Pechino stringe la morsa sulla “tigre” Zhou Yongkang

L’ultima indicazione che Zhou Yongkang, ex-responsabile dei servizi di sicurezza cinesi ed ex ‘zar’ dell’industria petrolifera, è caduto in disgrazia ed è sotto inchiesta per corruzione è l’arresto di due alti dirigenti della China National Petroleum Corporation (Cnpc), avvenuto nei giorni scorsi secondo fonti citate oggi dall’agenzia Reuters. Secondo le voci che dall’estate scorsa circolano su Internet sia Zhou Yongkang che suo figlio, Zhou Bin, sarebbero agli arresti domiciliari. Zhou, 71 anni, sarebbe il più alto dirigente cinese a finire in prigione negli ultimi tre decenni. Si ritiene che Zhou sia caduto in disgrazia per aver appoggiato in passato Bo Xilai, l’ex astro nascente del Partito Comunista Cinese condannato all’ergastolo per corruzione. E la lotta alla corruzione è la bandiera sotto la quale viene condotta l’epurazione dei dirigenti che sono schierati col presidente Xi Jinping che, un anno dopo essere salito al vertice della politica cinese, sta consolidando il suo potere su tutti i fronti. Tra l’altro, Xi ha imposto l’abolizione dei campi di ‘rieducazione attraverso il lavoro’ (i cosiddetti ‘laojiao’), che venivano gestiti dalla polizia. Secondo una denuncia diffusa oggi da Amnesty International, i ‘laojiao’ sarebbero stati sostituiti da prigioni ‘nere’, cioè segrete, e da un uso spregiudicato dei centri per la riabilitazione dei drogati. Annunciando la sua offensiva contro la corruzione, Xi aveva promesso che sarebbero state prese di mira sia le ”mosche” che le ”tigri”, intendendo dire che non avrebbe guardato in faccia a nessuno. E non ci sono dubbi sul fatto che Zhou sia una ”tigre”. Fino al 2012 era uno dei membri del Comitato Permanente dell’ Ufficio Politico (Cpup), il massimo organo dirigente del Partito e del Paese e controllava direttamente i servizi, la polizia e la magistratura. Sotto le sua direzione le spese per la sicurezza interna hanno superato per la prima volta quelle per la difesa. Pur essendo di fatto il leader della fazione ”di sinistra” o ”conservatrice” del Partito, Bo Xilai non e’ mai arrivato a una carica cosi’ alta – al momento del suo arresto, nella primavera del 2012, era segretario del Partito Comunista della metropoli di Chongqing ed era un semplice membro dell’ Ufficio Politico, il temuto Politburo. Zhou, che ha fatto fortuna lavorando nell’industria petrolifera, e’ diventato ministro della sicurezza pubblica nel 2003 e nel 2007 e’ entrato nel Comitato Permanente dell’ Ufficio Politico (Cpup), il massimo organo dirigente del Partito Comunista e del Paese. Con lui al timone, gli organi della sicurezza hanno costantemente accresciuto il loro potere. Secondo voci probabilmente fantasiose ma significative del clima che si e’ creato intorno agli avversari politici del presidente, Zhou sarebbe stato pronto nel 2012 ad organizzare una sorta di colpo di Stato per impedire l’ arresto di Bo Xilai. Il golpe sarebbe stato sventato, secondo le voci, dal tempestivo intervento dei fedeli di Xi Jinping.

fonte: Beniamino Natale per ANSA

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