“Lo smog della Cina è la miglior difesa contro le armi laser americane”. Lo ha detto, in una intervista televisiva, Zhang Zhaozhong, ammiraglio della marina cinese ed esperto di questioni militari presso l’Università nazionale della difesa. Zhang, parlando durante la trasmissione, ha detto che “le armi al laser hanno paura dello smog”. “Quando non c’è smog – ha spiegato l’esperto – un’arma al laser può colpire a una distanza di 10 chilometri. Se invece c’è smog, la distanza si riduce a un chilometro”. Ciò accade, ha aggiunto Zhang, perché lo smog è fatto di particelle sottilissime che per il laser è difficilissimo penetrare. Le dichiarazioni dell’ammiraglio arrivano solo dopo pochi giorni dalla notizia che gli Stati Uniti avrebbero intenzione di schierare la prima arma laser a bordo di una nave di quasi 17.000 tonnellate che verrà posizionata in medio oriente. Le parole di Zhang hanno subito suscitato molte polemiche in rete in quanto le sue osservazioni sono state considerate come una difesa dell’inquinamento, considerato quasi un fatto positivo. Su Sina Weibo, il twitter cinese, la notizia è stata ritwettata e commentata oltre 10.000 volte. L’ammiraglio si è difeso dicendo che le sue frasi sono state estrapolate dal contesto e che la sua intenzione non era quella di parlare in senso positivo dell’inquinamento. Pechino e gran parte della Cina del nord, intanto, continuano a patire gli effetti di un inquinamento sempre più intenso con livelli di Pm 2,5 (le particelle di diametro inferiore a 2,5 micron) elevatissimi. Nella capitale sia ieri che oggi il livello ha superato i 400.