Sono stati puniti, con ammonizioni, multe e detenzioni, 256 uighuri per aver diffuso online informazioni che – a giudizio delle autorità cinesi – minacciano la stabilità nella regione. Oltre a queste, altre 139, sempre appartenenti alla minoranza musulmana uighura della provincia nord occidentale dello Xinjiang, sono state punite (con detenzione e multe) per la diffusione di idee religiose, alcune delle quali, secondo fonti della stampa cinese, inneggiavano alla jihad. La provincia è attraversata dal 2009 da scontri etnici tra i musulmani e la maggioranza Han, che hanno portato a perdite di vite umane e arresti. La Cina chiama secessionisti e terroristi gli uighuri che si battono per l’indipendenza dell’area. Secondo la stampa cinese, in quest’ultimo caso, in molti avrebbero diffuso libri, idee e documenti secessionisti o religiosi sulla rete. In base a una direttiva emessa di recente dalla Suprema corte del popolo, un crimine online viene considerato “grave” se il post contenente informazioni false o pericolose viene letto o inoltrato più di 500 volte. In questo caso la persona può essere condannata fino a tre anni di carcere.
Religione su internet, detenzioni e multe a uighuri
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