L’ organizzazione umanitaria Reporter senza frontiere (Rsf) ha definito oggi “fabbricate” le accuse rivolte dalle autorità cinesi alla moglie e al figlio del dissidente mongolo Hada, che avrebbe dovuto essere rilasciato lo scorso dicembre dopo aver scontato una condanna a 15 anni di prigione. Rsf, in un comunicato, afferma di essere stata informata che la donna, Xinna, e il giovane, Uiles, sono stati accusati formalmente in gennaio di “scorrette attività commerciali” e di “possesso di droga”. Xinna, Uiles e lo stesso Hada sono ancora detenuti a Hohot, la capitale della provincia della Mongolia Interna e che, al contrario di quanto affermato dalle autorità cinesi non si trovano “a riposo in un albergo di lusso”. Il processo contro Uiles sarebbe dovuto iniziare in aprile ma è stato rinviato ad una data imprecisata. Rsf aggiunge che i tre si trovano ora in differenti prigioni e che Hada ha iniziato uno sciopero della fame.
fonte: ANSA