Alla vigilia del faccia a faccia tra il presidente americano Barack Obama e il presidente cinese Xi Jinping in California, il capo del Pentagono, Chuck Hagel, e’ tornato a sferzare la Cina sulla spinosa questione del cyber-spionaggio: lo ha fatto da Singapore, davanti ad una platea di militari cinesi, che sembrano aver reagito con una certa stizza. Gli Stati Uniti tengono gli occhi aperti sulle sfide nel cyber-spazio, ha detto Hagel nel corso dell’annuale conferenza sulla sicurezza nota come ‘Shangri La Dialogue’, aggiungendo esplicitamente che molte delle intrusioni informatiche nei computer della difesa, delle industrie e istituzioni finanziarie americane ”sembrano essere collegate al governo e alle forze armate cinesi”. Ma allo stesso tempo, Hagel ha affermato che gli Usa sono ”determinati a lavorare vigorosamente con la Cina e altri partner per stabilire norme internazionali per un comportamento responsabile nel cyber-spazio”. Il 7 e 8 giugno i presidenti di Stati Uniti e Cina si incontreranno per un vertice informale nel Rancho Mirage, una distesa di 80 ettari dove c’e’ la residenza Sunnylands, nel cuore del deserto del Mojave, che in passato ospito’ anche Nixon e Reagan. La questione del cyber-spionaggio sara’ ovviamente al centro dell’agenda dell’incontro, di certo assieme alla cosiddetta ‘guerra dello yen’ e all’annosa questione dei diritti umani, che coinvolge anche il lavoro minorile e la leale concorrenza commerciale, e alla presenza militare Usa in Asia. E non a caso, a Singapore, Hagel ha anche parlato dell’ impegno del Pentagono in Asia, assicurando che, nonostante i tagli al bilancio del Dipartimento della Difesa, continuera’ a crescere e affermando che ”sarebbe poco saggio e miope concludere…che il nostro riequilibrio (nell’area) non puo’ essere sostenuto”. Dopo di lui ha preso la parola un generale cinese, Yao Yiunzhu, direttore del centro per le relazioni militari Cina-Usa dell’accademia delle scienza militari cinesi, che ironicamente ha detto, rivolto ad Hagel, ”grazie per aver citato cosi’ tanto la Cina”. E allo stesso tempo ha affermato che la Cina ”non e’ convita” da tutte le rassicurazioni di Washington che la sua crescente presenza militare in Asia non ha lo scopo di contenere la potenza cinese. Poche ore dopo, da Pechino un portavoce del ministero degli esteri ha peraltro anche diffuso una nota condannando le affermazioni contenute in un comunicato relativo ai fatti di piazza Tiananmen del 1989 apparso di recente sul sito web del Dipartimento di Stato. Gli Stati Uniti, ha affermato il portavoce, ”dovrebbero smetterla di interferire nelle questioni interne cinesi, per non sabotare le relazioni cino-americane”. Un’altra questione che con ogni probabilita’ sara’ sul tavolo del vertice in California, dove Obama e Xi arriveranno con l’ambiziosa prospettiva di ravvivare quello il G2, la partnership cruciale per i destini del pianeta.
fonte: ANSA