La aziende americane puntano il dito contro la Cina, ritenuta la responsabile degli attacchi hacker degli ultimi mesi. Più di un quarto delle società statunitensi afferma che segreti industriali sono stati rubati o compromessi dai cyber attacchi sulle loro attività in Cina. E’ quanto emerge – riporta il Financial Times – da un sondaggio condotto dall’American Chamber of Commerce in Cina. Il 26% delle aziende interpellate ritiene di essere stata vittima di cyber attacchi e il 95% delle aziende ritiene che la situazione difficilmente migliorerà. “Oltre il 40% delle aziende ritiene che il rischio di violazione dei dati sia in aumento. Questo pone sostanziali ostacoli per le attività in Cina, sopratutto se si considera il fatto che le violazioni vanno ad aggiungersi ai timori sulla protezione della proprietà intellettuale e ai necessari trasferimenti di tecnologie” afferma l’American Chamber of Commerce in China. I timori sulla sicurezza dei dati sono citati anche come il motivo per cui solo un 10% delle aziende americane considererebbe la tecnologia cloud in Cina. Quasi la metà delle società afferma che furti di proprietà intellettuale hanno causato danni materiali alle loro attività in Cina o a livello globale, in forte aumento rispetto al 2012.
fonte: ANSA