Il dissidente cinese Hada, di etnia mongola, e’ stato trasferito in un ”centro turistico di lusso”, secondo un gruppo di esuli che ha dato notizie sulla situazione del dissidente del quale da mesi si ignorava la sorte. Hada, che come molti mongoli usa un solo nome, ha finito nel 2010 di scontare una pena a 15 anni di prigione. Da allora viene tenuto agli arresti ”domiciliari” in una localita’ segreta, una pratica illegale usata spesso dalla polizia cinese. I dissidenti vengono tenuti sotto il continuo controllo di decine di agenti, in genere in alberghi. In un comunicato diffuso oggi, il Southern Mongolian Human Rights Information Centre (Smhric), afferma che la moglie del dissidente, Xinna, e’ stata condannata a tre anni di prigione per ”attivita’ illegali” mentre il figlio Uiles e’ tenuto agli arresti domiciliari nell’appartamento di famiglia a Hohot, la capitale della regione autonoma della Mongolia interna. Hada e’ stato accusato di essere un secessionista, accusa che respinge. Secondo l’Smhric, il dissidente continua a essere perseguitato perche’ rifiuta di firmare un documento nel quale ammette di aver ”sbagliato”.
fonte: ANSA