la censura su internet e l’inquinamento sono le maggiori sfide che le imprese statunitensi si trovano ad affrontare nel paese. E’ quanto emerge – riporta il Financial Times – da un’indagine, presentata dalla camera di commercio americana in Cina. L’80% delle aziende interpellate, piu’ di 360, affermano che i loro ricavi sono aumentati leggermente o sono scesi nell’ultimo anno. ”L’attuale modello economico della Cina e’ sotto stress. I tassi di crescita stanno rallentando, i costi sono in aumento, i margini in calo e alcuni piani di investimento sono stati ritirati” afferma Mark Duval, presidente della Camera di commercio americane in Cina. Da quando gli effetti del maxi piano di stimolo varato da Pechino sono iniziati a svanire nel 2012, la percentuale delle aziende americane iscritte alla camera di commercio che hanno riportato ”sostanziali” aumenti dei ricavi sono scese dal 41% al 23%. ”Stiamo ancora registrando guadagni ma questi sono meno aggressivi che in passato. Le nostre aziende non inseguono la crescita ma cercano di gestire quello che hanno” aggiunge Duval. Le difficolta’ delle aziende americane sono legate alle indagini avviate dal governo, all’inquinamento e alla censura di internet. Nell’ultimo anno la Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme in Cina ha avviato una serie di indagini nei confronti di aziende americane in vari settori, dai prodotti per bambini alle apparecchiature per le comunicazioni. Il 40% delle aziende interpellate nell’indagine ritiene che il governo cinese con le sue indagini abbia preso di mira deliberatamente le aziende straniere. A questo si aggiunge il fatto che il 55% delle aziende americane in Cina ritiene che la censura su internet ha un effetto negativo sulle loro attivita’. Piu’ della meta’ delle imprese interpellate ammette difficolta’ nelle assunzioni di manager per l’inquinamento nelle maggiori citta’ cinesi.
fonte: ANSA