Rischia condanna a morte la moglie di Bo Xilai

Quella di Gu Kailai, la 52enne “Lady Macbeth” della politica cinese, è una storia da far invidia ai migliori scrittori di gialli. Moglie del politico caduto in disgrazia Bo Xilai, tra pochi giorni – giovedì 9 agosto – comparirà davanti ad un tribunale per rispondere dell’ assassinio del faccendiere britannico Neil Heywood, trovato morto nel novembre dell’ anno scorso in un albergo di Chongqing, la metropoli che alcuni chiamano Gotham City – come la città sempre buia nella quale operano Batman e i suoi avversari criminali – dalla quale Bo stava dando la scalata al vertice del potere cinese, facendosi largo a gomitate e pestando probabilmente qualche piede di troppo. Dando l’ annuncio dell’ incriminazione formale di Gu e del suo dipendente Zhang Xiaojun, l’ agenzia ufficiale Nuova Cina ha fornito dei buoni argomenti ai critici del regime, secondo i quali la sentenza è già stata scritta. “I fatti relativi al crimine dei due imputati sono chiari, le prove sono inconfutabili e sostanziose”, ha scritto l’ agenzia, che riflette fedelmente l’ opinione dei massimi leader di Pechino, e in particolare del presidente Hu Jintao. “Inutile parlare di frustrazioni. Io vi dico semplicemente come stanno le cose: il sistema giudiziario cinese non è indipendente”, ha dichiarato al sito web della McClantchy Newspaper Mo Shaopiong, uno dei più noti avvocati di Pechino impegnato nella difesa dei diritti umani. “In un caso come questo, così delicato, che attira una grande attenzione, la sentenza non sarà certo decisa da un giudice di tribunale.”, ha aggiunto Mo. Al processo, si è saputo oggi da Londra, potranno assistere diplomatici britannici, un segno, ha sottolineato il Foreign Office, della volontà di “ottenere giustizia” per la morte di Heywood. Gu e Zhang rischiano la pena capitale, che la Cina applica più di qualsiasi altro Paese al mondo. Leggendo il breve dispaccio di Nuova Cina, si può ipotizzare che solo Zhang – la cui figura ricorda quella del classico maggiordomo-assassino dei gialli di serie “b”- sarà mandato al patibolo, mentre “Lady McBeth-Gu” potrebbe cavarsela con una quindicina di anni di prigione, poi riducibili per buona condotta o per altri motivi. L’ agenzia ha affermato che Gu e suo figlio Bo Guagua (25 anni) avevano avuto delle “divergenze di affari” con il faccendiere britannico. “Preoccupata per le minacce rivolte da Neil Heywood alla sicurezza personale del figlio, Gu Kailai insieme a Zhang Xiaojun.ha avvelenato Neil Heywood a morte”. Insomma, si tratterebbe di una “mamma-tigre” cinese che perde la testa e ricorre a mezzi estremi per difendere il suo unico figlio. Tanto per andare sul sicuro, il processo è stato affidato alla magistratura dell’ Anhui, la provincia natale di Hu Jintao e del suo alleato Wang Shengjun, il presidente della Corte Suprema Cinese. Le accuse contro Gu – che hanno anche provocato la caduta di Bo Xilai, oggi detenuto in una località segreta e indagato per “gravi violazioni della disciplina di partito” – nascono dalla ancor più misteriosa vicenda di Wang Lijun. Wang, 52 anni, ex-uomo di mano di Bo Xilai, in febbraio si presenta a sorpresa al consolato americano di Chengdu (il più vicino a Chongqing) e racconta ai diplomatici statunitesi la storia di Gu e Neil. Bo Xilai, aggiunge, lo avrebbe minacciato per impedirgli di denunciare il crimine della moglie. Wang trascorre 36 ore chiacchierando con i diplomatici americani. Non gli viene concesso l’ asilo politico e viene consegnato agli investigatori del Partito. Da allora, non se ne hanno notizie. A rendere ancora più intricato il giallo, due settimane fa arriva a Pechino dalla Cambogia – dove vive dal 2005 – Patrick Devillers, un architetto francese che sarebbe al corrente di segreti inconfessabili della famiglia Bo-Gu. Devillers, una figura ambigua quanto Heywood, è sparito dopo il suo arrivo a Shanghai. Il ministero degli esteri francese sostiene di sapere dove si trova e che è “in buona salute”. Tutto ciò lascia fuori il vero problema: quello di Bo Xilai, sulla sorte del quale rimane un grosso punto interrogativo. Si dice che i dirigenti cinesi abbiano voluto il processo contro Gu (e Zhang) per evitare che interferisca col prossimo Congresso del Partito Comunista Cinese, previsto per ottobre, nel quale dovrebbe essere deciso il passaggio dei poteri da Hu al suo attuale vice Xi Jinping. Se davvero questo è il caso dovranno presto dire qualcosa anche sul futuro del vero protagonista di tutta la vicenda, l’ ex-principe rosso Bo Xilai.

fonte: ANSA

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