Un saggio pubblicato on line in Cina da un anonimo, dal titolo “You are nothing without your motherland” (tu non sei nessuno senza la tua patria) sta diventando virale nel paese. I media statali, che hanno ampiamente riportato l’articolo, parlano di “espressione di patriottismo”. L’anonimo autore invita, in 18 paragrafi, i cittadini cinesi a tenere d’occhio i poteri occidentali che “vogliono destabilizzare la nazione e approfittare dell’instabilità sociale per danneggiare il popolo cinese”. E cita la caduta dell’Unione Sovietica, di Saddam Hussein, e di Mubarak come esempi di poteri occidentali che sovvertono regimi poco collaborativi lasciando i loro paesi in situazioni disastrose. “La Cina finirà nel caos – si legge in un passo del saggio – se dovesse perdere la leadership del partito comunista e questa sarebbe una catastrofe per oltre un miliardo e trecento milioni di cinesi”. Mentre i media cinesi, specie quelli collegati al governo cinese, sembrano aver apprezzato il saggio e il suo contenuto, i commenti dei netizen on line sono discordanti. “Mi è piaciuto questo saggio – scrive on line un utente su Weibo, il Twitter cinese – ho visto un sacco di dissidenti chiedere democrazia e libertà. Ma sono ignoranti e hanno subito il lavaggio del cervello da chissà chi”. E un altro ha aggiunto “credete che se la Cina diventa la Libia arriveranno libertà, democrazia, diritti umani e uguaglianza?”. Non manca però qualche commento più critico rispetto all’articolo. “Per piacere non confondiamo i tre concetti diversi di madrepatria, governo e partito – ha scritto un utente on line – amo il primo ma non gli altri due”.