Poco successo fino ad ora tra gli stranieri per zona libero scambio di Shanghai

Non ha riscosso sin d’ora molto successo fra le aziende straniere la nuova zona di libero scambio di Shanghai. Inaugurata lo scorso 29 settembre, la prima zona de genere nella Cina continentale, dovrebbe attrarre investimenti esterni e interni, favorire lo scambio e testare riforme, come quella dello scambio libero dello yuan. Ma ad oggi, meno del 3% delle aziende che si sono registrate alla zona, sono straniere, 38 sulle 1434 società registrate. Ce ne sarebbero 6.000 in lista d’attesa, come scrive la Xinhua, che specifica che le società straniere registrate hanno un capitale medio di 15 milioni di dollari mentre le cinesi di 4,07 milioni di dollari. La mancanza di regolamenti certi e definitivi, pochi dettagli proprio sulla questione della convertibilità dello yuan, una serie di paletti comunque posti dalle autorità hanno smorzato gli entusiasmi che si pensava avessero le società straniere. La prima ad aver avuto l’autorizzazione è stata la Microsoft che ha siglato una joint venture con una società cinese per la produzione di consolle e giochi elettronici. Nell’elenco delle aziende straniere, anche alcune banche come la Citibank e Development Bank of Singapore. Dai Haibo, vice direttore del comitato amministrativo della Free Trade Zone di Shanghai, ha detto che il dato sulle società straniere non deve preoccupare perchè si è solo all’inizio. La zona di libero scambio a Shanghai, ufficialmente “China Shanghai Pilot Free Trade Zone”, copre un’area di 28,78 chilometri quadrati, comprendendo alcune zone economiche speciali gia’ in essere. Nella zona, ricade anche l’aeroporto internazionale di Pudong, le aree di Waigaoqiao e Yangshan. Una innovazione intanto l’ha apportata: nell’area i prezzi di terreni case e uffici sono aumentati. La Free Trade Zone di Shanghai e’ stata approvata lo scorso 3 luglio dal gabinetto di Pechino dietro la spinta del premier cinese Li Keqiang, e ci vorranno almeno tre anni, secondo gli analisti cinesi, ad adeguarla agli standard internazionali. La volonta’ e’ quella di far diventare Shanghai sempre piu’ hub asiatico per finanza e commercio, surclassando Hong Kong. Per la Cina, l’apertura di questa area di libero scambio e’ il test riformistico in economia piu’ importante da quelli operati da Deng Xiaoping. Una operazione simile fu condotta dallo stesso Deng nel 1978 a Shenzhen, di fronte a Hong Kong, trasformando un villaggio in una delle piu’ importanti capitali mondiali dell’i-Tech.

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