Si dovrebbe tenere nelle prossime settimane il processo che ha per imputato l’ex ministro delle Ferrovie, Liu Zhijun, ritenuto responsabile per l’incidente avvenuto il 23 luglio dell’anno scorso in cui a causa della collisione tra due treni ad alta velocità persero la vita 40 persone (tra cui anche una ragazza italiana, Assunta Liguori) e altre 200 rimasero ferite. Non ci sono ancora informazioni precise sulla data di inizio del processo (che è stato trasferito a Pechino) ma sembra che non ci sarà da attendere molto. Oltre all’ex Ministro delle ferrovie, espulso a maggio dal partito e con possibilità di essere condannato alla pena di morte, sarà messo sotto processo anche l’ex vice capo ingegnere delle ferrovie, Zhang Shuguang. Non è invece ancora certo quale sarà la sorte che toccherà agli altri 52 funzionari delle ferrovie in carica al momento dell’incidente. La Cina ha lanciato i treni veloci nel 2007. Alla fine del 2010, sono stati realizzati 8.358 chilometri di strade ferrate veloci e, secondo il piano di sviluppo, nel 2020 si dovranno raggiungere 16.000 chilometri di linee veloci. Il progetto della ferrovia veloce è stato attraversato da scandali. A febbraio dell’anno scorso il ministro delle ferrovie Liu Zhijun, a capo del dicastero per gli ultimi sette anni, è stato licenziato e messo sotto inchiesta perché nella sua corsa a realizzare a tempo di record la rete dell’altissima velocità cinese (treni a oltre 350 km orari), pare abbia usato delle scorciatoie illegali. A parte favorire i suoi protetti per gli appalti, l’ex-ministro avrebbe trascurato la sicurezza pur di realizzare il progetto a velocità supersonica. Secondo gli esperti la rete é stata costruita a prezzi troppo bassi: circa 15 milioni di dollari per un miglio contro i 40-80 milioni negli Usa. Da qui l’epurazione prima che, il primo luglio dell’anno scorso, venisse inaugurata la rete. Quello contro Liu Zhijun è il terzo importante processo contro personaggi di spicco del partito comunista ad essere celebrato a breve. Il prossimo 9 agosto a presentarsi davanti ai giudici cinesi (e a rischiare la pena di morte) sarà Gu Kailai, moglie dell’ex leader del partito di Chongqing Bo Xilai, accusata dell’omicidio dell’uomo di affari inglese Neil Heywood, processo al quale, secondo quanto riferito in un comunicato del ministero degli esteri inglese, dovrebbero essere presenti anche alcuni funzionari del Foreign Office. E alla sbarra degli imputati finirà anche naturalmente il marito. Benché ancora non sia chiaro il calendario di svolgimento dei processi, gli analisti sostengono che le autorità cinesi faranno di tutto per concludere tutti e tre i processi entro ottobre, prima dell’inizio del 18simo congresso nazionale del partito che porterà al rinnovamento di tutte le alte cariche dello stato. “Sia i membri dell’attuale leadership che quelli che subentreranno tra qualche mese – ha commentato al South China Morning Post Hu Xingdou, analista politico della capitale – hanno tutto l’interesse a mettersi questi scandali che riguardano la corruzione alle spalle prima del congresso”. Secondo Hu, inoltre, il processo contro Liu serve alla Cina per ripulire la sua immagine che ultimamente era stata rovinata dagli scandali degli ultimi mesi.
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