Il primato nella scienza e nella ricerca? Nel giro di due anni non sarà più degli Stati Uniti. La Cina si avvia infatti a superarli entro il 2013, ben sette anni prima del previsto. A fare il calcolo è uno studio della Royal Society del Regno Unito, sulla base del numero di studi pubblicati sulle riviste internazionali dai vari Paesi. Dall’analisi emerge come il tradizionale dominio di Usa, Europa e Giappone stia iniziando a essere scalfito dai paesi emergenti. Oltre al celeste impero, anche Iran, Brasile, India e Medio Oriente hanno conosciuto infatti una poderosa crescita. Nel 1996 gli Usa hanno pubblicato 292.513 studi, 10 volte più della Cina (25.474). Ma in poco più di 12 anni la situazione è nettamente cambiata: nel 2008 gli studi Usa erano 316.317 contro i 184.080 cinesi. La Cina, dopo aver soppiantato il Regno Unito al secondo posto, supererà gli Usa entro due anni secondo le previsioni. Ma a conoscere l’incremento più veloce come numero di studi tra il 1996 e il 2008 è stato l’Iran, il cui numero di ricerche pubblicate è cresciuto di ben 18 volte, passando da 736 a 13.238. E anche se le sue relazioni con gli Usa sono tese, quelle tra i loro scienziati sono decisamente migliori: il numero di studi fatti in collaborazione è infatti quintuplicato, passando da 388 a 1831. Buoni risultati li hanno registrati anche la Turchia, i cui valori sono quadruplicati dopo aver aumentato di sei volte le sue spese in ricerca e sviluppo, Tunisia, Singapore e Qatar. Tuttavia, sottolinea lo studio, un aumento del volume delle pubblicazioni di ricerche non significa necessariamente una maggiore qualità. Un altro indicatore chiave del valore di una ricerca infatti è il numero di volte in cui è segnalato nei lavori di altri scienziati. E anche se la Cina da questo punto di vista è migliorata, resta comunque indietro.