Una fabbrica di elettronica di Suzhou, nella provincia del Jiangsu, è finita sotto inchiesta perche’ accusata di sfruttamento del lavoro minorile. Lo riferisce lo Shanghai Daily. Secondo quanto sarebbe stato scoperto dal locale ufficio del lavoro, la Suzhou Nuosida Electronic Technology, filiale di un’azienda taiwanese, costringerebbe a lavorare bambini, alcuni anche di soli nove anni, fino a dodici ore al giorno, pagandoli poche decine di euro al mese. Su internet e’ anche apparso un video che mostra bambini al lavoro sulle linee di produzione. I guai per la fabbrica sono iniziati quando alcune guardie di una societa’ vicina hanno notato alcuni operai, stranamente troppo bassi, entrare e uscire dai cancelli dell’azienda di Suzhou, nei pressi di Shanghai. Una di queste guardie, in particolare, ha denunciato che alcuni di questi bambini dormono in un dormitorio nei pressi della fabbrica. ”Si alzano alle sei per andare a lavorare tutti insieme – ha detto la guardia – e finiscono a mezzanotte passata”. I responsabili della Suzhou Nuosida Electronic Technology finora non hanno commentato la notizia. Un’agenzia di lavoro specializzata nella ricerca degli operai a Suzhou ha fatto sapere di non aver mai assunto minori per quell’azienda. L’ufficio del lavoro sta indagando sull’accaduto. ”L’azienda dovra’ affrontare una severa punizione, se le accuse risulteranno vere”, ha detto un funzionario. Secondo la legge cinese non e’ possibile assumere personale al di sotto dei sedici anni di eta’. In caso di violazione della norma, sono previste per i datori di lavoro ammende da 5000 a 10.000 yuan (da 500 a mille euro circa) per ogni lavoratore minorenne e la sospensione della licenza.