Ancora tesa la situazione in Mongolia interna

Resta tesa la situazione nella Regione della Mongolia Interna, dove da diversi giorni ormai si verificano scontri tra la polizia e la popolazione di etnia mongola. Oggi, secondo quanto riferisce il South Asia Morning Post, sono state vietate manifestazioni all’aperto ma nuove e piu’ massicce proteste sono previste ancora per tutta questa settimana. Il Centro per l’informazione per i diritti umani della Mongolia del Sud, una organizzazione di base negli Stati Uniti che si occupa di tutela dell’etnia mongola, ha fatto sapere che le manifestazioni continueranno ancora per diversi giorni, anche con proteste dinanzi alle ambasciate. Anche il governo e’ preoccupato per l’evoluzione della situazione nella regione se oggi il comitato centrale del partito, presieduto dal presidente Hu Jintao, ha diffuso un comunicato nel quale si parla di ”contraddizioni sociali che rendono la gestione del sociale piu’ difficile” legate allo sviluppo, chiedendo un miglioramento della gestione sociale per risolvere i problemi sociali e salvaguardare i diritti dei cinesi, perche’ ”migliorando e innovando nel campo della gestione sociale si consolida il ruolo del partito e la stabilita’ del popolo”. Le dimostrazioni hanno avuto inizio dopo che Mergen, un allevatore mongolo, il 10 maggio scorso e’ stato investito e trascinato via per oltre 150 metri da un camion guidato da un uomo di etnia Han, quella prevalente nel paese. Pochi giorni dopo di lui un altro allevatore e’ morto in seguito agli scontri con dei minatori locali. Venerdi’ scorso centinaia di allevatori mongoli si sono scontrati con la polizia. In Cina ci sono al momento circa sei milioni di persone di etnia mongola, che sono culturalmente e linguisticamente vicini alla popolazione della Mongolia. A seguito degli scontri degli scorsi giorni, il capo del partito comunista della Mongolia interna, Hu Chunhua, venerdi’ scorso si e’ recato in visita ad una scuola di una zona interessata dalle manifestazioni. Hu ha voluto rassicurare sul fatto che i colpevoli delle morti degli allevatori mongoli saranno opportunamente perseguiti. ”Studenti, insegnanti – ha detto Hu – state pur tranquilli che i sospetti saranno punti severamente e velocemente per salvaguardare i diritti delle vittime e delle loro famiglie.”. Secondo quanto fatto sapere dai residenti della zona, nella capitale della Regione, Hohhot e in altre citta’ ”chiave” della protesta, la sorveglianza e’ stata resa molto piu’ stringente, la polizia presidia tutti i palazzi governativi e ci sono posti di blocco quasi ovunque. Da ieri sembra inoltre che le autorita’ cinesi abbiano posto un freno anche alle comunicazioni. Nella capitale, Hohhot, ieri non era possibile connettersi alla rete internet tramite telefoni cellulari. Il governo locale ha emesso un avviso, invitando la gente a non postare messaggi on line. Diverse le chat rooms che sarebbero state bloccate.
Tra i motivi delle tensioni vi e’ anche il fatto che la Mongolia interna e’ tra le maggiori produttrici di carbone, tanto che la Cina intende aprire qui diverse nuove miniere. Questi piani hanno fatto sorgere nella popolazione locale di etnia mongola la preoccupazione di un nuovo e sempre maggiore influsso nella zona della maggioranza han, che conta già circa il 90% della popolazione totale della Cina.

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