Due alti funzionari cinesi si sono tolti la vita dopo che i loro nomi sono stati legati a scandali e inchieste giudiziarie. Il primo a suicidarsi, lanciandosi da un palazzo, è stato Bai Zhongren, presidente del China Railway Group, la società statale che sovrintende alla costruzione della rete ferroviaria cinese. L’uomo si sarebbe suicidato per depressione a causa del forte stato debitorio del gruppo che guida, responsabile tra gli altri, della costruzione della ferrovia in Tibet (la più alta del mondo) e le numerose linee ad alta velocità sorte negli ultimi anni in Cina, come la Pechino-Shanghai. Le ferrovie cinesi sono state già scosse da una ondata di suicidi dei propri funzionari e da grossi scandali che hanno portato alla condanna capitale (poi commutata in ergastolo) per l’ex potente ministro delle ferrovie Liu Zhijun nel luglio scorso. A giorni un tribunale dovrebbe anche emettere una sentenza di condanna nei confronti dell’ex vice capo degli ingegneri del ministero, Zhang Shuguang, accusato di aver percepito tangenti per oltre 6 milioni di euro. Il secondo suicidio ha visto invece protagonista l’ex direttore dell’ufficio case dell’ amministrazione di Nantong, nella provincia del Jiangsu. L’uomo, Chen Xi, si è suicidato nella sua abitazione dopo essere stato indagato per oltre un mese con l’accusa di aver accettato tangenti da costruttori.