Il Partito comunista cinese deve trovare il modo di migliorare il sistema relativo alle dimissioni dei suoi membri, anche per riuscire a mandare via coloro che non sono qualificati o che sono corrotti. Lo riferisce il Global Times citando un editoriale pubblicato su una rivista specializzata del Peoplés Daily. L’articolo, scritto da un professore dell’Università dello Shandong, Zhang Xìen, evidenzia la necessità di snellire la struttura del partito. “Il partito attualmente conta più di 80 milioni di membri – ha commentato Cai Zhiqiang, professore della scuola di partito della commissione centrale del Partito -: è un numero troppo elevato che rappresenta una sfida enorme per la sua gestione. I membri dovrebbero essere sostenitori e convinti assertori dell’ideologia ma spesso sono solo persone che cercano benefici professionali e opportunità”. Cai ha aggiunto che è ancora prevalente un vecchio concetto in base al quale solo i traditori se ne vanno e quindi questi sono ancora discriminati e mal considerati. “I membri che decidono di lasciare devono essere trattati in modo giusto”, ha concluso.
Al partito comunista cinese serve una struttura snella, lo dice uno studioso
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