Una donna cinese, dopo aver trascorso 18 mesi in un campo di lavoro, da tre anni è tenuta segregata in un obitorio in disuso. Lo riferisce il Global Times, che cita un servizio effettuato dalla Radio Nazionale cinese. Le vicissitudini di Chen Qingxia, questo il nome della donna, hanno avuto inizio nel 2007 quando si era recata a Pechino per protestare contro il governo che, a suo dire, avrebbe maltrattato suo marito, arrestato nel 2003 per essere entrato in una zona sottoposta a quarantena durante l’epidemia della Sars. Ma giunta a Pechino la donna fu arrestata e mandata per 18 mesi in un campo di lavoro. Suo figlio, allora dodicenne, durante il suo viaggio a Pechino, scomparve misteriosamente e di lui non si è saputo più nulla. Trascorsi i 18 mesi tuttavia, Chen, anziché essere rilasciata venne collocata in un edificio abbandonato nella città di Yichun, un ex obitorio. Ammalata e ridotta su una sedia a rotelle, la donna è sorvegliata 24 ore su 24 e le è consentito solo di avere contatti minimi con alcuni dei suoi familiari, tra i quali la sorella, che le porta ogni tanto cibo e medicine. “Voglio andare a casa, ho molta voglia di tornare a casa mia – ha detto la donna ad un reporter della radio che ha dovuto fingere di essere un familiare per poterla avvicinare – ma se me ne vado la polizia tornerà da me non mi lasceranno andare”. Il reporter ha poi raccontato di essere stato fermato dalla polizia, che lo ha vessato ispezionando la sua casa e sequestrando la scheda sim del suo cellulare. Da qualche settimana sui media cinesi sono rimbalzate notizie secondo le quali si starebbe pensando alla cancellazione o, comunque, alla revisione del sistema dei laojiao, i campi di lavoro ai quali si può essere inviati fino a tre anni senza nessun tipo di condanna formale di un tribunale.
Dopo campo di lavoro, una donna e’ rimasta chiusa tre anni in obitorio
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“Asilo mette una tariffa sugli abbracci ai bambini da parte delle maestre. I genitori dei bambini iscritti ad un asilo di Yangzhou, nell’est della Cina, si sono non poco irritati quando hanno ricevuto una comunicazione della scuola che chiedeva loro di pagare una tariffa aggiuntiva di 80 yuan (circa 10 euro) al mese se volevano che le maestre abbracciassero i loro figli, in particolare all’arrivo e all’uscita da scuola. notizie.delmondo.info”
Ma sarà vero ?