Un uomo di Changsha, nella Cina centrale, ha citato in giudizio le autorità locali dopo che queste hanno rifiutato di registrare la sua associazione per i diritti degli omosessuali: l’omosessualità, è stata la motivazione delle autorità, è “contro la costruzione del progresso culturale e ideologico”. Alla fine del 2013 l’uomo ha effettuato diverse visite al dipartimento Affari civili della provincia dello Hunan, della quale Changsha è capoluogo, per registrare la sua associazione di volontariato, ricevendone sempre un rifiuto. L’ultima volta i funzionari hanno detto che l’associazione avrebbe dovuto operare secondo la morale e che un’associazione gay non dovrebbe essere creata, quindi non registrata. L’uomo, del quale non è stata resa nota l’identità, ha chiesto le scuse del dipartimento che però non ha mai risposto, da qui la decisione di avviare la causa, riporta l’agenzia Nuova Cina. L’omosessualità in Cina, che resta ancora un argomento tabù, è stata rimossa dall’elenco dei disordini mentali nel 2001, ma sono ancora molti i luoghi nei quali i gay vengono forzati anche dalle famiglie a seguire trattamenti medici. In alcuni casi, gli omosessuali vengono arrestati con le accuse più disparate.