A Cina assetata di petrolio primo carico da insorti Libia

E’ la Cina il primo paese al mondo ad acquistare greggio degli insorti libici dopo lo scoppio della guerra nel paese nordafricano. Nonostante la non conferma del governo di Pechino e soprattutto il fatto che questo abbia appoggiato apertamente il regime di Gheddafi tanto da non votare la risoluzione dell’Onu che ha poi portato all’intervento armato, un cargo liberiano con 80.000 tonnellate di petrolio sta navigando alla volta della Cina. Partito un paio di giorni fa da Marsa el Hariga, vicino Tobruk, dopo aver fatto il carico di greggio, la petroliera che trasporta l’equivalente di 550.000 barili venduti dai ribelli libici, ha attraversato oggi il Canale di Suez e raggiungerà la Cina, probabilmente Dalian nel nord est, in meno di un mese. Secondo indiscrezioni apparse su alcuni siti e blog, la Cina avrebbe acquistato il greggio dal Consiglio nazionale transitorio (Cnt) dei ribelli tramite la Vitol, una societa’ di intermediazione e l’ha pagato 112 milioni di dollari su una conto corrente di una banca off shore del Qatar. La mossa della Cina e’ stata quasi obbligata, in considerazione della forte necessita’ di greggio che Pechino ha. Da ieri in Cina il prezzo della benzina e’ aumentato. Secondo quanto riferisce l’Agenzia Nuova Cina, il governo ha aumentato i prezzi al dettaglio della benzina a 500 yuan (poco oltre 50 euro) per tonnellata e del diesel a 400 yuan (oltre 40 euro) per tonnellata, che si traduce in un aumento di 0,37 yuan (0,038 euro) per litro di benzina e 0,34 yuan per litro di gasolio. L’aumento dei prezzi della benzina sta causando malcontento fra la gente. ”Se i prezzi continuano a salire – ha detto un automobilista di Pechino che usa l’automobile per spostarsi da casa al luogo di lavoro – sarò costretto a vendere la mia macchina. Nessuno potrà più’ permettersi di guidare”. ”E’ normale che la gente sia arrabbiata per questi aumenti – ha detto Lin Boqiang, direttore del Centro per l’energia dell’Università di Xiamen – ma la recente situazione in Libia e nei paesi del Medio Oriente ha portato l’aumento dei prezzi del petrolio e questo inevitabilmente ha avuto riflessi anche sul mercato cinese”. Li ha poi aggiunto che una possibile soluzione per il governo cinese potrebbe essere quella di decidere il taglio delle tasse sul petrolio per aiutare a ridurre i prezzi. E l’aumento della benzina ha provocato anche un aumento dei prezzi dei voli con le compagnie aeree cinesi che hanno annunciato di aver aumentato la tassa sul carburante. Per le rotte fino a 800 chilometri l’aumento previsto e’ di 60 yuan (oltre 6 euro), circa il 20%, mentre per le rotte superiori a 800 chilometri l’aumento sarà di 110 yuan (12 euro), circa il 22%. Si tratta della seconda volta che le compagnie aeree in Cina aumentano la tassa sul carburante dall’inizio del 2011.

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