Non tutti i mali vengono per nuocere se, come sembra, la crisi nella penisola coreana sta favorendo un cambio di passo nelle relazioni tra Stati Uniti e Cina. In seguito all’escalation delle minacce di Pyongyang verso Seul e Washington, Pechino è rimasta sorprendentemente in silenzio, tradendo una certa insolita irritazione verso il governo della Corea del Nord, suo tradizionale alleato. Le cosa non è sfuggita alla Casa Bianca, che ha quindi rafforzato il pressing inviando a Pechino una serie di stretti collaboratori del presidente Barack Obama. Già sabato sarà il il segretario di Stato John Kerry, in un viaggio che lo porterà anche a Seul e Tokyo. Una settimana dopo arriverà il generale Martin Dempsey, capo di stato maggiore interforze, e poi sarà il turno di Tom Donilon, consigliere del presidente per la sicurezza nazionale. A sua volta, Obama incontrerà il nuovo presidente cinese Xi Jinping a settembre, ma ha già parlato con lui al telefono poco dopo la sua elezione. “Il tempismo è importante”, ha affermato Donilon, secondo cui si tratta di “un importante primo esercizio tra Stati uniti e Cina. Primo per quanto riguarda Xi Jinping (presidente solo dal 14 marzo scorso, ndr) e primo per quanto riguarda il secondo mandato del presidente Obama”. Anche se la cosa non può certo fargli piacere, la Cina non ha reagito al dispiegamento da parte degli Stati Uniti di navi e aerei da guerra nella regione, e in maniera sorprendentemente veloce ha sottoscritto le nuove sanzioni imposte il mese scorso dalle Nazioni Unite a Pyongyang, sottolineano fonti dell’ amministrazione Usa citate oggi dal New York Times. Resta da vedere la volontà cinese di applicarle con efficacia, le sanzioni; ma tutto fa pensare, ha affermato Donilon, che la posizione della Cina riguardo alla Corea del Nord si stia “evolvendo”. Sulla base degli incontri avuto finora, funzionari dell’amministrazione hanno affermato di ritenere che il presidente Xi abbia un approccio verso Pyongyang più pragmatico di quello del suo predecessore, Hu Jintao. Soprattutto perché il mese scorso, nota ancora il NYT, Xi ha parlato al telefono con il nuovo presidente sudcoreano Park Geun-hye, al quale ha detto quanto la Cina apprezzi le sue relazioni con la Corea del Sud e ha offerto assistenza nella “riconciliazione e cooperazione”. Allo stesso tempo, il giovane presidente nordcoreano Kim Jong-un ha avuto ben pochi contatti con gli alti dirigenti di Pechino. E l’auspicio che le relazioni tra Pechino e Washington raggiungano un stadio superiore riguarda anche altri argomenti che Kerry avrà certamente nella sua agenda nei prossimi colloqui a Pechino, come il problema della cyber-sicurezza e cyber-spionaggio, o i cambiamenti climatici, un tema che sta molto a cuore al nuovo segretario di Stato.
fonte: ANSA