Un tribunale di Pechino ha smentito di aver condannato 10 persone (presumibilmente poliziotti) accusate di aver arrestato e detenuto illegalmente alcuni ”postulanti”: i cittadini che dalle province vengono nella capitale per denunciare i soprusi subiti dalle autorita’ locali. In una insolita dichiarazione all’ agenzia Nuova Cina, un portavoce del Tribunale del Popolo di Chaoyang, un distretto centrale della capitale, ha affermato che la notizia – pubblicata da un quotidiano e ripresa da molti siti web – e’ falsa. Il portavoce ha detto che una denuncia per gli arresti illegali e’ stata presentata, ma che nessuna decisione e’ stata presa fino a questo momento dai giudici. Il sistema delle ”petizioni” ha le sua radici nella Cina imperiale, ma e’ sopravvissuto fino ad oggi. A Pechino esiste un ufficio apposito per i postulanti che vengono dalle province. Spesso, i postulanti vengono intercettati da poliziotti delle loro province d’ origine o da privati assoldati dalle autorita’ locali per impedire che le denunce delle loro malefatte vengano presentate al governo centrale. In passato casi di prigioni segrete nelle quali i postulanti vengono tenuti prima di essere rimandati di forza nelle loro province, sono stati denunciati dalla stampa internazionale. Nessuno dei responsabili dei sequestri e’ stato fino ad oggi condannato dalla magistratura.
fonte: ANSA