Le conclusioni della riunione del comitato centrale comunista – diffuse ieri dopo quattro giorni di lavori a porte chiuse in un albergo alla periferia di Pechino – hanno suscitato reazioni diverse tra gli osservatori. Ma il mercato, che secondo il documento programmatico diffuso dal cc dovrà assumere nei prossimi anni un ruolo “decisivo” nell’economia cinese, si è mostrato assai scettico. La Borsa più importante del Paese, quella di Shanghai, ha registrato un calo dell’ 1,8%, in un chiaro segno che ci si aspettava qualcosa di più dal terzo plenum. Stesso andamento ad Hong Kong, dove la frenata è stata dell’1,9%. Un analista della Bank of America Merrill Lynch ha sostenuto che “non c’è nulla di nuovo sul fronte delle riforme” e che “i dirigenti cinesi sembrano anteporre la stabilità alle azioni decise”. Di diverso parere Xu Hongcai, del China Centre for International Economic Exchanges di Pechino, un centro studi legato al governo, secondo il quale il maggior ruolo previsto per il mercato “è la grossa novità del documento”. “Significa – ha proseguito – che l’intervento dello Stato nell’economia sarà ridotto e che l’attività del governo sarà più orientata ai servizi pubblici”. Lo scetticismo prevale tra gli osservatori stranieri. L’autorevole Financial Times ha scritto che “il Partito ha chiarito che continuerà ad occupare il posto di comando dell’economia cinese. Il documento sembra escludere qualsiasi serio sforzo di ridurre il potere delle compagnie statali in settori come la finanza, l’energia, le telecomunicazioni e i trasporti”. In un commento sul Wall Street Journal, il sinologo ed economista Russel Leigh Moses ha sostenuto che nel plenum del comitato centrale “gli sconfitti sono stati i riformisti, incluso (il presidente della Repubblica e segretario del Partito) Xi Jinping”. Sintetizzando, Moses afferma che in conseguenza del documento “gli imprenditori privati potranno sedere accanto al guidatore, ma non potranno guidare”. I sostenitori della tesi opposta – cioè che il comitato centrale ha segnato punti a favore delle riforme – ricordano che in passato le riunioni del cc hanno avuto il ruolo di elaborare dei documenti di indirizzo generale sul quale è stato raggiunto un consenso nel gruppo dirigente, e che per i dettagli – e quindi per le misure incisive – si dovrà attendere un ulteriore documento, che potrebbe essere diffuso già la prossima settimana. In molti commenti viene inoltre sottolineato il fatto che è stata decisa la creazione di due nuovi organismi, uno incaricato di “approfondire in tutti i sensi le riforme” e uno che sarà responsabile della sicurezza nazionale. Sulla composizione di questi organismi non sono stati forniti dettagli ma l’interpretazione prevalente è che indichino un rafforzamento delle posizioni del nuovo gruppo dirigente guidato dallo stesso Xi Jinping e dal premier Li Keqiang, che ha promesso riforme nel campo economico senza mettere in discussione la struttura politica autoritaria che lascia tutto il potere politico nelle mani del Partito.
fonte: Beniamino Natale per ANSA