Il Vaticano ha serrato le fila per difendere i cattolici in Cina, dopo l’ordinazione illecita di un vescovo e l’assemblea dei rappresentanti cattolici controllata da governo. Anche se restano diversita’ di vedute, l’obiettivo su cui convergono le varie anime della Santa Sede e’ il sostegno ai fedeli cinesi. Da cio’ la volonta’ di non interrompere il dialogo con il governo cinese. Lo si comprende dal commento del portavoce Federico Lombardi al Messaggio che la Commissione vaticana per la Cina ha indirizzato ieri ai cattolici cinesi, e da alcuni elementi che filtrano dalla tre giorni di lavoro della Commissione, alla quale e’ brevemente intervenuto anche il Papa. Benedetto XVI ha insistito sulla necessita’ di formazione e educazione spirituale dei fedeli in Cina. Si e’ lavorato con atteggiamento ”collaborativo, di realismo, d’accordo sulla importanza di sostenere i cattolici in Cina”, a giudizio di uno dei partecipanti, e la sessione e’ stata particolarmente ”ricca e positiva”. Padre Lombardi ha rimarcato che l’ordinazione del vescovo di Chendge e’ una ”grave illegittimita”’ ed e’ necessario ”riaffermare la fedelta’ al Papa per riparare lo scandalo e per risanare le ferite aperte nella comunita’ ecclesiale”; sul futuro grava ”una seria preoccupazione, nel timore che si possano ripetere situazioni analoghe per le numerose diocesi oggi vacanti”, ha aggiunto il portavoce, che ha presente l’annuncio di undici nuovi vescovi che Pechino si appresterebbe ad ordinare, alcuni senza il placet del Papa. Lombardi sottolinea nel Messaggio la ”ribadita disponibilita”’ della Santa Sede al dialogo con il governo, ”con l’auspicio di incontrare una analoga disponibilita’ dall’altra parte”, ricorda la Lettera del Papa alla Cina del 2007 e conclude: ”non c’e’ contraddizione e alcun rischio nell’essere cinesi e cattolici, anzi” ”si puo’ essere grandi cinesi e ottimi cattolici”. Toni fermi ma non di rottura, come quando in dicembre la Santa Sede ha qualificato come danno ”unilaterale al dialogo” l’ordinazione illecita e la assemblea dei cattolici manovrata da Pechino, e come quando il Papa a Natale ha invitato i fedeli in Cina a resistere e i leader cinesi a rispettare la fede. Sullo sfondo del dibattito vaticano sulla Cina, resta cio’ che il primo aprile il segretario di Propaganda Fide Savio Hon ha esplicitato ad Avvenire: in Cina la chiesa clandestina ”ha ancora ragione di esistere”, anche perche’ ”purtroppo e’ cresciuto il numero degli ‘opportunisti”’, anche tra i vescovi. Da Hon viene pure l’appoggio al combattivo cardinale Zen, secondo cui se Pechino vuole suscitare fiducia nella Santa Sede, deve compiere atti concreti, che finora pero’ non si vedono. Zen ha inoltre criticato il vertice della Congregazione vaticana per le missioni, a suo avviso troppo fiducioso verso il governo comunista.
fonte: ANSA